Cala il sipario, virtualmente, sulla stagione della Pallacanestro Varese. L’epilogo della sfida di ieri sera sul parquet del PalaLeonessa di Brescia, vinta dai padroni di casa per 102-71, allontana definitivamente Varese dalla rincorsa al sogno playoff, decretando così la fine dei giochi stagionali.

Una partita dai due volti quella di ieri sera, nella quale per i primi 20′ i biancorossi sono sembrati gli stessi del secondo tempo della gara contro la Fortitudo: tonici, pimpanti, intensi, capaci di ribattere colpo su colpo alla terza forza del campionato, reduce da un filotto di 17 vittorie in 19 partite.

Una verve ed un trend di gara che sono completamenti cambiati nella ripresa, in cui la Germani ha messo in campo altro ritmo e fisicità difensiva, dominando in lungo ed in largo fino al +30 finale.

E’ chiaro che la partita da vincere per Varese non fosse quella di ieri sera per sperare ancora nei playoff e che tale sogno si sia spezzato invece nella nefasta settimana che tra Treviso e Trieste consegnò, oltre a due sconfitte, anche l’esonero di Johan Roijakkers.

Diventa altrettanto lampante però come la partita di ieri sera abbia messo in luce, ancora una volta, come questa squadra avrà bisogno di un forte lifting in estate, per puntare a lidi ben più alti di una salvezza sofferta il prossimo anno come il progetto Scola si è ben prefissato di fare.

Ristrutturazione che passerà in primis dalla società e che proseguirà in campo, dove la linea verde e italiana, fatta di giocatori versatili e duttili presumibilmente continuerà nonostante il nome di colui che guiderà i biancorossi dalla panchina il prossimo anno.

Una filosofia ed un’idea di sviluppo che si dovrà incontrare però con i risultati, puntellando il gruppo con qualche giocatore esperto, dall’usato sicuro, capace di far crescere i giovani e di proteggerli allo stesso tempo, per evitare gli alti e bassi di questa stagione.

In primis sarà importante portare fisicità e atletismo ad un gruppo che ieri, contro una Germani alta, grossa e potente, ha messo in luce tutti i limiti da questo punto di vista dei biancorossi, con Keene che non è mai riuscito a superare la difesa 1vs di Mitrou-Long e Sorokas e Vene chiamati a giocare partendo dalla linea dei tre punti per aprire un’area oggettivamente troppo solida e fisica da poter attaccare faccia a faccia nel pitturato.

In tutto questo il restyling varesino non potrà però prescindere dalla scelta di uomini ancor prima che di giocatori, per non disperdere l’insegnamento più prezioso che questa annata ha lasciato: il saper essere un grande gruppo di uomini ancor prima che un’ottima squadra.

Considerazioni di fine stagione che non possono però cancellare il verdetto scritto la scorsa settimana, che in una stagione travagliata e pazza come quella di quest’anno non è stata assolutamente scontata e lo si ricordi, nonostante tutti gli errori, perché la Pallacanestro Varese c’è e ci sarà anche il prossimo anno, nonostante tutto, in un progetto in via di ripartenza che altri invece sono costretti ancora una volta a dover rimandare.

Alessandro Burin

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