110 e frode. Si muovono le Fiamme Gialle. E questa volta il Consorzio Sgai c’entra per davvero. Nelle ultime ore la Guardia di Finanza di Napoli ha portato alla luce una frode milionaria perpetrata sul mercato del superbonus 110% sulle ristrutturazioni che farebbe riferimento all’attuale proprietà della Pro Patria. Secondo l’accusa sarebbe stato messo a terra un sistema in grado di far accumulare illecitamente crediti di imposta per oltre 109 milioni di euro poi ceduti ad intermediari finanziari, monetizzandoli per un importo di oltre 83 milioni di euro. Cifre sequestrate presso istituti finanziari, società e conti correnti di alcuni degli indagati. In totale, si tratterebbe di 21 persone fisiche e di varie società ed enti ad esse collegate.

Particolarmente sul pezzo la stampa trevigiana (in testa La Tribuna di Treviso), per consonanza al territorio epicentro di buona parte delle denunce di frode. Se il 25 novembre scorso in occasione della metafisica conferenza stampa di presentazione della nuova proprietà, il neo presidente Domenico Citarella aveva allontanato le ombre derivanti dall’arresto del Presidente consortile Roberto Galloro (“Presunti reati che nulla hanno a che vedere con il Consorzio Sgai”), ora l’estraneità alla vicende contestate sarà più complicato (eufemismo) da dimostrare. In questo quadro, il ritorno in sella di Patrizia Testa appare sempre più probabile. Sempre che le vicende giudiziarie non facciano da ostacolo.            

Giovanni Castiglioni          

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