Da lunedì la Lombardia è passata in zona gialla e, tra le attività concesse, rientra quella degli allenamenti individuali. Molte società si stanno organizzando per riprendere mentre altre preferiscono aspettare, forse per evitare ciò che era accaduto ad ottobre quando c’era stato quel “tira e molla” tra allenamenti consentiti e allenamenti non consentiti.
Risposta negativa che arriva anche dall’Aurora Induno: “Non me la sento di far iniziare gli allenamenti – spiega il presidente Simone Franzoso – e magari fare come la scorsa volta che poi hanno fermato tutto. A noi dispiace perché so che i bambini vogliono giocare, fremano, così come so che tante società stanno iniziando. Per noi rappresenterebbe un introito iniziare perché i ragazzi del settore giovanile pagano la retta e non è neanche una questione di responsabilità perché i protocolli li abbiamo sempre adottati ma a nome della società preferisco stare fermo. Se dovessi pensare a ciò che perdo inizierei subito ma non guardo al lucro”.

Non si ha la certezza di quando la curva dei contagi scenderà in modo da permettere una ripresa in totale tranquillità e per questo è difficile stabilire una data per la ripresa: “Sto aspettando di vedere l’andamento della scuola. Quest’estate hanno visto come sono andati i campus estivi e da lì hanno preso spunto per incominciare l’attività scolastica e ora faccio pure io così. Il punto è arrivare alla bella stagione, con le giornate che si allungano, per fare verso maggio i tornei che sono vitali per noi.  
Spero di iniziare verso i primi di marzo ma non mi sbilancio. Ma poi iniziare a che ora? Le docce non si possono fare e i ragazzi rischiano di ammalarsi. Meglio evitare il problema. È un peccato che poi i genitori vengono a sapere che gli altri si allenano ma devono capire questa decisione e la responsabilità del nostro consiglio direttivo verso la comunità indunese”.

L’Aurora Induno non è solo calcio ma anche tennis, la società infatti dispone di diversi campi ma pure l’attività tennistica è momentaneamente bloccata: “Ne abbiamo solo uno in terra che è all’aperto mentre gli altri hanno i tendoni e anche se si aprono lateralmente il Cts non li considera come campi all’aperto e quindi non si possono usare”.

Come l’anno scorso l’Aurora era stata tra i primi a fare il camp estivo e durante questi mesi è stata tra le poche società ad organizzare gli allenamenti online: “L’anno scorso abbiamo fatto il camp estivo, – prosegue Franzoso – i bambini erano contingentati, le docce non servivano e ce l’abbiamo fatta. Per quanto possibile sono stati fatti gli allenamenti online ma è stato un po’ come fare la didattica a distanza invece che in presenza. I bambini, però, erano sempre in contatto con il loro mister”.
“A mio parere – conclude il presidente – non dovevamo neanche iniziare, c’è stato un esborso di soldi per quanto riguarda le iscrizioni, le divise e noi siamo una società piccola che sta rinascendo piano piano. Sotto un certo punto di vista il Covid per noi è stato un bene, abbiamo messo la palla al centro per migliorarci”.

Roberta Sgarriglia

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