Il suo arrivo ha dato un segnale importante in merito alle ambizioni del Città di Varese e da quando è approdato all’ombra del Sacro Monte non ha certo deluso le aspettative. Gabriele Quitadamo ha lasciato il Messina per sposare la causa Varese, prendendo i biancorossi per mano e aiutando il gruppo a risalire la classifica fino a conquistare la salvezza.

Uscito acciaccato dalla sfida di domenica scorsa a Saluzzo, il roccioso difensore classe ’94 scalpita per essere pronto in vista di domenica al Franco Ossola contro il Bra: “Dopo aver preso una pallonata sul piede mi si è girato un po’ il ginocchio; non dovrebbe essere nulla di grave e valuteremo la situazione nei prossimi giorni sperando che migliori. Contro il Bra voglio esserci”.

Mancano tre partite alla fine ma il Varese è già salvo; quanto soddisfazione c’è stata nel raggiungere l’obiettivo con qualche giornata d’anticipo?
“Tanta, perché quando sei nelle zone basse puoi essere forte e attrezzato ma è sempre difficile tirarsi su; lo puoi fare solo se hai un gruppo compatto e noi lo siamo stati. Siamo felici di essere usciti da una situazione complicata e vogliamo chiudere il più in alto possibile per dimostrare che ci saremmo salvati anche con i playout; per questo motivo non possiamo essere soddisfatti del pareggio di Saluzzo”.

Facciamo un passo indietro: come sei arrivato a Varese?
“A Messina ho fatto un anno e mezzo discretamente positivo, ma con l’arrivo di mister Rigoli non trovavo più la continuità di campo di cui avevo bisogno. Ho quindi scelto di cambiare e, tra le varie squadre che mi cercavano, non ho avuto dubbi nello scegliere Varese perché era la miglior piazza per storia, società e ambizioni. Anche mister Rossi ha giocato un ruolo importante: avevo già lavorato con lui a Cuneo e conoscevo i suoi metodi, la sua dedizione e il modo di approcciarsi al lavoro. Per come ragiono io l’uomo viene prima dell’essere giocatore o allenatore e qui ho trovato veri uomini”.

In ogni caso, quali stimoli hai trovato nel passare da una squadra che lottava per le prime posizioni a una squadra con tutt’altri obiettivi?
“Passare dal Messina al Varese è come dire lascio il Milan per andare alla Juventus. Potrei chiedere a chiunque di elencarmi le migliori piazze di Serie D e sono sicuro che nelle prime cinque posizioni ci saranno Messina e Varese. Un’annata storta non cambia ciò che una squadra è, e le ambizioni che c’erano al Messina ci sono anche qui a Varese; sono felicissimo della scelta che ho fatto”.  

A tal proposito direi che il tuo ambientamento è andato alla grande, dico bene?
“Benissimo, davvero. Ho un gran feeling con Bes (Balla, ndr) perché veniamo sempre al campo insieme, ma in realtà mi sono trovato bene con tutti fin dal primo giorno e sono stato accolto alla grande da chiunque, dai giocatori alla società passando per lo staff. Tutto questo dimostra la serietà di questo gruppo, l’ambizione e il rispetto che c’è qui a Varese”.

Sui tifosi, invece, cosa puoi dirmi?
“La loro vicinanza si è fatta sempre sentire anche se non potevano fisicamente entrare allo stadio. Non posso sapere quale fosse l’ambiente nel girone d’andata, ma credo sia normale che quando i risultati non arrivano ci sia un po’ di maretta: se ti chiami Varese devi vincere e non c’è spazio per null’altro”.

Difensore centrale, terzino destro, quinto di destra e adesso stai giocando anche sulla fascia sinistra. Qual è il tuo segreto?
“Io faccio il meglio che posso sempre e comunque. Nella mia carriera, e anche qui al Varese, ho giocato in tutti i ruoli della difesa e ovunque mi metta il mister darò sempre il massimo. Non c’è un ruolo che preferisco perché l’unica cosa che voglio fare è aiutare la squadra e sarei disposto anche ad andare in porta se servisse; darei il massimo anche lì”.

Qual è stata la tua partita più bella in biancorosso fin qui?
“Ti direi proprio l’ultima contro il Saluzzo perché ho giocato bene, ho fatto belle azioni e ho messo in mezzo l’assist per Capelli. Sono stato magari un po’ ingenuo sull’ammonizione, ma poi non ho più sbagliato praticamente nulla e mi dispiace aver dovuto alzare bandiera bianca per il colpo subìto”.

E invece la più brutta?
“Quella contro la Caronnese. Era una delle mie primissime partite e quel giorno ho sbagliato subito il retropassaggio verso Siaulys perché non mi ero accorto della presenza di Corno che è stato bravo a guadagnarsi il rigore. Da lì non ho poi commesso chissà quali errori, ma non è stata certo la mia miglior prestazione”.

Dopo la sconfitta contro il Casale sono arrivati otto risultati utili consecutivi; cosa è scattato nello spogliatoio quel giorno?
“Questo gruppo è fatto da uomini prima che calciatori. Ci siamo riuniti e ci siamo detti che così non poteva continuare: sapevamo quali erano le nostre qualità e abbiamo capito che tutti noi dovevamo dare qualcosa di più anche in allenamento. Non era un processo semplice o scontato, ma noi siamo stati bravi a renderlo tale e già dalla sfida col Vado si è visto”.

Domenica contro il Bra vivrai per la prima volta il Franco Ossola con il pubblico; quali sono le tue sensazioni?
“Ci sono tante emozioni a dir la verità. Innanzitutto spero, ginocchio permettendo, di essere della partita perché giocare nel nostro stadio davanti ai nostri tifosi vuol dire davvero tanto. Poi è una partita importante per me perché a Bra sono stato sei mesi, una parentesi piccola ma significativa dato che mi hanno accolto dopo l’infortunio al crociato e non mi hanno mai fatto mancare nulla”.

A quando il primo gol con la maglia del Varese?
“Spero presto (ride, ndr). Io purtroppo ho solo fatto due gol nella mia vita entrambi con la maglia del Cuneo contro Varesina e Legnano. Diciamo che non ho il killer instinct di un attaccante anche se, indubbiamente, dovrei provare a tirare più spesso verso la porta”.

La prossima stagione ti vedremo ancora in biancorosso?
“Spero vivamente di sì e i presupposti ci sono tutti. Ovvio che i matrimoni si fanno in due e ci sono mille elementi da tenere in considerazione, ma io qui mi trovo benissimo, la società è contenta di me e, quindi, i segnali sono assolutamente positivi”.

Alla luce di questo, per concludere, quale sarà l’obiettivo per la prossima stagione?
“Vincere il campionato. Una piazza come Varese non può pensare ad altro ed è quello che proveremo a fare”.

Matteo Carraro

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