Anche quest’anno dopo una stagione tanto spettacolare quanto imprevedibile, per le questioni extra campo, è giunto il momento di dare i voti ai protagonisti della stagione 2022/2023 della Pallacanestro Varese, la migliore degli ultimi 10 anni.

Ferrero 8: Perchè sarebbe riduttivo fare una pagella limitandosi alle prestazioni di campo del capitano biancorosso. Le primavere passano ma lo smalto rimane sempre lo stesso per il numero 21 biancorosso che, con il nuovo piano tattico, sembra vivere una seconda giovinezza, soprattutto ad inizio stagione. Il gioco catch and shoot impostato da coach Matt Brase lo esalta, lui grande cannoniere dalla linea dei tre punti. Si fa trovare sempre pronto quando viene chiamatio in causa e, nel momento della stagione in cui non trova spazio in campo, dimostra la sua grandezza morale. Passa un mese e più senza mai giocare, poi viene chiamato nel momento del bisogno nei quarti di finale secchi di Coppa Italia e si carica la sua Varese sulle spalle, portandola quasi a compiere una rimonta che avrebbe avuto dell’epico. Mai una parola fuori posto, mai una sbavatura, sempre con il sorriso in allenamento, in partita o davanti ai microfoni. Mette la sua firma nella serata più importante, quella contro Scafati, quando causa infortuni di Reyes e Johnson viene messo in quintetto e lui fa quello che sa fare meglio: segna da tre, fa esplodere il Lino Oldrini e porta Varese alla salvezza.

Brown 9: Dopo Ross, il giocatore più impattante di questa Pallacanestro Varese. Un leader in tutti i sensi capace di trascinare la squadra in ogni momento, sia da un punto di vista tecnico che mentale. Il più europeo degli americani che quest’estate sono sbarcati a Varese, il giocatore capace di cambiare la faccia della OJM per continuità, quantità e qualità delle sue prestazioni, sia in fase offensiva che difensiva. Questo è quello che più ha stupito tutti, la capacità di Brown di chiudere l’annata a 16.9 punti di media e concorrere allo stesso tempo al titolo di miglior difensore del campionato, a dimostrazione di una totalità di gioco da vero e proprio top player.

Caruso 7.5: Il più cresciuto tra gli italiani biancorossi in questa stagione? Probabilmente sì, anche se l’impressione e non solo quella, è che i margini di miglioramento del lungo campano siano ancora ampissimi. L’annata per lui era iniziata al top, complici anche i problemi di ambientamento di Owens, con un ruolo centrale e una qualità di prestazioni davvero alta. Fin da subito aveva dimostrato la sua compatibilità con il nuovo diktat tattico biancorosso, mostrando anche una forma fisica invidiabile ed una rapidità di piedi decisamente più efficace rispetto a quella dello scorso anno. Crescita esponenziale che era culminata nella gara del Forum di Assago, davanti ad uno dei più grandi estimatori quali Ettore Messina, dove Willie aveva giaganteggiato nel pitturato meneghino, giocando da solo contro le guglie milanesi. Una crescita che però, nella seconda parte di stagione, complice l’esplosione di Owens, si è fermata, riportando Caruso in una posizione di secondo piano che gli ha tolto un po’ di fiducia e che ne ha minato le prestazioni. La crescita più grande forse, Willie la deve ancora fare proprio a livello mentale, che sia a Varese o a Milano, dove ormai pare diretto ma sotto le plance, anche per quanto riguarda la Nazionale, è uno dei prospetti migliori che il nostro basket abbia da offrire.

Owens 8: Quando lo abbiamo visto arrivare al Lino Oldrini è subito balzata agli occhi di tutti la sua forma fisica, per un giocatore di 208cm che pesava poco più di 80 kg. Un atleta talmente filiforme da suscitare più di un dubbio sulla sua compatibilità con un basket molto fisico come quello italiano ed i primi mesi non hanno fatto altro che alimentare questi dubbi. Spaesato, sembrava un pesce fuor d’acqua rispetto ad un contesto di gioco che invece funzionava alla grande. Su queste difficoltà aveva inciso anche una forma fisica tutta da ritrovare per Tariq, dopo un anno e mezzo di inattività. Passavano i mesi e la situazione non migliorava quando poi, all’improvviso, ispirato dalle giocate di Ross ha iniziato a volare al ferro, beccandosi gli “ohhh” del pubblico, trovando fiducia e alzando qualità e sostanza delle sue prestazioni. Non solo efficacia in attacco nel gioco pick’n’roll, soluzione primaria dell’attacco biancorosso, quanto in difesa dove Owens partita dopo partita, si è issato a baluardo di Varese, non solo in termini di protezione del ferro quanto di efficacia nella lotta a rimbalzo diventando in poco tempo da oggetto misterioso a vero e proprio gioiello del mercato biancorosso.

Johnson 8.5: E’ arrivato a Varese come il gioiello del mercato, il giocatore più pagato, la punta di diamante, il cannoniere designato della nuova OJM e Nino non ha tradito le attese. Si potrà dire di lui che sia stato a tratti altalenante, ma il peso delle sue prestazioni è stato un fattore determinante nella stagione varesina. Cannoniere, 15.3 punti di media, ma anche uomo di sostanza e struttura nella lotta sotto le plance, 5.2 rimbalzi a partita, dato non indifferente per una Varese partita ad inzio stagione con solo Justin Reyes come vero 4 designato e trovatasi senza di lui per grandissima parte della stagione. Leader tecnico ma anche carismatico, faccia tosta e muso duro nei momenti in cui servivano per guidare i compagni nelle partite più complicate, showman quando ha saputo accendersi, diventando fondamentale infermabile ed implacabile.

Alessandro Burin    

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