Dopo la passata stagione, in cui il Marnate Gorla ha stupito tutti fino ai playoff, Gianni Riccio è pronto a condurre nuovamente la squadra verso un’ulteriore impresa. Nonostante gli addii, infatti, la formazione verdebianco è pronta a tentare nuovamente l’assalto alla Prima Categoria.

Lo scorso anno avete fatto una grande cavalcata, cos’è mancato per la promozione?
“Si può dire che sia stata una questione di dettagli: la nostra squadra era molto forte perché su 17 partite in cui sono stato allenatore ne abbiamo vinte 14, quindi non posso recriminare sulle sconfitte. La gara contro il Lonate ha lasciato qualche rimpianto, sia per il campo, che era impresentabile, sia per alcune scelte arbitrali: un guardalinee che richiama l’arbitro per assegnare un rigore e vede ignorata la sua chiamata non succede in nessuna categoria. Non possiamo nemmeno attaccarci a questo però, perché il Lonate ha fatto la sua partita e non ha rubato nulla sul risultato finale. Diciamo che forse ci è mancato un punto in più per chiudere il campionato davanti a loro e quindi giocare in casa ma, col senno di poi, non sono sicuro che saremmo stati pronti per una Prima Categoria così competitiva come ora”.

Avete giocato un calcio spiccatamente offensivo nell’anno passato, dobbiamo aspettarci la stessa tipologia di gioco o  una squadra più cinica e bilanciata?
“Escludo che sia più bilanciata, noi continueremo con lo stesso modulo: negli ultimi cinque anni in cui ho allenato, compreso il Fagnano, ho sempre avuto il miglior attacco del campionato. Sicuramente quest’anno, con le partenze di Fedele e Grimaldi, abbiamo perso due dei grandi protagonisti offensivi, ma sono sicuro che costruiremo comunque tante occasioni. Anche in difesa ci siamo rinforzati con l’arrivo di Aktpolat, ma la passata stagione abbiamo avuto la seconda miglior retroguardia quindi c’è poco da migliorare. Partiamo da basi importanti e vedremo con il tempo cosa riusciremo a conquistare dati i numerosi cambiamenti; di sicuro abbiamo voglia ed entusiasmo, motivo per cui sono sicuro che ci toglieremo delle belle soddisfazioni. Saremo in un girone completamente nuovo e questo è il suo fascino: ci saranno tante buone squadre ed alcune formazioni che si sono rinforzate molto. Sarà un raggruppamento con tanti derby e partite più vicine. C’è sicuramente una squadra che parte da favorita che è la Nuova Abbiate, ma cercheremo di dare filo da torcere anche a loro”.

Quest’anno partite per migliorare quel risultato o gli obiettivi sono cambiati?
“Noi giochiamo sempre per vincere e la società ci tiene a fare bene, senza esagerare con gli esborsi. Cercheremo di rendere al meglio: i quattro giocatori che volevo blindare sono rimasti e, con le aggiunte, cercheremo di fare massimo. È ovvio che, dopo il terzo posto, si voglia ripetere lo stesso risultato e magari migliorarlo, ma sarà il campo a dirci dove potremo arrivare”.

Avete perso qualche pedina importante e portato dei nuovi innesti, cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi acquisti?
“Sicuramente abbiamo preso un portiere d’esperienza perché i nostri erano giovani e, pur avendo fatto bene, con l’infortunio di uno dei due avevamo bisogno di portare sicurezza tra i pali. Castiglioni e Aktpolat costituiscono un duo difensivo di ottimo livello, mentre per la punta ci stiamo ancora muovendo sul mercato. Avremo anche dei giovani e dovremo lavorare bene con loro per farli arrivare pronti all’inizio del campionato”.

Avete, inoltre, avviato un processo di svecchiamento della squadra: scelta fisiologica o cambio di progetto?
“I giovani in realtà sono tre per il momento e sono quelli che hanno dimostrato più voglia di far bene. Quest’anno è cambiato radicalmente il discorso fuoriquota: passando dai ’98 ai 2003 è stato necessario introdurre questi innesti per farli giocare. Al momento si fanno passi secondo la lunghezza della gamba ed io sposo a pieno questa mentalità, lavorando con quelli che ho a disposizione”.

Questa stagione sarà composta da più partite e più squadre: quanto sarà importante avere una rosa profonda e completa?
“Quello è importante a prescindere dalle partite perché durante l’anno si possono avere perdite e, pur partendo in numero cospicuo, si arriva ad alcune partite con pochi giocatori. È un discorso che vale per tutti e non si può far niente per prevenire questi inconvenienti: avere tanti giocatori allo stesso livello aiuta a lavorare con i giovani e farli crescere. Riuscire a portare a termine quest’obiettivo di crescita sarebbe un motivo d’orgoglio”.

Ci stiamo avviando verso un totale ritorno alla normalità, secondo lei sarà un annata decisiva per capire se il calcio potrà ritornare a pieno regime?
“Personalmente penso che, per un’altra stagione, avrei lasciato i gironi a 14 squadre: così facendo si avrebbe avuto la possibilità di affrontare un’ulteriore emergenza nel caso ce ne fosse stato bisogno. Allungando il campionato non si avrà questa opportunità di gestire la situazione, ma si sarà un po’ limitati negli eventuali recuperi. Ritengo comunque importante ritornare alla normalità, perché ormai dobbiamo convivere con questo virus”.

Andrea Vincenzi

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