L’Italia, lo stivale nel Mediterraneo, porto d’Europa e terra d’approdo per le popolazioni limitrofe e non. La storia della nostra Nazione è sempre stata caratterizzata dalle diversità culturali, capaci di creare una miscellanea di usi e costumi differenti sotto un’unica bandiera: quel tricolore che unì il Belpaese oltre 150 anni fa. All’interno dei confini nazionali, gli italiani si sono spostati e stanziati, in cerca di un lavoro o semplicemente di una vita migliore. Come nel secondo dopo guerra, quando le famiglie del Sud si spostarono in massa verso Nord, facendo di città come Milano, Torino e Genova dei veri e propri melting pot. Varese, nel suo piccolo, non fu da meno, accogliendo tra le sue colline e i suoi laghi numerosi nuclei, tanto nel lavoro quanto nello sport. Storie di riscatto sociale e di chance sfruttate al meglio, come quella di Gaetano Auteri.

Nato a Floridia (Sircausa) nel 1961, giunse nella Città Giardino appena ventenne per volontà di Eugenio Fascetti. Il nome di Auteri circolava nei taccuini di allenatori e dirigenti già da qualche tempo, essendosi messo in mostra proprio nel Siracusa in C1. Il giovane ma già astuto direttore sportivo Giuseppe Marotta fiutò l’affare e se lo portò a casa, prima che potessero arrivare offerte importanti da altre società. A Varese trovò un ottimo mix di gioventù ed esperienza, condividendo lo spogliatoio con giocatori quali Limido, Cerantola, Salvadé, Vincenzi e Rampulla. Il tecnico viareggino diede subito fiducia alla punta siciliana e questi lo ripagò segnando al debutto, nella vittoria per 1-0 contro la Cremonese all’Ossola (1^ giornata, 13-09-1981). Le sue reti portarono bene: nelle sette occasioni in cui andò a segno, infatti, i biancorossi non persero mai, e Auteri risultò anche il miglior cannoniere della squadra. Purtroppo per lui e per i compagni, l’annata si concluse con il controverso match dell’Olimpico, nel quale il Varese perse l’opportunità di riapprodare in Serie A per mano della Lazio.

Le due stagioni successive coincisero con due decimi posti consecutivi, ma a spiccare fu comunque Auteri, capace di ergersi a miglior marcatore tanto nel 1983 (4 reti), quanto nel 1984 (9 reti). Chiusa l’esperienza varesina, il suo score contava ben venti reti, bottino mai raggiunto con nessun altro club. Nonostante le sue ginocchia iniziassero a dare problemi, il suo nome fece gola a squadre di blasone quali Fiorentina e Lazio, ma alla fine se lo aggiudicò il Genoa per quasi un miliardo e mezzo di vecchie lire. Con il Grifone non riuscì ad emergere coperto nel ruolo da Giuliano Fiorini prima e Luigi Marulla poi, raccogliendo solo sei reti in due stagioni tra campionato e Coppa Italia. Dopo un fortunato passaggio al Monza, con il quale vinse il campionato di C1 e la Coppa Italia Serie C nel 1988, Auteri tornò in Sicilia vestendo le maglie di Palermo, Licata e Leonzio, prima di chiudere la carriera a soli 31 anni.

Se da calciatore visse continui momenti di alti e bassi, lo stesso non si può dire della sua esperienza da allenatore, vissuta sempre ai vertici del calcio meridionale divenendo una vera e propria istituzione tanto da essere soprannominato lo Special One di Floridia. La sua tempra e le sue idee tattiche lo portarono fin da subito in panchina. Dopo un anno transitorio come preparatore dei portieri per l’Atletico Catania, la prima occasione giunse nel 1995 a Ragusa, trascinando subito la squadra al secondo posto nel Girone I del Campionato Nazionale Dilettanti.

Il suo debutto fece alzare le antenne a molte società, ma fu l’Igea Virtus ad assicurarsi l’allenatore aretuseo. Nelle tre stagioni a Barcellona Pozzo di Gotto, Auteri sfoggiò il 3-4-3 che lo ha sempre contraddistinto, vincendo il campionato di Serie D e piazzandosi al sesto posto in C2. Il calcio professionistico capì che un allenatore così non passa tutti i giorni e, infatti, due piazze importanti come Avellino e Crotone lo vollero, ma entrambe le storie durarono solo il tempo di una stagione. Accettò quindi di tornare tra i dilettanti solo per amore del Siracusa, nel 2004 (4° posto) e nel 2007, quando in sole due stagioni portò gli azzurri in Serie C, proprio come gli riuscì anche a Gallipoli nelle stagioni immediatamente precedenti.

Dopo aver messo a referto un altro secondo posto a Catanzaro, fu a Nocera Inferiore che arrivò la gioia della prima Serie B, avendo conquistato il Girone B di Lega Pro – Prima Divisione. La serie cadetta non concede mai sconti a nessuno e tanto Auteri quanto la Nocerina, dovettero vivere assieme l’esperienza della retrocessione. Auteri uscì comunque fortificato dall’esperienza in Campania, ma voglioso di ripetersi e l’occasione giusta arrivò con il Benevento: vittoria del campionato e prima storica promozione in B. Da segnalare però anche un’altra impresa, come il doppio terzo posto registrato con il Matera in Serie C. Oggi allena il Messina, seppur la stagione sia iniziata nel peggiore dei modi per lui e per i suoi ragazzi, al momento ultimi nel Girone C.

Se da calciatore trovò le maggiori fortune giocando nel Nord Italia, da allenatore Auteri non si è mai spinto più in su del Lazio e dell’Abruzzo, diventando un’icona del calcio meridionale. Oggi è un personaggio stimato e per certi versi temuto, per quel suo carattere deciso, autoritario e spigoloso, ma anche per quei risultati che parlano ampiamente di lui e del suo modo di intendere il gioco del calcio. Varese e i suoi tifosi ricordano ancora le sue gesta all’Ossola, in quella società che lo mise in luce e gli diede la possibilità di farsi largo nel calcio nazionale. Difficile dire se riusciremo mai a vedere un secondo capitolo nella storia tra Auteri e i biancorossi, ma se mai decidesse di spingersi più in su del Tevere…

Dario Primerano

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