Inizia con una sconfitta per 90-80 il girone di ritorno della Pallacanestro Varese contro la “bestia bianconera” di questo campionato per la OJM, la Dolomiti Energia Trento.

Una partita passata sempre a rincorrere quella degli uomini di coach Matt Brase che pagano un approccio alla partita troppo molle, soprattutto in difesa e una prestazione ai liberi a dir poco deficitaria, chiudendo con un eloquente 19/32 che racconta tanto della sconfitta biancorossa.

Due aspetti a cui si somma la capacità di Trento di arginare al meglio Ross, togliendo velocità ed idee ad una Varese che più volte finisce per rimanere impantanata nelle maglie della difesa trentina.

Devo fare i complimenti a Trento che ha ottenuto una vittoria mettendo in campo fisico ed energiadice coach Matt Brase in sala stampa – . Noi abbiamo subìto il loro gioco fin dal primo quarto e poi ci siamo ritrovati ad inseguire per tutta la gara. Nell’ultimo quarto siamo riusciti anche a ricucire portandoci sul -5 ma poi loro sono tornati avanti sfruttando i rimbalzi offensivi e poi non c’è stato più tempo per ritornare in partita. Non è stata la nostra miglior prestazione ma bisogna dare credito ai nostri avversari; dobbiamo imparare la lezione“.

Decisamente più soddisfatto coach Lele Molin che infila la seconda vittoria consecutiva su due tentativi contro Varese in questo campionato: “Dovevamo vincere e ci siamo riusciti, penso facendolo con criterio e meritandoci i due punti. Abbiamo condotto sempre la partita, i ragazzi sono stati bravi a guidare il match nonostante il grande dispendio di energie. È un passo ulteriore nel nostro percorso a cui dobbiamo dare continuità. A Varese all’andata siamo stati più fortunati che bravi rimanendo aggrappati al match grazie ad una grande intensità difensiva. Stasera, invece, abbiamo giocato con molta più qualità, attaccando con disciplina e non permettendo a Varese di correre, togliendogli così ritmo e tante seconde opportunità. Abbiamo vinto la partita a rimbalzo e poi diciamo che la loro media ai liberi ci ha dato una bella mano“.

Alessandro Burin

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