Scuola Calcio e Settore Giovanile dell’Inter fino alla Beretti, più un’esperienza nella formazione Primavera del Parma: è con questi trascorsi che Federico Pelle si è affacciato al mondo del professionismo, calcando per due anni i campi di Serie C, prima con la maglia del Renate, poi con quella della Pro Sesto.

Nel 2021, il passaggio in Eccellenza con le strisce biancorosse del Club Milano, che ha deciso di indossare anche in questa stagione. Sono già dodici le reti messe a segno dall’attaccante classe 2000, già sei in più rispetto al campionato scorso. Deciso e consapevole, la punta di diamante di mister Scavo si racconta alla nostra redazione, esaminando successi e intoppi del gruppo e puntando verso obiettivi di alto calibro.

Partiamo dal 2-2 di Solbiate. Possiamo definirlo come una rivincita dopo la sconfitta con l’Oltrepò? E cosa era mancato, invece, contro i pavesi?
“Quella di domenica è stata di sicuro una prova di carattere, anche perché arrivavamo da un periodo non facile, quindi era importante fare punti contro una squadra come la Solbiatese che oltre ad essere forte è anche in salute e veniva da una striscia di risultati positivi. Siamo andati due volte sotto e siamo riusciti a rimontare in entrambe le occasioni, per cui siamo tornati a casa soddisfatti, con un punto che ci deve aiutare a ripartire col piede giusto. Riguardo all’Oltrepò, anche loro sono una squadra forte e avevamo anche indirizzato bene la partita. Loro erano rimasti in dieci dopo trenta minuti e noi stavamo esprimendo un buon gioco, ma ci è mancata quella scintilla in più per pareggiare. Con una prestazione del genere non era possibile uscire dal campo con zero punti, quindi è stato quello il nostro errore”.

Ad oggi sei il miglior marcatore di un gruppo piuttosto prolifico. Pensi che l’attacco sia il vostro reparto dominante? E tra le tue reti, qual è stata finora la più bella e/o importante?
“Dire quale sia il reparto più forte è difficile perché siamo una squadra che cerca di attaccare con quanti più uomini possibili. Sicuramente dobbiamo migliorare nel difenderci tutti insieme, per cercare di subire di meno. Quanto ai miei gol, scelgo la doppietta col Pavia perché ci ha regalato una vittoria molto pesante”.

La forbice dei playoff è una spada di Damocle su tante teste, la vostra compresa. Al momento, il post-season sarebbe a rischio: questa eventualità aumenta la pressione?
“Sicuramente è uno stimolo in più. Pavia e Vogherese stanno facendo, a mio parere, un campionato incredibile, con un margine di errore minimo. Visto che arrivare tra le prime cinque potrebbe non bastare, per restare al loro passo dovremo pensare partita dopo partita e portare a casa più punti possibili, stando attenti a non perdere altro terreno, altrimenti sarebbe tutto inutile”.

È da metà del girone di andata che le prime cinque della classe sono le stesse. Da dietro, però, incalzano almeno tre formazioni, prime tra tutte il Magenta, coi vostri stessi punti. Quale sarà la vostra arma in più per difendervi?
“La classifica adesso è molto corta e ci sono tante squadre in pochi punti, per cui bisogna guardarsi sia davanti che indietro. Prima di preoccuparci degli altri, però, dobbiamo pensare a noi stessi e fare il meglio possibile. Quello che ci serve è tornare a vincere, divertendoci e proponendo il nostro gioco; sono sicuro che se ci riusciamo, i punti arriveranno”.

Sabato anticipate in casa con la Vis Nova, che in questa ripresa di campionato ha vinto contro Sestese e Pavia mettendo a segno ben 7 reti. È forse l’avversario più in salute del momento? Come arrivate a questa partita?
“Visti i risultati, la Vis Nova di adesso è un’altra squadra. Già all’andata, comunque, ci aveva messi in difficoltà perché nel primo tempo eravamo in svantaggio di due gol e poi eravamo stati bravi a ribaltarla. La partita di domenica sarà importantissima e da parte nostra ci arriviamo con la consapevolezza che il punto di Solbiate può essere l’inizio di un periodo positivo. Oltretutto, è da due partite che non vinciamo in casa, quindi sentiamo il dovere di prenderci finalmente i tre punti”.

Prima di allora, però, il Vista Vision è sempre stato il vostro fortino. Ora le statistiche parlano di una media di 2,2 punti in casa e solo 1 in trasferta.
“Giocare in casa è sempre stato il nostro punto di forza. Dobbiamo tornare sui nostri standard ma soprattutto migliorare in trasferta, perché se vogliamo stare in alto, quella media punti è troppo bassa”.

La vostra è probabilmente la rosa più giovane del girone. Quali sono i pro e i contro di questa specificità?
“Il pro è che siamo un gruppo affiatato che ha tanta voglia di dimostrare e che mantiene sempre alto il ritmo, sia la domenica in partita che in settimana agli allenamenti. Il contro è che in in alcune fasi di lettura o negli ultimi minuti di gioco ci manca quell’esperienza che tante volte aiuterebbe a gestire le situazioni difficili. Certo è che non deve essere un alibi; a Solbiate, dopotutto, abbiamo dato prova che nonostante la giovane età possiamo tenere testa anche a una squadra in forma”.

Se potessi strofinare la lampada di Aladino in questo preciso momento, cosa chiederesti per questa stagione?
“Vorrei che questa annata si concludesse come l’abbiamo iniziata, nelle prime posizioni e giocando bene come abbiamo sempre fatto. La voglia c’è, la squadra anche, quindi dobbiamo semplicemente realizzare l’obiettivo”.

Personalmente, dopo i tuoi trascorsi, ti piacerebbe tornare nel calcio professionistico? E che idea ti sei fatto dell’Eccellenza?
“Certo, penso che il professionismo sia l’obiettivo di qualunque giocatore perché si tratta del nostro lavoro e bisogna cercare di puntare sempre in alto. Riguardo all’Eccellenza, ormai ho imparato a conoscerla e posso dire che è un campionato dove ogni domenica può succedere di tutto, dove non esistono partite facili e dove non si può mai dare nulla per scontato, come dimostra anche la classifica. Che si giochi contro la prima o contro l’ultima, cambia veramente poco e bisogna sempre dare tutto e affrontare la gara nel modo giusto. Penso che questo equilibrio sia ciò che la differenzia dai campionati di categorie superiori, oltre al fatto che qui forse ci sono tante varianti in più, prima tra tutte il campo”.

Silvia Alabardi
(foto di Alberto Locati)

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