Conto alla rovescia per sabato 25 marzo, data in cui si conoscerà il nome del nuovo Presidente del Comitato Regionale Lombardia (dopo la prematura scomparsa di Carlo Tavecchio) che avrà il compito di portare a termine il quadriennio 2021/2024.

All’Assemblea Elettiva si sfideranno Sergio Pedrazzini (Vice Presidente Vicario che negli ultimi mesi ha svolto, come da protocollo, le funzioni di Presidente) e Alberto Pasquali, sconfitto proprio da Tavecchio lo scorso 9 gennaio 2021.

La candidatura di quest’ultimo è mossa dal desiderio di attuare un cambio di tendenza nella politica del CRL, a giudizio dell’opposizione troppo orientata alle tematiche nazionali a scapito di quelle regionali. Aspetto che Pedrazzini smentisce subito: “Trovo spiacevole sentir dire, da una persona che per due anni non si è mai vista, che il Comitato non sia vicino alle società. Il nostro compito è proprio quello di risolvere le problematiche locali e la rappresentatività verso Roma serve a questo: noi siamo il ponte che fa da tramite tra le realtà lombarde e la nazione, ma l’attività svolta nei confronti delle società è presente e documentata da quanto fatto negli ultimi due anni. Iniziative e aiuti, in termini di servizi, dovuti anche solo per un semplice motivo”.

Ovvero?
“La Lombardia con le sue 1420 società rappresenta tutte le tematiche, le casistiche e anche le problematiche che il calcio dilettantistico può offrire. Il fattore esperienziale non può che partire dalla regione più grande e il Comitato ha il dovere di porsi come punto di riferimento per tutto il sistema. La Lombardia a livello nazionale deve rappresentare un punto di forza e la mia, anzi, la nostra candidatura è portata avanti nel nome della continuità, dell’urgenza e della logica”.

A tal proposito, quanto è importante dare un segnale di forza proseguendo sul percorso tracciato da Carlo Tavecchio?
“È molto importante anche se al posto della parola forza preferisco usare il termine rappresentanza. Grazie a Carlo la Lombardia ha avviato il processo per porsi realmente come punto di riferimento degli altri comitati: l’esempio lampante è dato dalla dichiarazione di Abete del 14 gennaio che riconosceva la necessità di avere undici assembleari lombardi. Forse per qualcuno questo vuol dire poco, ma la rappresentatività è un valore cui è giusto dar peso e noi siamo pronti a continuare a rappresentare la Lombardia al meglio”.

Si parla di riforme del calcio giovanile e femminile ma, in tema di riforme, dal primo luglio 2023 decadrà il vincolo sportivo, aspetto particolarmente caldo tra le varie realtà sportive. Qual è il suo punto di vista?
“Sarò franco: il 25 marzo è una data importante, ma dal 26 dovrò guardare in faccia le società ed è inutile fare proclami privi di fondamento. Dal primo luglio, salvo ulteriori proroghe, entrerà in esecuzione una legge, una vera e propria riforma dello sport, non solo del calcio dilettantistico: parliamo di un disegno di legge cambiato, emendato, prorogato e approvato da tre governi diversi, ma che è sbagliato per il calcio dilettantistico. Io ne posso comprendere la genesi soprattutto per certe aree dello sport, al fine di regolamentare certe società dilettantistiche che svolgevano attività di lucro, ma non è un discorso che interessa il nostro mondo. Di certo, però, non può essere un comitato regionale a cambiare una legge di uno stato”.

Come vi muoverete pertanto?
“Dire che cambieremo le cose è un nodo troppo elettorale e tradisce la nostra volontà di agire in nome delle società. Mi limito a dire che già lo scorso 14 gennaio, quando eravamo a colloquio con Abete insieme al nostro presidente, sul tavolo di lavoro c’era proprio la volontà di proporre emendamenti e soluzioni che potessero andare incontro alle esigenze delle realtà di cui tuteliamo gli interessi. Continueremo a farlo ascoltando le società perché se ci fosse anche solo la possibilità di cambiare qualche virgola abbiamo il dovere di agire, consapevoli però che tra un CRL e uno Stato ci sono di mezzo tante istituzioni tra cui LND, FIGC e CONI”.

In caso di elezione, quali sono gli obiettivi che si possono concretamente raggiungere entro la fine del mandato?
“La preoccupazione più grande in questo momento non consiste solo nello spiegare la riforma dello sport, ma di metterla in pratica. Le società vanno aiutate in tal senso, ragion per cui, non appena noi stessi avremo ben chiara la declinazione della norma, apriremo diversi sportelli per agevolare qualsiasi attività. Non sarà un processo rapido perché serviranno mesi per trovare equilibrio tra il modello economico di sviluppo precedente e quello dopo il cambiamento. Un cambiamento che, lo ribadisco, non ci piace: toccando tutti gli sport è però nostro dovere guidarlo e sono certo che le società, dopo aver superato la pandemia, supereranno anche questo scoglio. Non ho dubbi al riguardo: conosco il territorio e le persone. Nel frattempo porteremo avanti tutti i progetti che abbiamo annunciato a inizio mandato e continueremo a muoverci per supportare le società anche dal punto di vista delle spese energetiche”.

Visto che le elezioni sono ormai alle porte, qual è il suo slogan?
“Ho solo una cosa da dire: “Care società, votate la continuità, l’urgenza e la logica”. Gli incontri di questi giorni si sono rivelati estremamente gradevoli perché, a prescindere dalle attività elettorali, è davvero piacevole confrontarsi apertamente con gli addetti ai lavori, persone che vivono di calcio e sanno come poter essere concretamente d’aiuto al Comitato con suggerimenti, parole di conforto e, perché no, critiche. Solo insieme si può proseguire”.

Matteo Carraro

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