Un assaggio di Eccellenza U17 lo abbiamo già avuto e il livello di questo torneo, per le squadre varesine e varesotte impegnate è già bello che definito, visto il tenore delle società che compongono il giorne. Un gruppo nel quale fa parte anche l’Ayers Rock BasketBall Gallarate che, in ossequio al piano di sviluppo societario, cerca la propria affermazione in un torneo quanto mai competititvo.

Le sorti del gruppo sono nelle sapienti mani di coach Paolo Remonti, espertissimo allenatore di giovanili e di senior della zona che, dopo aver guidato i suoi ragazzi in uno stage estivo negli USA, è pronto a condurli anche in campionato.

Coach, partirei dal gruppo: con che squadra affrontate questo campionato di Eccellenza U17?
“Con un gruppo che per la stragrande maggioranza degli effettivi ricalca quello dello scorso anno. Abbiamo cercato di tenere i ragazzi che già c’erano lo scorso anno, aggregando anche ragazzi che non erano del nostro vivaio ma in prestito da realtà come Varese Academy e Robur et Fides. Purtroppo non avremo più con noi un ragazzo che era parte del progetto dall’inizio del nostro percorso e che ora è volato negli Stati Uniti per fare un’esperienza biennale che speriamo lo possa aiutare davvero tanto nel suo percorso di crescita”.

Un gruppo che lei quest’estate ha guidato in un viaggio negli USA. Che esperienza è stata e cosa ha lasciato ai ragazzi?
“Sicuramente quello che secondo me questa esperienza gli ha lasciato è stato il vedere e vivere cosa significhi fare pallacanestro negli Stati Uniti. Toccare con mano l’opportunità che hanno lì a livello di strutture e di organizzazione quotidiana del lavoro, dove lo sport occupa un posto preminente nella formazione dei ragazzi. Quando vivi un’esperienza simile ti accorgi di quanta attenzione ci sia nel fornire una struttura di primo livello per fare pallacanestro, anche in High School non di primo livello. Abbiamo visitato scuole dove c’erano almeno 5 campi da pallacanestro, tutti in parquet, con tantissimi canestri ovunque. Tolte le strutture, penso sia stato molto formativo per loro vedere come i ragazzi della loro stessa età si approcciano alla pallacanestro. Tutti giocano con il desiderio di voler diventare un giocatore professionista. Ovvio in quel contesto è anche più semplice entrare in quest’ottica, perché è tutta l’organizzazione intorno che ti spinge in questa direzione, però penso che per i ragazzi sia stata una bellissima lezione. Infine, arrivando al lato tecnico, hanno avuto modo di giocare contro ragazzi che, pur magari non avendo sempre delle grandi doti fisiche, giocano ogni partita con grandissimo atletismo ed intensità”.

Sotto quale punto di vista si aspetta di vedere una crescita da parte dei suoi ragazzi?
“Mi aspetto un cambiamento mentale che si concretizzi in campo dal punto di vista dell’impatto fisico. Quello che hanno avuto modo di sperimentare i ragazzi negli States, ma che è un punto sul quale stiamo lavorando molto anche qui, è l’utilizzo del corpo in campo, imparare a gestire i contatti di gioco, non evitandoli ma andandoli a cercare nel pieno rispetto di quelle che sono le regole. Il contatto non va evitato, va saputo rendere un’arma a proprio favore perché la pallacanestro è uno sport di contatto e come tale va saputo interpretare e condurre. A questo va abbinata poi una crescita mentale da sviluppare durante tutta la settimana e non solo il giorno della partita. I ragazzi devono capire che la stessa intensità e voglia che mettono in campo in campionato va messa in palestra durante gli allenamenti. Energia, grinta, aggressività, cattiveria sportiva sono gli aspetti che stiamo ricercando, oltre a tutto il discorso tecnico-tattico che può avere un gruppo under 17 di Eccellenza”.

Arrivando al campionato, che tipo di torneo si aspetta?
“Sarà sicuramente un campionato difficile. Il bello di potersi confrontare con gruppi sicuramente più avanti di noi, sia fisicamente, che atleticamente che dal punto di vista del talento è certamente stimolante. D’altro canto, sarà difficile fronteggiare queste realtà: dovremo avere la giusta mentalità per vivere nella maniera corretta partite in cui sarà difficile essere efficaci, vedasi le sfide con Olimpia Milano, ad esempio, realtà che da anni partecipa a campionati di questo livello con gli stessi gruppi. Noi dovremo essere bravi ad avere la faccia tosta e la testa giusta per affrontare senza paura queste partite, nonostante magari partiamo da sfavoriti. Poi si può perdere di 50 con un certo atteggiamento e può essere un’occasione di crescita, chiaro che invece se perdi e lo fai nella maniera sbagliata, senza saperti portare dietro nulla dalla partita, allora le cose cambiano e noi questo dobbiamo evitarlo. Noi sappiamo bene che gruppo siamo, vogliamo credere e sognare di poter stare a questo livello con la competenza che serve per stare a questo livello. Il risultato ci interesserà relativamente se non quasi niente, ma sarà importante far sì che i ragazzi possano portarsi questa esperienza nei campionati senior che li aspettano. La cosa che vuole il progetto BBG è creare futuri giocatori per la Serie B e credo che un’esperienza del genere possa solo che essere formante”.

Alessandro Burin

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