Il DPCM dello scorso 25 ottobre ha chiuso palestre, piscine, teatri e cinema che, dopo più di due mesi e mezzo, ad oggi sono ancora sbarrati. Il DPCM atteso a giorni ribadirà la chiusura di tutte queste attività che, dopo il pesante lockdown primaverile e lo stop imposto durante questo autunno, sono in grandissima sofferenza. “Tutto il nostro settore sta vivendo una situazione drammatica e non si sa nemmeno quando e in che modo potremo riaprire”, è il commento a caldo di Gabriele Ciavarella, proprietario del centro Life Wellness di via Sanvito a Varese e rappresentante di AIME Life Wellness.

Domani in tutta Italia si terrà la protesta pacifica #IoApro che coinvolge ristoratori, baristi e anche proprietari di piscine e palestre. Voi aderirete?
“No, noi rispettiamo le regole, come abbiamo sempre fatto fino ad adesso, e rimarremo chiusi. Non conta a nulla riaprire un giorno solo, nemmeno se lo si fa per protesta perchè bisogna portare le richieste non in piazza ma in Regione o al Governo. Non ci servono iniziative estemporanee, ma risposte concrete fatte attorno ad un tavolo. Queste sono manifestazioni che vogliono cavalcare l’onda di categorie in difficoltà, ma hanno preso anche una connotazione politica alla quale non voglio dare seguito. Inoltre si rischiano sanzioni pesanti e in un periodo come quello attuale non mi sembra il caso di aggiungere altre spese”.

Il momento è molto complicato.
“Ormai le palestre non sono neanche più citate nei telegiornali e sui giornali e, andando avanti così, entreremo a far parte di quelle attività che sono parte del passato e non del presente e nemmeno del futuro. In realtà, vorremmo che fosse posta l’attenzione sul nostro mondo che conta più di un milione di addetti e oltre 150mila locali in Italia. Nessuno di noi minimizza sulla pandemia e siamo stati i primi a capire la gravità dell’emergenza sanitaria e ad adeguarci alle disposizioni necessarie per tutelare la salute dei nostri lavoratori e dei nostri clienti, ma ora chiediamo a gran voce di mostrarci su quali basi scientifiche il Governo ci tenga ancora chiusi. All’inizio siamo stati additati come “untori” della seconda ondata ma il blocco della nostra attività non ha aiutato a migliorare la situazione, anzi, i contagi sono aumentati. Chi ci governa, come può pensare che imprese come le nostre possano tirare avanti senza essere presi in considerazione e senza avere una concreta proiezione sul futuro?”.

Aiuti e Ristori sono insufficienti?
“Sono assolutamente insufficienti e inappropriati perchè il Decreto Ristori ci dà una proporzione come lo 0,5% di quello che ci servirebbe. Le palestre sono delle vere e proprie aziende che fatturavano anche tanto e quello che ci è arrivato dallo Stato è un contributo ridicolo che ci permette a malapena di coprire le spese dei rifiuti. Questo disequilibrio tra dare e avere ci mette seriamente in difficoltà. Se non posso lavorare, almeno tu Stato dammi qualcosa che sia consono a mantenere la struttura e anche la mia famiglia”.

Come vede il futuro? Per quanto perdureranno le chiusure secondo lei?
“A mio parere le palestre non riapriranno almeno fino a metà marzo. Vedo nero per il futuro immediato anche perchè i dati della Lombardia sono al limite tra zona arancione e quella rossa. E, se veramente ci consentiranno di ricominciare a lavorare a metà marzo, lo faremo dopo ben 5 mesi di inattività, dato che siamo fermi dall’ultima settimana di ottobre. Pur ricominciando, inoltre, i problemi non saranno terminati perchè si dovranno tenere in considerazione le modalità di riapertura, le sanificazioni e le eventuali altre disposizioni alle quali ci si dovrà adeguare e anche il fatto che alcuni clienti che hanno già sottoscritto l’abbonamento torneranno in palestra ma, di fatto, non faranno entrare liquidità nelle nostre casse perché, appunto, hanno già versato la loro quota in precedenza. In sostanza, per qualche tempo lavoreremo gratis o ancora in perdita. Mi auguro che quanto prima il Governo ascolti i nostri rappresentanti di categoria e comprenda la nostra situazione”.

Il centro Life Wellness, pur nelle grandi difficoltà, continuerà ad esserci?
“La resilienza ci appartiene, guai a non credere di poter riprendere a fare il nostro lavoro. Noi ci saremo, ma lo Stato non può voltare ancora la testa dall’altra parte al mondo sport e ai suoi lavoratori. Tutti noi viviamo del nostro lavoro e, dopo quasi un anno dalla prima chiusura, dobbiamo continuare a dare da mangiare alle nostre famiglie e ai nostri figli. Fino ad ottobre, seppure in maniera ridotta, le palestre hanno potuto vivere, ma ora siamo di nuovo bloccati e ci sentiamo abbandonati e per nulla sostenuti. Al momento della riapertura mi auguro vivamente che ci diano dei protocolli chiari e precisi, proprio come fatto in estate, e noi saremo i primi a metterli in pratica”.

Come stanno vivendo questo momento i dipendenti? E i vostri clienti?
“Il contratto sportivo di chi lavora nelle palestre non prevede la cassa integrazione e molti stanno ancora aspettando i 600€ di contributo di questa primavera. Alcuni si trovano in seria difficoltà e ciò mi rammarica molto. Quanto ai clienti, continuiamo con le lezioni gratuite tramite i social e questo ci permette di mantenerci in contatto e di non perdere la comunità né l’idea del benessere. L’online ha preso piede per forza di cose in un momento come questo, ma le persone non vedono l’ora di poter tornare a socializzare, a fare amicizia, a frequentare di nuovo quella fabbrica della salute su più piani che è la palestra”.

Laura Paganini

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