Sostenibilità economica delle società sportive: quale futuro? Questo è il titolo del workshop di questa mattina, sabato 27 maggio, organizzato da Pallacanestro Varese in Camera di Commercio a Varese, il primo di una serie d’incontri che porterà avanti la società biancorossa con la collaborazione delle più importanti realtà sportive italiane, di varie discipline, nel corso dei prossimi mesi.

Questo workshop è anche stata l’occasione per la prima uscita pubblica da nuovo Presidente della Pallacanestro Varese di Toto Bulgheroni ma più in generale del nuovo board biancorosso, con la presenza ovviamente di Luis Scola e di Paolo Perego, tra i relatori di giornata.

Squadra di relatori che, in ossequio a quanto detto prima, ha visto anche l’Amministratore Delegato dell’Inter Giuseppe Marotta e l’Head of Stadium Revenue della Juventus Paolo Monguzzi.

Ad aprire l’incontro è l’AD di Pallacanestro Varese Luis Scola, che spiega in maniera molto dettagliata, il nuovo progetto, la sua idea di sviluppo sostenibile della Pallacanestro Varese.

Uno sviluppo sostenibile basato su 4 punti fondamentali: il primo, la nascita e la crescita del settore giovanile, che crea tifo sano e appassionato, integrato con la società stessa; il secondo è lo sviluppo dell’area della Corporate Social Responsability, coinvolgendo con progetti sociali tante realtà del territorio che si affilino ai biancorossi per questo più che per un ritorno d’immagine; il terzo è il tema della sostenibilità energetica ed ambientale ed il quarto è l’utilizzo dell’impianto a 360 gradi: “Questa è la nostra sfida, rendere Pallacanestro Varese un esempio di società sport-business, che venga copiata da altri nel tempo. Nel calcio ad esempio l’Atalanta è un modello da prendere seguire. Sostenibilità è una delle parole più importanti del nostro essere, tutto quello che abbiamo fatto un anno dobbiamo essere capaci a rifarlo l’anno dopo e farlo meglio. L’idea di prendere un giocatore da 100.000 euro per tre partite per agganciare i playoff, ad esempio, non è nella nostra filosofia, perché sarebbe un intervento sbagliato. Per fare questo pensiamo sia importante costruire una struttura piramidale nella quale ogni piano della piramide sia fondamentale per rendere vincente il vertice, ovvero la squadra. Il tutto parte dalla base, ovvero il settore giovanile, che può essere un grande viatico di sostenibilità, anche solo per riempire il palazzetto. Partendo da loro, si portano le famiglie, si crea un tifo leale ed appassionato, perché coinvolto direttamente nella realtà. Un altro discorso molto importante è il sostegno delle aziende del territorio alla nostra realtà e non solo, il coinvolgimento delle scuole, l’area CSR (Corporate Social responsability), Varese Care, che coinvolge i grandi operatori del territorio per raffrontarsi direttamente con Pallacanestro Varese. A questo aggiungiamo poi un discorso di sostenibilità energetica molto importante, soprattutto in questo momento storico. Il quarto punto importante della piramide è lo sfruttamento dell’impianto non solo durante la partita ma anche in settimana, con l’organizzazione di eventi. Questo l’ho capito quando ero a Houston, dove 3-4 volte alla settimana si creavano incontri che rendevano vivo il palazzetto. La pallacanestro è la chiave per fare questi eventi di business che ti permettono di sostenere poi la società stessa. Da lì capire come poter sfruttare il nostro palazzetto e farlo diventare un punto di riferimento sportivo, social e culturale. Tutte queste variabili hanno una cosa in comune, non sono influenzate dal risultato della domenica, sono staccate e vanno avanti indipendentemente da questo. L’obiettivo è creare risorse che rimarranno per la società, che la squadra vinca o perda. Questo è il nostro progetto dove vogliamo portare la squadra e la società. Non abbiamo le risorse per creare qualcosa di nuovo ma per copiare quello che è già stato fatto da altri e cercare di replicarlo rendendolo efficace per la nostra realtà”.

Parole che fanno da spartiacque al pensiero espresso dall’Amministratore Delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, lui partito proprio da Varese, che basa il suo concetto di sostenibilità economica fondamentalmente sul buono sviluppo di due risorse: quelle economiche e quelle umane: “Per me Varese è tutto, ho un forte debito di riconoscenza verso tutte le persone che mi hanno aiutato a crescere. L’intervento di Scola è stato giustissimo, ha detto cose tutte molto vere sulla sostenibilità economica delle società. Parto allora da una retrospettiva storica parlando di Giovanni Borghi, che non era solo un grande imprenditore ma anche un mecenate. Il mecenatismo è un esempio di gestione che per passione o debito di riconoscenza aveva creato il primo esempio di polisportiva a Varese ed in Italia, con basket e calcio nel gota del calcio, apice il 5-1 alla Juventus. Quello rappresentava un momento storico in cui le società erano gestite solo per la vittoria. Questo modello lo abbiamo ritrovato anche a Milano con la gestione delle famiglie Berlusconi e Moratti ma questo si è dimostrato insostenibile a lungo andare per le società stesse e non a caso, oggi, le due squadre di Milano sono di due proprietà straniere che hanno salvato Inter e Milan. Lo sviluppo del calcio sta mettendo da parte questo modello, andando verso la sostenibilità economica, in ossequio ai parametri imposta dalla lega di appartenenza e della UEFA, il famoso Fair Play Finanziario. Lo sport deve essere modello di business. Cosa bisogna fare? Valorizzare le risorse interne, tutte le attività di Revenue (ricavi), che si vanno a prendere dal contenitore, lo stadio e tutte le attività connesse, da valorizzare al massimo e quando manca, cercarlo nel player trading. Un aspetto fondamentale è stata la regolazione dei diritti televisi con la legge Melandri che comanda i ricavi delle squadre di calcio. A questo però si affianca il valore della competenza umana di chi gestisce questo. In questo rientra tutta una serie di figure sviluppatesi nel corso degli anni che hanno permesso di far crescere qualitativamente il lavoro delle squadre. Questa evoluzione ha rappresentato come il valore umano sia fondamentale. Quando si parla di sostenibilità si tenga conto quindi di due grosse valenze: le risorse oggettive e l’asset strategico, immateriale ed intangibile, che è quello delle risorse umane. Una società vincente non è tale se non ha una società vincente”.

Sempre collegato al mondo Pallacanestro Varese, che nel corso del prossimo anno dovrebbe vedere il Lino Oldrini rinnovato e sempre più aperto durante l’anno per varie eventi, è l’intervento di Paolo Monguzzi, Head of Stadium Revenue della Juventus, da tre mesi nel mondo bianconero, chiamato a ridare slancio all’Allianz Stadium: “Come detto prima lo stadio, il palazzetto, devono essere strutture che vivono durante tutto l’anno, ogni giorno. Come Juventus abbiamo la fortuna di poter fare questo perché abbiamo la struttura. Va continuamente reinventata. Agire, prima di dover reagire. Abbiamo un vantaggio competitivo perché abbiamo uno stadio bello, accogliente, moderno più degli altri purtroppo, perché gli altri stadi sono vecchi e non abbiamo competitività attorno. Dico purtroppo perché di realtà moderne in Italia, tolta la nostra, non ne abbiamo forse nessuna. Abbiamo purtroppo questo vantaggio competitivo, mi piacerebbe confrontarmi con persone che hanno i miei stessi problemi e trovare una soluzione. Sostenibilità vuol dire ambizione non abbassare il livello di qualità o competitività. Portare una persona in più quando non c’è la partita perché ho creato un evento. Lo stadio deve essere la vetrina di ogni attività del club. Bisogna creare un luogo in cui tutti si riconoscono. Il concetto di sostenibilità non è abbassare l’asticella anzi. Il panorama dello sport è cambiato, nessuno butta più i soldi, bisogna generare ricavi”.

Chiude l’incontro il nuovo Consigliere d’Amministrazione di Pallacanestro Varese, Paolo Perego, che incentra il suo pensiero sul ritorno economico delle sponsorizzazioni sportive: “Ci sono due tipi di sponsor, chi lo fa per passione, società medio piccole importantissime, come qui a Varese il Consorzio Varese Nel Cuore, senza una richiesta di ritorno d’immagine molto elevata. Questa parte per noi è fondamentale per chiudere il budget a fine anno. Altro discorso sono gli sponsor delle aziende multinazionali e si entra in una dinamica diversa, perché il ritorno del loro investimento è molto importante. Un percorso fatto di step, quindi l’immagine del marchio sponsorizzato e il ritorno dello stesso. Per uno sponsor l’esperienza che viene offerta per associarsi ad una realtà è estremamente importante, dare la possibilità ad uno sponsor di esprimersi al massimo in relazione alle attività collegate alla realtà sponsorizzata. La relazione di Openjobmetis con Pallacanestro Varese è un bellissimo esempio di come associare una realtà locale con il marchio Openjobmetis. Openjobmetis ha capito che fare solo un anno di sponsorship non avrebbe avuto senso, in questa stagione entriamo nella decima di sponsorizzazione di Openjobmetis, una delle più longeve del nostro basket. E’ iniziata come una sponsorizzazione molto statica, però già da quest’anno è cambiata questa cosa. Gli score, al di là della relazione sportiva, stanno diventando molto più importanti. La territorialità di un società non è limitante per il brand la che sponsorizza. Tra uno sponsor che mi da 10 oggi e poi sparisce, preferisco uno che mi da 8 oggi e me lo continua a dare per i prossimi 5 anni. Questa è una provincia estremamente ricca che può aiutare tantissimo Pallacanestro Varese, molto più di quanto ha fatto fino adesso. Garantisco che Scola ha messo insieme un team competente e ci sarà un approccio al lavoro molto più professionale nel trattare i nostri sponsor, più analitico che in passato“.

Alessandro Burin

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