Dopo gli anni di gavetta tra i più grandi Niccolò Riva, classe ’02, ha guadagnato una posizione di rilievo diventando il secondo portiere della A1 Maschile della Pallamano Cassano. Niccolò ha da subito avuto la vocazione per il ruolo di portiere che, per lui, rappresenta il ruolo della grinta e della responsabilità, partendo, fin dai primi allenamenti, tra i pali.

Partecipi ai campionati di A1 ed A2, quali sono le principali differenze?
“Sicuramente in A1 il livello è più alto e i tiri dei giocatori vanno studiati; inoltre ci sono molti meno tempi morti, il gioco è veramente veloce. In generale posso dire che sia un livello totalmente differente”.

Con entrambe le squadre state attraversando un buon periodo di forma, a cosa pensi sia dovuto?
“In A2 i 5 punti di penalizzazione ci hanno fatto cambiare mentalità: questo campionato è importante per tutti i giocatori che vogliono crescere e la salvezza evitando i playout, è sicuramente un obiettivo che vogliamo raggiungere. In A1 la voglia di vincere è tanta, stiamo dimostrando a tutti che possiamo giocarcela”.

Hai parlato di un cambio di mentalità, in cosa è cambiata?
“Ciò che è cambiato è sicuramente la voglia di vincere. Prima si dava il massimo ma anche quando ci si trovava in vantaggio, non si sferrava mai il colpo decisivo. Quelli con Carpi e Bolzano sono stati pareggi pesanti da digerire, non abbiamo concretizzato il fatto di essere avanti: ci dispiace molto per questi risultati, erano ottime prestazioni”.

In A1 state ottenendo ottimi risultati che vi stanno portando fuori dalla zona playout, vi ritenete soddisfatti di quanto fatto in questo girone di ritorno?
“Possiamo esserlo ma non pienamente: le due partite con Carpi e Bolzano erano alla nostra portata e quindi, possiamo essere soddisfatti del gioco, non dei risultati. Ci sono partite che vanno vinte: soprattutto nella prima invece abbiamo lasciato punti importanti per strada”.

Cosa ti ha portato a fare il portiere?
“Nella pallamano, quando si fanno i primi allenamenti, si fa a turno in porta. Prima di iniziare a giocare, però, io guardavo la A1 e capivo che era un ruolo completamente diverso dagli altri. È fondamentale perché, mentre gli altri 7 giocano e si dividono le responsabilità, essa in difesa, ricade al 50% solo sul portiere”.

Quanto incide un buon portiere in questo sport?
“Tantissimo, la squadra grava molto sul portiere e le prestazioni di quest’ultimo, incidono molto sui compagni. Se si parano 3 o 4 tiri consecutivamente, la squadra avrà un riscontro positivo perché, anche per i difensori, cresce la certezza che qualcuno può rimediare a degli errori. Tante volte, quando la partita sta andando male, l’allenatore cambia i portieri per dare un segnale, anche se magari sta giocando bene anche chi esce dal campo”.

Pensi di avere ancora margine di miglioramento? Se sì, dove puoi migliorare?
“Molto, è da tanto che gioco con i più grandi. Questo è il primo anno di A1 come secondo e a volte, come primo mentre precedentemente ero il terzo portiere. Il margine di miglioramento è enorme, si possono sistemare piccole cose ogni giorno”.

Andrea Vincenzi

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