Prosegue il nostro percorso per scoprire le società con all’interno del proprio settore giovanile bambine che, insieme ai loro compagni, hanno la passione per il calcio. Oltre a Caravate e Sommese, anche nella Cuassese ce n’è una nel gruppo dei bambini del 2010/2011 e il loro mister, Davide Vesia, ci racconta come si è inserita all’interno della squadra: “Alleno da quest’anno il gruppo che era già formato da un paio di anni, ma prima avevo chiesto al precedente allenatore come fosse la bambina. È molto apprezzata, è forte calcisticamente parlando e gli altri bambini si appoggiano a lei. È davvero brava, si vede che fa la differenza e alcuni la vedono come la più forte”.

“C’è assolutamente parità di sesso – prosegue parlando di integrazione – hanno un bel rapporto. Lei è intraprendente, spesso quando do gli esercizi lei è la prima a svolgerli. Avendo 9/10 anni sono già intelligenti come bambini perché per esperienza personale, avendo fatto le giovanili a Viggiù con due ragazze in squadra, posso dirti che da piccoli non c’è pregiudizio, loro vedono il calcio come un divertimento post scuola. Un pregiudizio che magari c’è nei più grandi. Ad esempio, quando ero a Cantello con ragazzi di 13/14 anni alcuni la discriminavano, non le passavano la palla perché non era forte come qualcun altro”.

Una presenza femminile nelle scuole calcio che aumenta a rilento, forse per timore o per preconcetti, ma Davide non ci vede niente di sbagliato: “Oltre a lei vedo che negli altri settori giovanili ce ne sono altre e perché no, il calcio è uno sport che inizialmente possono fare con tutti gli altri. Ovviamente dopo una certa età dovranno andare in una squadra femminile. Sempre parlando di mie esperienze, anche la sorella della mia ragazza gioca a calcio nel Porto Ceresio e vedo che ci tiene ed è bello vedere che è ben integrata”.

Come è dura per i più grandi stare lontano dai campi di gioco, lo è maggiormente per i bambini. A settembre si era provato ad iniziare con gli allenamenti e le partite, ma come ben sappiamo è durato poco. Questo tentativo di ripresa era accompagnato, giustamente, da una serie di comportamenti da osservare: “A settembre notavo che c’era un po’ di paura nei bambini perché era una cosa nuova. Vedevo però che c’era coesione tra di loro ed erano molto educati. Quando chiedevo di mantenere il metro di distanza e di non abbracciarsi loro rispettavano le regole senza problemi, non mi possono lamentare su questo”.
La Cuassese non ha organizzato nel corso di questi mesi degli allenamenti online ma mister Vesia non è affatto contrario, anzi: “Lo appoggerei anche per far svagare i bambini. Credo che andrebbero fatti, lo sport serve. Spero si possa riprendere a breve, ma penso si inizi a settembre”.

Roberta Sgarriglia

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