La stagione della Pallacanestro Varese è stata un successo, non solo in campo quanto al di fuori, con una piazza che è tornata a ribollire di passione per i colori biancorossi.

L’esempio più lampante di questo sono gli innumerevoli sold-out consecutivi che la società biancorossa ha registrato in campionato e che sono il termometro più vero di quanto il tifo a Varese sia un valore aggiunto. Tifo sano, vero, per certi versi che sta anche cambiando con tanti giovani che si stanno avvicinando alla Pallacanestro Varese anche per le molto iniziative che il club biancorosso sta organizzando e che vedono in primo piano il lavoro de Il Basket Siamo Noi.

Un lavoro che passa anche dalla nuova connotazione di responsabilità sociale che il Trust in collaborazione con la società sta ssumendo sotto l’egida VaRes che, tra l prime iniziative ha visto il successo indiscusso della prima edizione della Varese School Cup.

Di questo e di tanto altro abbiamo parlato con il Presedente de Il Basket Siamo Noi, Umberto Argieri.

Come ha vissuto questa stagione?
“La stagione è stata folgorante. Si sono verificate un insieme di situazioni che sono state un po’ la coda dello scorso anno e parlo dell’aspetto sia legato alle prestazioni sia di quello legato all’atmosfera al palazzetto, che viaggiano in parallelo. Si è creata quella che, a noi del Trust, è piaciuto definire un’onda anomala, che ha coinvolto società, squadra e tifoseria. Le due componenti insieme, che all’inizio si sono studiate, tifo e squadra, sono cresciute insieme fino a diventare uno tsunami. L’entusiasmo e quel clima effervescente che piano piano è maturato, è esploso in maniera fragorosa, dando la sensazione che qualcosa davvero stesse cambiando nel corso della stagione. Il cocktail è stato esplosivo, nei risultati e nell’entusiasmo della gente. Tutto questo si è concluso al meglio nella consapevolezza che non si è vissuto un qualcosa di transitorio ma anzi, si è solo all’inizio di un nuovo percorso. Questo ha fatto ritrovare quell’orgoglio che tutta la tifoseria ha dimostrato di avere nei momenti più e meno belli, ma non voglio parlare di quelli meno belli”.

Aprendo la pagina del sito de Il Basket Siamo Noi, si vede una foto di copertina che è quella degli ultimi playoff giocati da Varese. Quanta amarezza c’è di non averli potuti disputare quest’anno?
“Parecchia, soprattutto perchè a volte si è arrivati ai playoff per un rush finale miracoloso e allora già il fatto di esserci arrivati veniva visto come un premio. Quest’anno invece c’eravamo a pieno titolo e per questo è un’amarezza ancora più grande, perchè avremmo potuto chiudere in bellezza un’annata straordinaria. Pazienza, ripeto, quella consapevolezza bella, quell’orgoglio ritrovato aiutano a guardare avanti velocemente. C’è un anno pronto a cominciare e magari saremo ancor più protagonisti rispetto a questa stagione”.

La consapevolezza che questo non si stato un anno transitorio ma bensì l’inizio di un progetto più lungo, rimane anche a fronte di tanti cambiamenti a livello di roste e staff che potrebbero avvenire quest’estate?
“Rimane perchè c’è una visione forte, una compattezza solidisissima ed una credibilità ai massimi storici rispetto al recente passato. Quindi questo è, nel mondo sportivo ed ancor di più nel mondo del basket che vive di grandi turnover a fine stagione, un valore aggiunto. La visione e la filosofia che hanno dimostrato di essere vincenti ed un’organizzazione che può solo che migliorare, fa capire che gli attori possono anche cambiare ma il risultato probabimente no. Spero che queste premesse, forti, poi, si traducano in un qualcosa che possa far crescere la società con il supporto di tifosi e sponsor del mondo varesino che hanno già dimostrato di tenere tantissimo alla realtà biancorossa. Spero vivamente che, quelle che possano essere sembrate minacce, si traducano in una grande opportunità. Dobbiamo cercare di capitalizzare al massimo quello che quest’onda anomala ha creato. La città tutta si è stretta intorno alla squadra e questo è un capitale che in qualisasi modo va mantenuto e valorizzato e che ci deve portare ad essere più solidi in tutto, anche economicamente”.

Nel momento di difficoltà che ha passato Varese, è felice del ruolo che ha avuto Il Basket Siamo Noi?
“Siamo stati coerenti. Abbiamo cercato di andare avanti con la nostrra filosofia, nel rispetto di alcune situazione, mantenendo in modo lucido un ruolo di supporto alla squadra, cercando di trasmettere quella passione forte che a volte per chi gioca qua solo un anno è difficile capire fino in fondo. E’ successo tutto questo, non solo per metito nostro ma di tutti. Ciò che è successo quel famoso sabato prima della partenza per Trieste è stato un punto di svolta, c’erano tutte le espressioni del tifo varesino presenti. Una nostra iniziativa che ha avuto successo è stata la lettera inviata a Giancarlo Ferrero, in qualità di capitano, tradotta anche in inglese, nella quale abbiamo cercato di spiegare ai giocatori quanto fosse importante, in quel momento, cercare di superare se stessi e andare oltre i propri limiti per salvare la Pallacanestro Varese. Per rispondere alla domanda, quindi, dico che sono soddisfatto. Abbiamo cercato con piccoli gesti di dare il nostro contributo per aiutare la squadra, contribuendo a creare quel clima magico in cui tutti si sono chiusi a riccio senza schizzofrenie, mettendo insieme cuore, testa e gamba per raggiungere l’obiettivo. Sono soddisfatto di quanto abbiamo fatto noi ma più in generale di ciò che ha fatto tutta la città e di come ha dignitosamente superato il momento, dimostrando una grande civiltà sportiva e questo penso sia motivo di orgoglio per tutti i protagonisti di questo finale di stagione”.

Ha mai avuto paura di retrocedere?
“Sì. Perchè questa variabile che ci ha condizionato era difficile da prevedere e anche da ipotizzare. Per cui, come tutte le volte che arrivano situazioni inaspettate ed impreviste accadono, in questo caso tra l’altro con la mancanza di una giurisprudenza precedente, era davvero difficile pensare a come la squadra avrebbe potuto reagire”.

Tra le tante iniziative di questa stagione voglio soffermarmi sulla Varese School Cup, un successo in tutto e per tutto. Quanta soddisfazione c’è per questo risultato?
“Enorme. Eravamo più tesi dei ragazzi che hanno partecipato alla giornata finale, che hanno vissuto un’emozione pazzesca giocando al Lino Oldrini davanti a 3000 persone, in una giornata che ci ha colpito tutti. QPerò quela è stata solo la tappa finale, premiante, di un lavoro qualitativo altissimo, da parte di tutti i soggetti che hanno partecipato a quel progetto. Senza l’apporto dell’Ufficio Provinciale Scolastico, di qualità e quantità di tutto l’entourage di Pallacanestro Varese, di Giovanni Todisco, di tutti noi del Trust. Senza una minima parte di tutto il puzzle non abremmo raggiunto questo obiettivo. E’ nato tutto un anno fa,ha avuto al suo interno tante occasioni di sfida, vinte alla fine. La prima, grande sfida, era quella di non creare un semplice tonreo di pallacanestro ma di fare qualcosa di più grande. Abbiamo cercato di capire quale fosse la causa di questa lontanza dei giovani dal basket e dallo sport in generale. Il primo obiettivo è stato quello di trovare più argomenti possibili per motivarli, coinvolgerli ed entusiasmarli. Queste risposte che nessuno riusciva a darsi alla fine sono arrivate. La vera soddisfazione di tutto questo torneo è stata la riuscita di questo esperiemnto. Non abbiamo inventato nulla, abbiamo solo cercato di entrare in connessione con i ragazzi. Il che vuol dire: cercare di conoscerli bene, stimolarli, accedndere il loro spirito competitivo in modo sano e responsabile e soprattutto, far riscoprire da ragazzi che sono studenti, il senso di appartenenza verso la propria scuola. Questa è stata la chiave dl succesos di tutto quanto. Il motore è stato mettere in condizione i ragazzi di essere protagonisti. I giovani sono meno lontani di quanto ci immaginiamo, bisogna solo lasciarli esprimere come vogliono loro”.

In Pallacanestro Varese si sta vivendo un momento di rinnovamento societario, con il cambio di CDA e l’attesa per l’ingresso del Gruppo Pelligra. In questo contesto, il ruolo de Il Basket Siamo Noi quale sarà?
“Siamo pronti, prontissimi, con una campagna associativa che sarà più scoppiettante degli anni passati. Questo è un obiettivo per noi molto importante. Il nostro dna non cambia, il ruolo sarà sempre lo stesso. Manterremo un focus principale sui progetti di Social Responsability con VaRes, punteremo in maniera forte ad essere noi i promotori di quel processo chiamato a capitalizzzare al massimo l’energia che si è creata. Proveremo a coinvolgere il numero più ampio possibile di soci con l’obiettivo è aumentare il sentimento di varesinità in città. In un momento stiorico in cui ci sono cambiamenti importanti in atto, noi vogliamo manetenere un ruolo di supporto alle attività che riguardano quel ruolo di ponte tra passato e futuro, un forte legame con la storia e il presente fatto di tutti i programmi che verranno portati avanti con la stessa intensità ed energia degli anni passati”.

Alessandro Burin

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