Nel momento del bisogno è sempre stato lì a metterci la faccia, senza mai nascondersi, mostrandosi in ogni situazione come il primo del gruppo anche se tanti dei problemi di Varese, se non tutti, con lui non avevano proprio nulla a che fare. Ora che il vento all’Enerxenia Arena è cambiato e lui si è ripreso quel ruolo di leader anche in campo, non si può fare altro che elogiarlo.

Giancarlo Ferrero, il capitano biancorosso, oltre che simbolo per tutta la tifoseria, ci mette ancora una volta la faccia, molto meno tirata e più sorridente e serena rispetto ad inizio stagione, per raccontare la Varese di oggi che si appresta a vivere una sfida ad altissimo coefficiente di tensione e difficoltà contro Reggio Emilia venerdì sera.

Vorrei partire chiedendole se quelle di domenica, nell’esultanza del dopo la partita, sono state lacrime di gioia o meno?
“Devo smentirle. Come al solito le mie esultanze sono molto morigerate e controllate. In quel momento stavo scherzando con Silvio Barnaba, poiché, come tutti ben sapete in panchina siamo sempre seduti vicini. Gli ultimi due minuti di partita li abbiamo vissuti insieme e in quel momento stavamo scherzando. So che la mia espressione può aver tratto in inganno, ma era un misto di emozioni diciamo”.

Mi racconta quest’ultimo mese pazzesco di Varese, iniziato con il 15 gennaio con la vittoria contro Venezia in casa?
“Il sentimento che ci ha guidato in questo mese non dobbiamo cambiarlo. Sarebbe un errore pensare che adesso ci riesca tutto facile, che siamo fuori dalla zona calda della classifica. Dobbiamo avere ben in mente i sentimenti e ciò che abbiamo messo per arrivare fin qua. Determinazione, umiltà, voglia di aiutarsi e di uscire dal momento tutti insieme devono essere nostri mantra ancora per tutte le partite che ci mancano da qui alla fine del campionato. Sicuramente è stato un mese pazzesco. Penso che i risultati, il nostro modo di giocare, l’energia che finalmente siamo riusciti a trasmettere ai nostri tifosi e ciò che abbiamo ricreato qui è qualcosa di straordinario. Ad inizio stagione era difficile chiedere il supporto e la spinta che adesso ci sono. E’ sotto gli occhi di tutti il grandissimo lavoro del coach ma penso che tutti quanti stiamo tirando fuori quei sentimenti di cui parlavo prima: dobbiamo proteggerli e andare avanti così”.

Lei è qui da tanti anni e ci rimarrà ancora per un po’. A posteriori, riesce a valutare in maniera più chiara cosa non andasse nei mesi precedenti rispetto ad ora?
“Sarei ipocrita a dire che i cambiamenti non abbiano influito nel cambio di trend della squadra. Per fare però un’analisi voglio aspettare la fine della stagione perché ora siamo all’interno di un percorso che, onestamente, non so dove ci porterà; ed è proprio questo il bello. Io penso che abbiamo ampi margini di miglioramento. Siamo all’interno di un percorso e non sappiamo dove possiamo arrivare. Abbiamo ben in mente il nostro obiettivo, ma non sappiamo cosa in realtà ci attenda e questa è benzina per fare il meglio possibile ad ogni partita. In questo momento siamo riusciti a creare un’alchimia fatta di voglia e sacrificio che all’inizio della stagione non eravamo riusciti a creare. I motivi di ciò sono tanti e se non è accaduto questo prima è una sconfitta per tutti, non c’è mai un responsabile solo quando le cose non vanno bene e mi ci metto io in primis come capitano. Ora dobbiamo proteggere quello che abbiamo creato”.

Che ruolo avete avuto lei e De Nicolao in questo momento di transizione, soprattutto quando in un paio di settimane sono andati via tre giocatori più il coach?
“Approfitto della domanda intanto per ringraziare coach Roijakkers delle belle parole che ci ha dedicato in conferenza stampa. Onestamente non penso di aver fatto niente di particolare rispetto a quello che provo a fare sempre. Chi era rimasto, non solo io e Giovanni, ha cercato di trasmettere le emozioni non sempre positive che abbiamo vissuto prima con la voglia di voltare pagina. Un lavoro che si fa tutti i giorni in allenamento, lavorando con energia ed al di fuori dal campo, cercando di unirsi e fare gruppo sempre più. Non mi sento di aver fatto niente di speciale, se non aver messo dell’energia positiva in più”.

Andando sul campo, lei domenica ha fatto una partita di altissimo livello, come ci aveva abituato bene un paio di stagioni fa ormai. Sta tornando a fare delle prestazioni importanti, questo può essere frutto di quella fiducia che il coach le sta dando in campo?
“Il coach da quando è arrivato ha cercato di mettere tutti nelle condizioni migliori, cercando i punti di forza di ognuno ed esaltandoli. Poi ci sono momenti della stagione in cui la palla entra più facilmente, tutto diventa più facile, acquisisci fiducia e tutto viene di conseguenza. Non c’è dubbio che il modo in cui giochiamo adesso, con molta più aggressività, velocità, passandoci tanto la palla per me è un contesto ideale nel quale esprimermi e mi trovo più a mio agio. Voglio continuare così”.

Un dato importantissimo di squadra è quello di una Varese che domina a rimbalzo, soprattutto in fase offensiva, nonostante manchi sulla carta un lungo di ruolo. Come state riuscendo in questo?
“Con l’aggressività. Siim e Paulius stanno facendo un grandissimo lavoro, soprattutto nella difesa in post basso. Il fatto di essere oggi una squadra molto dinamica ci agevola nella lotta a rimbalzo offensivo: mi vengono in mente i rimbalzi degli esterni che essendo molto mobili riescono a prendere tanti rimbalzi. Essendo molto mobili, aggressivi e che andiamo in velocità, diventa difficile prenderci una misura. Dobbiamo cercare di farlo diventare ancor di più un nostro punto di forza”.

Adesso arriva Reggio Emilia: all’andata era totalmente un’altra Varese, forse però erano anche loro diversi sotto alcuni aspetti. Che partita si aspetta?
“Reggio è una squadra molto organizzata. Attilio è bravissimo ad organizzare le proprie squadre, sia in attacco che in difesa, sai cosa ti aspetta perché dà un’identità molto chiara alle proprie squadre. E’ una Reggio Emilia che ha avuto un ottimo percorso anche in coppa, che ha fatto qualche cambiamento ma che rimane molto definita, con una grande organizzazione soprattutto in difesa. Dovremo affrontarla con grande energia e intensità, come fatto belle altre gare dell’ultimo mese”.

In maniera provocatoria le chiedo, se dovesse andare bene venerdì, inizierebbe a guardare la parte sinistra della classifica?
“No, assolutamente no. Abbiamo davanti 12 partite e la classifica è cortissima. Ribadisco quello che ho detto prima: non dobbiamo pensare che ora tutto sia facile. Dobbiamo guardare solo a noi e sapere che abbiamo grandi margini di miglioramento”.

Alessandro Burin

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