Si sa che il detto vincere aiuta a vincere e, nello sport come in nessun altro settore della vita quotidiana, è più vero che mai. Per questo motivo, che la vittoria di ieri sera della Openjobmetis Varese per 86-78 contro la Vanoli Cremona sia arrivata in una gara alla stregua di un’amichevole per la valenza specifica, visto che Sassari ha già vinto il girone B di qualificazione alle Final Eight di Supercoppa Discovery+, è assolutamente irrilevante.

I biancorossi finalmente si levano, come ha voluto descriverla lo stesso coach di Varese in conferenza stampa post gara, la così detta “scimmia dalla spalla” del primo successo stagionale, riportando tranquillità e qualche certezza in più in un gruppo che è ancora un grande cantiere aperto.
Il sorriso è arrivato contro una Cremona che definire rimaneggiata, forse, è anche riduttivo, alla sua terza gara in pochi giorni giocata senza i tre americani che saranno parte integrante del quintetto titolare di coach Galbiati, a cui ieri sera si è aggiunta anche l’assenza di Sanogo, con tanti giovani volenterosi al seguito e la voglia di non sfigurare.

Insomma, il quadro ideale per Varese per fare bene e cercare di regalare la prima gioia stagionale ai proprio tifosi presenti all’Enerxenia Arena. Obiettivo centrato dopo una gara comunque parecchio in equilibrio nonostante le condizioni sopra presentate, con i ragazzi di coach Vertemati che hanno dimostrato di saper non essere Gentile dipendenti. La mano del campione con il 5 sulla schiena è stata più fredda del solito, ma si è messo a servizio del gruppo, giocando da playmaker puro, chiudendo la gara con 9 punti e 8 assist, amministrando manovra e gioco e dimostrando grande senso di applicazione e responsabilità.

Di contro, i suoi compagni lo hanno ripagato con una prova corale che lascia ben sperare per le prossime settimane di lavoro in vista dell’esordio in campo domenica 26 settembre alle 17:15 contro Brescia, mettendo sul parquet tutto quel potenziale offensivo di cui la squadra è dotata, portando ben 5 giocatori in doppia cifra (Beane, Wilson, Ferrero, Egbunu e Jones) e alzando di tono l’utilizzo di quella fisicità che è arma primaria della nuova Varese 2021-2022.
Una gestione dello strapotere fisico ancora da migliorare però per un gruppo che, contro una squadra senza lunghi, ha ancora faticato fin troppo nella lotta nel pitturato dove avrebbe dovuto fare manbassa di Cremona senza mai riuscirci fino in fondo.

Qui arriva la nota negativa della serata che poi non è altro che il fil rouge di queste gare, ovvero l’assenza di continuità nei 40′ di gioco. Un problema che parte da una fase difensiva ancora molto approssimativa, come messo in evidenza anche ieri, che si basa su un 1vs1 estremizzato, voluto e cercato per portare a vincere con quello strapotere fisico sopra citato ogni scontro, mettendo intensità, pressione e chili contro gli avversari. Un’impostazione tattica difensiva che richiede molto dispendio di energie, quindi tanta condizione atletica e benzina nelle gambe, cosa che ancora, come fisiologico possa essere, gli uomini di Vertemati non hanno e che pagano visibilmente nel corso della gara dove, a momenti di esaltazione, alternano attimi di blackout in cui permettono agli avversari di prendersi parziali importanti.

La gestione del momento va migliorata ancor prima nella testa che nelle gambe, per un gruppo ancora in attesa del suo cervello, quel Trey Kell fermo ai box considerato l’uomo da sliding doors della stagione varesina che si preannuncia dura, tosta e molto lunga. La squadra è ancora alla ricerca della sua vera identità ma passo dopo passo sta assimilando in maniera sempre più chiara i concetti di un basket moderno, rapido, molto fisico ed europeo che Vertemati vuole portare nella Città Giardino per un rinnovamento che va a braccetto con quell’idea di aria nuova che il triennio appena inaugurato deve portare in casa biancorossa.

Alessandro Burin

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