Bene, ma non benissimo. Il Città di Varese dopo un’annata del genere potrebbe invece quasi dire: male, malissimo, ma in fondo non va così male. A due settimane di distanza da quel 14 maggio da incubo i cuori dei tifosi biancorossi stanno tornando a battere regolarmente: la retrocessione sul campo contro la Folgore Caratese è stata una pagina tristemente nera ma, inevitabilmente, la salvezza arrivata a tavolino ha fatto tirare a tutti un bel sospiro di sollievo.

L’accaduto non cancella comunque una stagione disastrosa dal punto di vista sportivo, un campionato approcciato con velleità di classifica salvo poi smembrare la squadra e la tranquillità del gruppo con scelte alquanto discutibili che, a conti fatti (parlare con il senno del poi è facilissimo, lo sappiamo), si sono rivelate sbagliate. Salvato il salvabile il Città di Varese versione 4.0 ha già iniziato a lavorare alla quarta stagione in Serie D con un Antonio Rosati determinato a invertire il trend e riportare la piazza dove merita; inevitabile, però, rivivere l’annata attraverso voti e giudizi ai protagonisti. Dopo portieri e difeensori, ecco il nostro pagellone di centrocampisti e attaccanti; appuntamento a domani per chiudere con staff e dirigenza.

CENTROCAMPISTI

Francesco Gazo: 6.5

Prima del trittico di vittorie nel finale il Varese aveva trovato i suoi successi solo con il leone classe ’92 in campo. Aspetto che non può certo essere una coincidenza anche se (essendo anche lui umano) è andato a sua volta in difficoltà nel momento peggiore della squadra, ovvero nel passaggio tra De Paola e il Porro-bis. Gli infortuni l’hanno tenuto fuori troppo: è mancato all’inizio e alla fine, e (per quanto il gioco dei se e dei ma non porti mai da nessuna parte) in molti hanno la certezza che con lui in campo le cose sarebbero andate diversamente. Cuore biancorosso

Pietro Settimo: 6.5

Vista la scellerata gestione del mercato, la sua “scoperta” è stata quasi necessaria: in otto partite ha inciso molto più di altri che, al contrario, avrebbero dovuto farlo al posto suo. Un gol e due assist, ma soprattutto tanta personalità contro gente ben più navigati di lui (la carta d’identità recita 2005). Proprio per questo parrebbe scontata una sua riconferma visto che dall’anno prossimo sarà obbligatorio avere almeno un 2005 in rosa. Garantendogli continuità e svincolandolo dalle responsabilità (che altri dovranno accollarsi) potrebbe rivelarsi un autentico crack. Rivelazione

Marco Pastore: 6+

Nessuno come lui è riuscito ad infiammare i tifosi e nessuno più di lui sembrava poter dare l’impressione di trovare il guizzo decisivo per risolvere le partite. Guizzo che però è spesso (fin troppo) mancato e lo dimostrano i due gol e i tre assist messi a referto, cui si aggiunge un autogol procurato; troppo poco per uno come lui. Dall’altra parte ha però compensato con tanto, tantissimo impegno soprattutto in fase difensiva sacrificandosi anche come eterno a tutta fascia. Doveva essere la punta di diamante della squadra: lo è stato a tratti, risultando a volte troppo nervoso incaponendosi in inutile giocate individuali. Di certo ha vissuto un’annata storta e il suo talento (indiscutibile) si è ben visto lo scorso anno; prendere o lasciare. Imprevedibile  

Riccardo Rossini: 6

Uno dei giudizi più difficili. Perché? Oggettivamente a livello tecnico ci si aspettava ben altro, ma per spirito di sacrificio ha dovuto praticamente giocare in ogni ruolo ed è stato più attaccante degli attaccanti (dei pochissimi rimasti). Due gol, un assist ma soprattutto tantissimo lavoro sporco in ogni zona del campo quando da uno come lui bisognerebbe soltanto pretendere qualità sulla trequarti. Il talentuoso classe ’93 paga, come tanti altri, un mercato alquanto rivedibile. Sacrificato

Roberto Candido: 5.5

Dopo il gol alla Real Calepina sembra poter essere in grado di trascinare il Varese alla salvezza, e invece ha avuto anche lui la ben nota flessione di rendimento. Poi, proprio nel momento in cui la squadra si stava per risollevare, l’infortunio l’ha tagliato fuori nelle ultime cinque partite; il quarto d’ora finale contro la Caratese nei playout è stato da dimenticare. Nessuno mette in discussione le sue qualità (sarebbe folle farlo) e proprio per questo rientra a pieno titolo tra i rimpianti di questa sciagurata stagione. Inguaiato  

Andrea Malinverno: 5.5

Concetto ribadito ben più di una volta in stagione: si è portato dietro la spada di Damocle nell’esser stato etichettato come vice-Disabato. Il classe ’02 non lo è e, se già era in difficoltà con Disabato al suo fianco, senza il capitano di inizio stagione ha faticato ancor di più. Almeno finché non gli è stato chiesto di fare tutt’altro: libero mentalmente è cresciuto di livello riuscendo a rendersi in qualche modo protagonista soprattutto in fase difensiva, mentre davanti ha inevitabilmente qualche lacuna. Al netto dei miglioramenti di fine anno, comunque, paga un inizio di stagione decisamente a rilento e le troppe responsabilità. Impotente

Bryan Mecca: 5.5

Avvio da top, prosieguo in calando. Presentarsi all’Ossola con un gol nel derby in pieno recupero lo ha subito elevato a beniamino della tifoseria ma è naufragato in fretta insieme a tutta la squadra tra dicembre e marzo. Tra le linee ha faticato tantissimo a trovare punti di riferimento e continuità di rendimento alternando prove discrete a prestazioni incolori. Come tanti altri, anche lui è migliorato nella fase finale del campionato, ma di certo ci si aspettava ben altro rendimento. Offuscato  

Gianluca Piccoli: 5.5

Non ha certo avuto un bel rapporto con gli infortuni: 13 partite giocate sono un bottino decisamente misero per colui che doveva prendere in mano le chiavi del centrocampo biancorosso. Nelle sfide giocata nel girone d’andata ha faticato tantissimo a trovare il ritmo e altri problemi fisici l’hanno tenuto fuori per metà ritorno. Di nuovo in campo è riuscito finalmente a trovare un minimo di continuità e, con una miglior condizione, ha lasciato intravedere qualcosina. Troppo poco, comunque, per arrivare alla sufficienza, ma ha comunque avuto il merito (certificato) di essersi fatto sentire non poco all’interno dello spogliatoio nei momenti più difficili. Frammentario  

Jonathan Bigini: 5

La simpatia del pubblico nei suoi confronti non è mai sbocciata e il classe ’03 ha faticato a ritagliarsi spazio anche perché non ha praticamente mai sfruttato le occasioni avute; anzi, ce lo si ricorda più che altro per gli errori che (talvolta) sono costati carissimo, come ad esempio quel pallone non spazzato contro il Brusaporto. Rimandato. Meteora  

ATTACCANTI

Alessandro Salami: 5.5

Catapultato nella realtà di Varese per dare la scossa ad un reparto dormiente non ha mai avuto l’opportunità per farlo. Almeno non prima di una decina abbondante di partite. Gettato nella mischia titolare per la prima volta all’Ossola è andato a prendersi di personalità un pallone da posizionare sul dischetto per regalare il vantaggio al Varese. Poi, nelle ultime partite, non ha certo impressionato. Acerbo

Carlo Ferrario: 5

Di sicuro la delusione più cocente per la tifoseria biancorossa: arrivato con la nomea del goleador che avrebbe dovuto trascinare il Varese in alto, e invece… In realtà sarebbe ingiusto addossargli tutte le colpe perché comunque si era presentato al meglio (7 gol in dieci partite). Poi, comunque, ci ha messo del suo perché quel rigore sbagliato contro il Villa Valle lo ha destabilizzato e per un girone intero (saltando quattro partite per infortunio) non è mai riuscito a trovare la via della porta. Il gollonzo contro il Sona sembrava poterlo sbloccare, e invece un nuovo infortunio lo ha messo fuori gioco fino all’ultima giornata; nel playout contro la Folgore Caratese ha avuto qualche minuto a disposizione ma non ha certo giocato le sue carte al meglio sbagliando anche un clamoroso gol a porta vuota. Sparito

Riccardo Scarpa: 5

Utilizzato per necessità tra dicembre e gennaio ha alternato buoni lampi a prestazioni più in ombro. Poi il buio più totale: usato come pedina per spezzare il ritmo e gli equilibri nel finale non è mai riuscito ad incidere risultando, semmai, talvolta quasi indisponente. Recidivo

Lorenzo Berra – NG

77’ in Coppa Italia (in cui non ha impressionato) e appena 17’ in campionato spalmati su tre presenze: poi l’infortunio lo ha messo fuori fino a fine stagione. Troppo poco per valutare un ragazzo classe ’03 di cui in tanti hanno parlato davvero bene. Oggetto misterioso

Matteo Carraro

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