Per arrivare in alto servono sacrificio e passione, molte volte anche più di quanto ci si possa immaginare. Chi non vive la vita dello sportivo non sa, e a volte non riesce neanche a capire, quanti sforzi davvero servano per coltivare una passione, un’amore che va al di là di tutto.

Questa è la storia di Marco Giallo, ragazzo quattordicenne di Varese che, per coltivare e seguire il suo sogno di diventare uno sciatore, sacrifica da anni tempo e divertimento in nome del lavoro, del sacrificio e dello sport che più ama e che ha imparato a conoscere sempre più fin dalla tenera età di 4 anni.

Un percorso di crescita che lo sta portando a raggiungere traguardi sempre più importanti come il terzo posto ai Campionati Regionali di SkiCross di Chiesa Valmalenco di questo weekend.

Da quanti anni sci?
“Ho iniziato quando avevo 4 anni, allenandomi con questo piccolo gruppo, gli Amici di Madesimo, che è tutt’ora il Club per il quale scio. Mi sono trovato subito bene con gli sci ai piedi ed è nata praticamente subito la mia passione per questo sport. Una passione nata come passatempo solo durante l’inverno e che poi è cresciuta sempre più, tant’è che ormai sono 10 anni che lo faccio e con sempre maggior costanza. Oltre a sciare io gioco anche a basket in Varese Academy, altro sport per il quale nutro grande interesse e che mi aiuta molto a rimanere in forma ed avere una buona tenuta atletica. Ho deciso di dare però priorità allo sci”.

Come sono state le prime volte in pista? Qual era la caratteristica dello sciare che più ti ha attratto?
“Devo dire che io sono sempre stato un po’ spericolato. Quando crescendo andavo con mia sorella a sciare e lei aveva più timore di me, io la prendevo quasi come una sfida, cercando di fare i salti più difficili o venire giù il più velocemente possibile. Ho sempre avuto molta più paura di prendere la seggiovia che di scendere dalla montagna ad esempio. La velocità è un qualcosa che mi ha entusiasmato fin da subito e penso sia anche grazie a questo che sugli scii mi trovo così bene”.

C’è un modo in cui ti piace descriverti come sciatore?
“Sono un perfezionista, non mi accontento mai. Ogni volta che scio la prima cosa che valuto arrivato alla fine della discesa è il mio stato d’animo. Sono molto autocritico e riesco a capire spesso come ho sciato e se sono soddisfatto o meno. Sono molto attento al dettaglio, non mi accontento mai e cerco sempre di migliorare. Alla base di tutto poi penso ci sia la convinzione di quello che si fa e come lo si fa. Senza quella è difficile fare buone discese”.

C’è uno sciatore o una sciatrice a cui ti ispiri?
“Sì, il mio modello è Alex Vinatzer. Spesso anche prima delle gare o alla sera, durante la riunione video, l’allenatore fa vedere a me e ai miei compagni la sciata di questo atleta e mi piace guardarlo e studiarlo anche da solo per capire come fa e prenderlo a esempio”.

Tu sei arrivato terzo agli ultimi campionati regionali di SkiCross a Chiesa Valmalenco, ma in cosa consiste nel concreto questa specialità?
“Lo Skicross è un insieme di salti, paraboliche, dossi, una disciplina molto particolare nata tra i giovani solo due o tre anni fa. Per trovare pista adatte la ricerca è spesso complessa perché non in tutti gli impianti si trovano piste adatte”.

Un grande risultato quello che hai raggiunto..
“Sì devo dire che sono rimasto molto soddisfatto. Sono riuscito ad arrivare davanti a tanti sciatori che solo un mese fa agli italiani di Valle Cimbra avevano ottenuto un grande risultato. In più è stata davvero una grande soddisfazione vedere comunque che tutti gli sforzi che sto facendo, anche a livello scolastico per rimanere in pari nonostante gli allenamenti e le gare, portano i loro frutti”.

Quali sono i prossimi impegni che ti attendono?
“Adesso abbiamo due settimane di pausa in preparazione ai prossimi regionali di Gigante, Super G e Slalom. Dopodiché ci saranno le qualifiche Pinocchio e gli Italiani. Poi ancora una tappa regionale ed altri italiani”.

Non posso non chiederti che obiettivi ti poni in previsione di queste gare?
“Sicuramente il mio primo obiettivo è riuscire a sciare al meglio ed essere soddisfatto di quanto fatto al termine della gara. Il cercare di migliorarmi gara dopo gara mi crea sempre più stimoli e mi da obiettivi continui”.

Prima mi raccontavi che giochi anche a pallacanestro. Trovi delle similitudini o dei collegamenti tra questi due sport apparentemente così distanti ?
“Secondo me l’agilità e la rapidità sono due qualità e caratteristiche che in entrambe le discipline sono importanti. Io, grazie al lavoro di agilità e rapidità che faccio a basket, riesco poi a performare al meglio quando scio, colmando il gap fisico che a volte posso avere con i miei avversari, soprattutto a livello di peso, essendo io più gracile di altri sciatori”.

Infine chiudiamo con un pensiero anche sulla Pallacanestro Varese che tu tifi, la stai seguendo?
“Meno degli altri anni purtroppo perché i miei impegni con lo scii richiedono sempre più impegno e mi portano via tanto tempo ma quando posso vado sempre al palazzetto a tifare”.

Alessandro Burin

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