Settimane di campale importanze sono quelle che sta vivendo il Basket Siamo Noi, il trust dei tifosi della Pallacanestro Varese.
Il gruppo di supporters biancorossi si prepara a vivere, tra nuove iniziative ed elezioni del Consiglio Direttivo, un importante fase di strutturazione della nuova annata.

Un’annata che vedrà sempre più centrale il Basket Siamo Noi nella vita non solo della Pallacanestro Varese, con ad esempio l’iniziativa yes in my house, organizzata in occasione della giornata mondiale della pulizia del pianeta dai rifiuti, ma anche del nuovo progetto Varese Basketball di cui il BSN sarà diretto promotore, come già dimostrato durante l’open day della nuova società ai campetti Campus.

Di tutto questo abbiamo parlato con il presidente del gruppo, Umberto Argieri, che traccia così la linea di lavoro del trust da qui ai prossimi mesi, con un particolare focus sulla BSN Green Fan Club.

Elezioni in Italia, elezioni al Basket Siamo Noi, cosa si aspetta da questo voto?
“Nulla di particolare devo dire. Ho cercato di provare a coinvolgere persone nuove per dare anche un segno di cambiamento all’interno del gruppo stesso. Tra questi cito ad esempio Stefano Antonelli, Elena Soldani, Stefano Molinari e Fabio Giani. Risorse che, al di là del gruppo di fedelissimi, potranno portare grande supporto a tutto il nostro lavoro”.

Rimanendo sulla stretta attualità, com’è andata finora la campagna associativa al trust 2022/2023?
“Molto bene direi. Abbiamo raggiunto ormai le 500 iscrizioni. E’ un buon numero, dato da un’altissima percentuale di rinnovi e dall’ingresso di tanti giovani che hanno capito l’importanza di far parte del nostro gruppo. Questo però è chiaro che è solo l’inizio. Il grosso lo andremo a pescare adesso con i nuovi progetti che metteremo in campo, ed in particolare quella del BSN Green Fan Club”.

Com’è nata questa idea?
“E’ nata nel periodo finale dell’ultimo campionato. Mi è capitato di percepire qualcosa di diverso nell’atmosfera e nelle presenze al palazzo, trovando sempre più ragazzi che non avevo visto prima. Nell’ultima partita giocata in casa poi, ho notato che la squadra di Porto Ceresio era stata invitata a vedere la partita ed i ragazzi al termine hanno avuto modo di incontrare da vicino i giocatori. Questa immagine mi ha lasciato un segno e mi ha dato l’idea per questa nuova iniziativa. Parlando infatti con gli stessi ragazzi ed i loro genitori, mi hanno detto che questo incontro li aveva lasciati davvero affascinati ed allora mi son chiesto perché non insistere su questa strada, creando un pacchetto che non si limiti a offrire l’ingresso al palazzetto ma che possa estendersi in tutto l’anno, creando una serie di eventi in cui la squadra ospitata e la Pallacanestro Varese siano sempre più vicini. Come fare questo? Ad esempio portando un giocatore in palestra da queste società, per dare vita a un momento di incontro diretto con i ragazzi, togliendo quel velo di formalità che c’è sempre e far nascere una relazione diretta tra giocatori e ragazzi. Una prima risposta sulla bontà di questa idea è già stata data quando all’open day della Varese Basketball i bambini e ragazzi presenti hanno avuto modo di giocare e stare attivamente con i giocatori che sono venuti a fargli visita ed è stato bellissimo”.

Quali momenti di aggregazione si portrebbero creare?
“Quelli che si vogliono. L’incontro può avvenire in palestra come al ristorante, senza problemi. Vorremmo creare un torneo tra i vari fan club che con questa iniziativa verranno formati e infine, dar vita ad una serata in cui non solo i ragazzi ma anche i loro genitori saranno protagonisti, partecipando ad un incontro con un professionista o un esperto che parlerà di importanti temi legati allo sport, come potrebbero essere l’importanza della buona alimentazione, l’interazione con il mondo social, la psicologia applicata allo sport e tanti altri, che andremo via via a definire. Una cosa che quindi vada al di là del mero valore sportivo dell’iniziativa ma assuma anche una dimensione formativa”.

Lei prima lo ha accennato, già all’open day della Varese Basketball si è avuto un assaggio di quello che ci sta raccontando. Voi che riscontro avete avuto a livello di attrattività verso i ragazzi e le loro famiglie in quella giornata?
“C’è stata molta curiosità da parte di tante persone lì presenti. E’ chiaro che è stato solo un primo incontro one to one e poi i discorsi vadano approfonditi. Se però i più piccoli sono strettamente legati al volere del genitore, i più grandi ascoltano e capiscono quello che gli presentiamo e decidono in auotonomia poi cosa fare. Devo dire che i riscontri sono positivi, è stato solo un inizio in cui ci siamo presentati con i ragazzi, però è stata una bella partenza”.

Rispetto a quanto detto finora, è giusto dire che come trust avrete un ruolo di grande responsabilità nell’avvio e sviluppo del nuovo progetto Varese Basketball?
“Sì. Noi saremo un po’ l’asset di Pallacanestro Varese per quanto concerne il promuovere attività tra giovani, scuole e territorio che la società vorrà mettere in campo. Saremo la cabina di regia per tutto quello che sarà la Pallacanestro Varese al di là dello sport in questo senso. Parliamo di giovani che potranno diventare atleti ma che prima di tutto possano diventare tifosi ed appassionati. La vera sfida è quella di stare con loro, farli appassionare ancora di più se lo sono già senza perdere la chance di farli diventare dei tifosi. I questionari dello scorso anno, che riproporremo, sono stati determinanti nella scelta di questa strategia. E’ impensabile ed inaccettabile che su 100 ragazzi che per la prima volta sono venuti a vedere una partita solo 1 sia tornato una seconda volta spontaneamente”.

Un progetto nel quale la relazione tra giovani, famiglie e la Prima Squadra diventa centrale, con la società che però anche per quest’anno pare intenzionata a tenere ad esempio gli allenamenti chiusi al pubblico, creando già una prima barriera. Voi come vi ponete di fronte a questa situazione?
“E’ chiaro che nella vita quotidiana della Prima Squadra ci sono dinamiche, tecniche, tattiche, sportive e di gestione nelle quali noi non vogliamo entrare e non abbiamo nemmeno la presunzione di farlo. Rispettiamo ampiamente la scelta societaria e ne comprendiamo l’esigenza per il bene della squadra. Detto questo, posso assicurare che ci impegneremo al massimo per poter creare sempre più momenti di aggregazione ed incontro tra squadra e tifosi, in pieno concerto con il volere societario. Posso assicurare però che tutti in Pallacanestro Varese sanno quanto sia importante creare questa relazione e sono sicuro che ci sarà la possibilità di vivere momenti di incontro”.

Alessandro Burin

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