Vedo doppio. In senso banalmente aritmetico. Già perché a dar retta ai numeri per fare un Padova ci vogliono due Pro Patria. Nel merito, più del doppio dei punti in classifica (45/22), la metà esatta delle reti subite (14/28) e due volte quelle messe a segno (36/18). Per non fare accenno al valore delle rispettive rose (secondo Transfermarkt 8.15 mln contro 3.58). Roba da far sembrare la sfida di sabato (ore 14.30, stadio Euganeo), un match a senso unico. Sbagliato! E non solo per carità di parte. L’attuale format bancoblu (4 risultati utili e una consapevolezza della propria dimensione che travalica lo strettissimo rendimento), giustifica infatti la velleità (quantomeno) di giocarsela. Contro una formazione che a dispetto delle effervescenze interne (via Sogliano per Mirabelli), scoppia letteralmente di salute. Dopo la sconfitta del 25 ottobre con la FeralpiSalò, i Biancoscudati hanno infilato una striscia di 14 gare senza sconfitte (10 in Campionato e 4 in Coppa), 9 vittorie (6/3), altrettanti clean sheet (7/2), e non subiscono gol da 421’. Insomma, solo il SudTirol (oggi in campo alle 16 al Druso nel recupero della 19^ con la Triestina), esprime una qualità complessiva migliore. Del tipo, serve un’impresa. Difficile, forse improbabile. Ma non certo impossibile.                      

Vedi Padova e poi fuori
E’ una classica (entrambe original team della Serie A 1929/30). Anzi, una classicissima con 65 precedenti in campionato (14 in A, altrettanti in B) più 2 nei playoff (quelli catartici del 2009) e 2 in Coppa Italia. Bilancio (per la sola regular season), di 17 successi biancoblu, 25 pareggi e 23 vittorie del Padova. Nella Città del Santo supremazia interna 19 a 2 (11 pari). Pro Patria corsara l’ultima volta il 19 dicembre 1965 (0-2). Riciccia (neanche a dirlo), la finale per la cadetteria del 2008/09. Una delle maggiori fonti di fantasie cospirazioniste della storia tigrotta. All’andata (26 settembre), 1-2 con rimonta ospite (Pierozzi, Valentini, Monaco).

14 e Trento
In difformità all’orario previsto delle 18, il recupero della 21^ con il Trento (martedì 1 febbraio allo stadio “Speroni”) è stato anticipato alle 14.30. A breve sdoganati anche prezzi e modalità di acquisizione tagliandi.    

Ti rappresento i miei
Coincidenze virtuose. Nel giorno delle esequie della bandiera Pippo Taglioretti, il comitato di valutazione della Lega Pro e dell’Associazione Italiana Calciatori ha conferito a Mariano Marchetti (130 presenze e 9 reti tigrotte tra ‘78 e ‘82) il titolo simbolico di Ambasciatore della Pro Patria e a Beppe Le Noci e Giovanni Fietta quello di Ambasciatori di Lega Pro (grazie alle oltre 300 presenze in terza serie). Complimenti vivissimi al terno secco in quota biancoblu. 

Madonna dell’Aiuto
Liquidato Simone Banchieri (5 punti nelle ultime 9 e vittoria contumace dal 31 ottobre), la Pro Sesto ha temporaneamente affidato la squadra a Stefano Di Gioia (come già occorso dopo l’esonero di Filippini). Nella rosa dei quirinabili al Breda Alessio Tacchinardi e Mindo Madonna.                        

Cosenza ritegno
A margine della sfida di domenica tra Pro Patria e Piacenza, il Giudice Sportivo Stefano Palazzi ha assestato 2 giornate di stop al neo biancorosso Francesco Cosenzaper  avere, al 47° minuto del secondo tempo, tenuto una condotta violenta nei confronti di un calciatore avversario in quanto, nel tentativo di calciare il pallone, lo colpiva con i tacchetti all’altezza del fianco causandogli momentaneo dolore”. Il centrale locrese era stato punito in partita da Turrini con il rosso diretto. Non è andata meglio al pluri recidivo patron del Lecco Paolo Leonardo Di Nunno inibito sino al 14 febbraio dopo il convulso finale della sconfitta bluceleste a Salò (rete di Guerra al 93’) “per  avere, al termine della gara, posto in essere una condotta ingiuriosa nei confronti dell’arbitro e del IV Ufficiale di gara in quanto pronunciava al loro indirizzo epiteti offensivi, tenendo al contempo nei loro confronti un atteggiamento aggressivo e venendo quindi allontanato da Dirigenti della sua Società”. Non è stata la prima volta e (così, ad occhio e croce) non sarà neppure l’ultima.

Giovanni Castiglioni

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