Sono giorni tristi in casa Pallacanestro Varese dopo la scomparsa di Renzo Cimberio. L’ex presidente biancorosso si è spento all’età di 83 anni dopo una lunga malattia, lasciando un grande vuoto in tutti coloro che hanno avuto a che fare con questo grande uomo.

Una persona, un Cavaliere di nome e di fatto, che ha contributo in maniera concreta e molto appassionata ad accrescere la storia della Pallacanestro Varese, riportandola in Serie A dall’inferno della A2, accarezzando il sogno di una doppietta clamorosa Scudetto-Coppa Italia nell’anno degli Indimenticabili che sarebbe passata alla storia e che solo un polpaccio maldestro di Dunston e la Montepaschi Siena di Minucci, condanna poi per reiterate irregolarità, gli hanno portato via.

Cimberio era arrivato a Varese su intuizione e grazie a Gianni Chiapparo che, in questi giorni di lutto, ricorda così un grande imprenditore ed appassionato di basket: “Conobbi il Cavalier Cimberio nei primi anni ’80 come papà di un mio allievo, Roberto, al collegio De Filippi, che ha giocato anche a basket prima con la Robur e poi nel Bosto. Insieme abbiamo vinto il titolo studentesco a Cagliari nel 1985. Con grosso orgoglio rivendicava la sua appartenenza al collegio agli inizi dell’esistenza dell’Istituto ed è una cosa che non capita spesso vedere, soprattutto in Italia. Rimasi in contatto con la famiglia Cimberio soprattutto tramite Roberto, con il quale capitava di messaggiare. Quando seppi poi che avevano trattato molto male Renzo a Novara e aveva lasciato, chiamai Roberto nell’estate del 2007 per chiedergli se fossero interessati a fare da secondo sponsor della squadra qui a Varese, visto che all’epoca avevamo la Whirpool come main. Lui mi disse di mettermi in contatto con il Cavaliere che alla mia proposta rispose testualmente: “Perché non fare il primo sponsor?”. Da lì inizio poi la storia di Cimberio in biancorosso che, anche se dovette superare subito la retrocessione di quel nefasto 2007-2008, poi lasciò grandi soddisfazioni nei suoi 12 anni. Un personaggio stimato da tutti i giocatori e le persone che hanno orbitato nel mondo biancorosso in quegli anni, un uomo di grande spessore umano ed imprenditoriale. Se c’è una cosa di cui mi vanto e vado fiero è quella di averlo portato qui a Varese. Attivo, sempre proiettato verso il progresso, tanti dicono un uomo d’altri tempi ma in realtà si trattava semplicemente di una persona corretta, intelligente, con grande umanità, con principi e valori importanti. E’ stata una perdita pesante e dolorosa per tutti e ci porteremo sempre nel cuore il grande ricordo di questo personaggio che tanto bene ha fatto alla Pallacanestro Varese“.

Alessandro Burin

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