Il 20 maggio 2023 è una data che tutti in casa Sestese ricorderanno negli anni a venire con un misto di orgoglio ed emozione: ritorno dei playout contro un’accanita Pontelambrese, domata all’ultimo minuto di una gara al cardiopalma che per i biancoazzurri ha significato la salvezza. L’esplosione di gioia al triplice fischio ha seguito solo di una manciata di secondi l’esultanza liberatoria che al 95′ ha fugato ogni timore e spalancato ai ragazzi di Puleo le porte dell’Eccellenza. Subentrato a un quarto d’ora dal termine con il numero 18, Andrea Marin ha messo a segno la rete decisiva, valsa un’intera stagione. Stagione che il centrocampista classe 2001 ha vissuto con un ruolo da protagonista, ritagliandosi uno spazio sempre più importante sia in mezzo al rettangolo verde che qualche metro più avanti, dove ha potuto esprimere appieno le sue spiccate doti offensive.

Entrare dalla panchina, soffrire insieme ai compagni e trovare un gol pesantissimo in pieno recupero, nel momento più delicato… Cosa puoi raccontarci di quella serata magica?
“Sicuramente mi sarebbe spiaciuto non giocare l’ultima partita, ma al di là del fatto di partire titolare o meno, sono molto contento, soprattutto per la squadra, perché abbiamo raggiunto un traguardo che ci meritavamo tutti quanti. Penso che il gol sia simbolico, perché avrebbe potuto farlo chiunque altro, e dopo aver vissuto una stagione così difficile, non lo considero un gol mio, ma il gol di tutti. Segnare in quel momento ci ha dato un forte senso di liberazione, perché da tempo ci portavamo dentro un peso, e anche un po’ di paura, dato che in alcuni di noi si era creata una certa negatività e l’idea di non passare i playout ci spaventava. Quando ho visto il pallone entrare, ho provato una gioia immensa, sia per me che per i compagni, ma anche per la mia famiglia che era venuta a vedermi. In tribuna c’erano mio papà, mio fratello e mia sorella: ci sono sempre stati e so che ci saranno anche in futuro”.

Oltre al gol della salvezza, in questa stagione hai messo a segno altre tre reti, raggiungendo il tuo record personale finora. Secondo te, cosa c’è dietro questa tua maggiore concretezza?
“Premetto che punto sempre a migliorare e a incrementare questi numeri. Comunque penso che dietro ci sia molto duro lavoro, che alla fine ripaga sempre. Se ci si allena bene, in un ambiente sano, sono fermamente convinto che sia solo questione di tempo e che i risultati prima o poi arrivino. Quest’anno ho anche giocato in più ruoli, quindi ho avuto modo di portarmi più vicino alla porta. Mi sono saputo adattare alla posizione del trequartista, ho fatto l’esterno quando ce n’era la necessità e in altre partite ho giocato da terzino. Diciamo che mi piace essere un giocatore duttile e penso che anche questa flessibilità, unita alla componente mentale, sia un fattore importante”.

Questa stagione vi ha messo duramente alla prova, riservandovi parecchie difficoltà e battute d’arresto. A livello mentale, affrontare i playout non è di certo una passeggiata, eppure la squadra ha trovato dentro di sé una grande forza. Come ci siete riusciti?
“Sicuramente gli obiettivi di inizio anno erano totalmente diversi da quelli per cui ci siamo ritrovati a lottare alla fine. Accettarlo è stato difficile, ma in queste situazioni, prima ci si riesce e prima ci si può focalizzare sull’obiettivo reale da raggiungere. Chi prima, chi dopo, ce ne siamo fatti una ragione, quindi posso dire che pur non essendo stata una stagione di vertice, siamo contenti che si sia conclusa nel migliore dei modi”.

Se dovessi scegliere tre aggettivi per descrivere il gruppo, quali sarebbero?
“Umile, consapevole e sano. Siamo un gruppo con i piedi per terra, cosciente dei propri punti di forza, fatto di bravi ragazzi, ancor prima che di bravi calciatori, che alla fine è ciò che fa la differenza”.

Questa è stata la tua quinta stagione alla Sestese, salvo il periodo alla Besnatese nello scorso girone di ritorno. Viste le tue prestazioni di quest’anno, senti che quella breve esperienza ti ha aiutato in termini di fiducia e consapevolezza dei tuoi mezzi?
“Sicuramente. La parentesi che ho fatto in Promozione l’anno scorso mi ha aiutato soprattutto a livello mentale, per avere più fiducia in me stesso ed essere più consapevole delle mie potenzialità. Fortunatamente a Besnate ho trovato un bell’ambiente e questo mi ha aiutato ancora di più. È stata un’esperienza molto positiva in cui ho fatto il mio e ho capito di poter giocare tranquillamente in Eccellenza, come spero di aver dimostrato sul campo”.

Nel tuo futuro vorrai continuare a sognare in biancoazzurro?
“La stagione è appena finita, quindi c’è da aspettare e vedere come ci si muoverà a livello societario. Come ogni anno, quando i dirigenti avranno fatto le loro scelte, anch’io farò le mie, e spero che troveremo un punto d’incontro”.

Silvia Alabardi

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