Con la fine della stagione 2022, annata in cui ha raggiunto il suo best ranking, Marco Brugnerotto ha detto basta alla carriera internazionale, passata per la sua interezza a livello ITF. Niente più viaggi intercontinentali e ritmi serrati, per il tennista varesino classe ’96 che è tornato stabilmente sui campi dell’ASD Isola Virginia di Biandronno.
Per comprendere meglio le ragioni della sua scelta e conoscerlo più a fondo lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda.

Marco, partiamo dalle tue prime esperienze sul campo da tennis. Come hai iniziato a giocare?
“Ho iniziato intorno agli undici anni proprio sui campi dell’Isola Virginia: mio padre è istruttore e mi ha fatto appassionare a questo sport giorno dopo giorno. Sono cresciuto allenandomi in questa struttura praticamente tutti i giorni, anche insieme al mio preparatore storico Giovanni Marelli, ed è come se fosse una seconda casa per me e la mia famiglia. Nonostante io abbia iniziato tardi rispetto alla media, ho subito raccolto buoni risultati: sono stato intorno alla 100esima posizione del ranking ETA (federazione internazionale under 16, ndr) e nei primi 400 ITF (ranking under 18, ndr). Quando è stato il momento di fare lo step nel circuito maggiore ho subito un brutto infortunio e sono dovuto stare fermo più di due anni; da qui la scelta di non intraprendere mai una vera e propria carriera full time”.

Immagino sia comunque stata un’esperienza importante, bella e formativa.
“Assolutamente sì, perché ho avuto l’opportunità di viaggiare, conoscere persone e culture differenti. Il lato umano per me verrà sempre prima del lato tennistico e questi anni spesi, seppur non a tempo pieno, giocando in giro per il mondo mi hanno dato tanto. Dal lato sportivo ho comunque raccolto risultati più che discreti: tre finali ITF in singolo, due vittorie ITF in doppio e altre due finali perse, sempre in doppio. Mi ritengo fortunato ad aver avuto questa opportunità, ma va comunque detto, ad onor del vero, che me la sono conquistata sul campo con il lavoro ed il sacrificio. Ecco perché la scelta di smettere con l’attività internazionale non è stata facile”.

Mi hai servito un assist perfetto. Raccontaci qualcosa in più sulla tua scelta.
“Certamente. Come ho ripetuto già più volte, ho sempre tenuto l’attività internazionale come “part-time” ed il resto del tempo l’ho speso aiutando qua al circolo. Ero arrivato ad un punto della mia carriera in cui la scelta era diventata sostanzialmente obbligata. Nonostante il 2022 sia stato un anno molto positivo che mi ha portato al mio best ranking, per salire ancora di un gradino e puntare alle qualificazioni degli Slam avrei dovuto abbandonare definitivamente l’Isola Virginia. Onestamente non me la sentivo: questo posto mi ha dato troppo e so di poter dare molto al Circolo. Ho sentito il suo richiamo e ho pensato che il mio futuro potesse e dovesse essere qui. Ci tengo comunque a ringraziare la Motonautica Pavia, che mi ha dato l’opportunità di allenarmi da loro per tutta la stagione passata, un posto magico con uno staff preparatissimo (Mattia Livraghi, Uros Vico e Alessio Firullo su tutti, ndr). Se dovessi consigliare una base per gli allenamenti a qualche ragazzo che voglia sfondare nel circuito maggiore, mi sentirei di consigliare proprio il club pavese”.

Agganciamoci allora a ciò che hai detto. Ora che sei tornato definitivamente a Biandronno, che ruolo hai assunto al Circolo?
“Qui io sono il direttore sportivo. Curo e coordino la scuola tennis, dai principianti agli agonisti, organizzo tornei ed eventi e sto inoltre facendo, finalmente (ride, ndr), il corso per diventare istruttore di primo grado. Ovviamente non sono solo e ho uno staff di ottimo livello a disposizione. Sono contento della scelta che ho fatto e soprattutto spero di poter costruire qualcosa di ancor più grande”.

Hai parlato di staff. A questo punto vogliamo sapere chi ti affianca nella quotidianità.
“Lo staff che siamo riusciti a comporre, a mio parere, è veramente ben assortito e sono contento di poter lavorare con questi ragazzi. Il responsabile della SAT è Sandro Riera (maestro nazionale FITP, ndr), mentre per quanto riguarda agonistica e pre-agonistica il riferimento è Enrico Fioravante (istruttore di secondo grado FITP, ndr) che è stato giocatore professionista (689 in singolo e 468 in doppio, ndr); Infine, ultimi ma non per importanza, Leonardo Cassago e Irene Frangella, ntrambi istruttori di primo grado FITP che ci danno una mano su tutta la linea”.

Con uno staff del genere avrete sicuramente dei buoni numeri.
“Per quello che riguarda la scuola tennis, dai principianti della SAT fino ad arrivare agli agonisti, abbiamo ottimi numeri: una sessantina di ragazzini iscritti alla scuola tennis ed una quarantina di agonisti. L’obiettivo, però, è quello di raddoppiare. So che siamo in grado di farlo, e anche per questo abbiamo iniziato ad andare nelle scuole del circondario col progetto della FITP “racchette di classe”. L’intento è sia quello di avvicinare più bambini possibili a questo meraviglioso sport e anche di trovare qualche eccellenza che possa aggiungersi al nostro già ben avviato vivaio”.

Insomma mi sembra di capire che hai le idee chiarissime. Dunque, per concludere, qual è il tuo progetto per il futuro tuo e del Circolo?
“Sì, ho le idee chiare perché conosco benissimo la zona di Varese e so cosa possiamo dare a livello di insegnamento tennistico. Soprattutto nel circondario varesino ci sono poche realtà che fanno le cose giuste e con qualità. C’è una mentalità chiusa, in cui ognuno pensa al proprio orticello, senza voler veramente il bene dei propri giocatori. Innanzitutto la qualità nel lavoro va data fin dalla base, ecco perché la prima parte che stiamo implementando è quella del mini tennis e della propedeutica (fascia di età compresa tra 6 e 11 anni circa, ndr). Dopodiché, salendo, avendo avuto sia io che Enrico esperienze ad un buon livello, conosciamo le complessità del percorso che deve affrontare un agonista per avere una crescita costante. Insomma, il progetto a breve termine è quello di far diventare l’Isola Virginia una realtà di riferimento, più di quanto lo sia già ora, per tutta la provincia di Varese. Per il range medio-lungo vorrei indubbiamente cercare di migliorare la struttura e renderla ancora più appetibile e competitiva, per evitare di dovermi spostare. Facendo le cose nel migliore dei modi, come ci siamo imposti, ci toglieremo grandi soddisfazioni e raggiungeremo i nostri obiettivi”.

Filippo Salmini

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