Quattro anni di San Michele e un addio con il “cuore in mano”: Giuseppe Mastropietro, attaccante classe ’96, ha scelto di imboccare la strada che conduce a Cantello per questa seconda parte di stagione, una strada fatta di nuovi stimoli e di una sfida chiamata salvezza. 
“Il calcio sa sorprenderti a volte, e la mia scelta non era affatto in programma ad inizio stagione, poi però ci sono state delle vicissitudini che mi hanno spinto a cambiare, sono contento della mia scelta, ma non è stato un addio a cuor leggero”.

Prova a raccontarci questo “addio” allora, come è andata?
“Il San Michele per me è stato come il primo amore ma gli amori prima o poi finiscono, ho lasciato una famiglia, i miei ‘fratelli’, persone fantastiche con cui ho giocato quattro anni, siamo riusciti ad andare oltre, a costruire un rapporto solido anche al di fuori dal campo, abbiamo condiviso tante cose, di sicuro gli devo molto, sono diventato il giocatore che sono grazie a loro, chissà magari un giorno potrei tornare, ma adesso è stato giusto fare questa scelta”.

Voltata pagina c’è il Cantello Belfortese: cosa ti ha spinto ad accettare questa offerta?
“Devo dire che ho ricevuto anche altre offerte da club con obiettivi differenti, persino d’alta classifica, ma volevo essere protagonista di un progetto che in questo caso fa rima con salvezza, magari in altre squadre non sarei riuscito a ritagliarmi lo spazio che avrei voluto, a Cantello invece so che contano su di me al 100%, Fausto Cereti, di cui sono molto amico, me ne aveva sempre parlato molto bene, lui è tornato qui e ho fatto leva anche su questo per la mia scelta”.

Dopo un paio di mesi di allenamento e qualche partita quali sono le prime impressioni?
“Posso solo confermare la mia scelta, ho conosciuto il presidente e trovo sia una persona dal cuore d’oro, molto preparato, l’ambiente è accogliente, anche l’umore è alto nonostante un girone d’andata che non è andato come avrebbero voluto e nonostante qualche cambiamento”.

Alla luce di tutto ciò, cosa pensi non abbia funzionato in casa Cantello Belfortese?
“Qui c’era e c’è tutt’oggi un’ottima squadra, talvolta incappi in un girone no e finisci per ridimensionare i tuoi obiettivi, diciamo che tornare in campo dopo due anni di stop non è stato semplice e magari ha influito sulle prestazioni di alcuni o sugli infortuni, per fortuna stiamo recuperando pezzi, come Ceci che già contro Luino ha dimostrato di poter dare il suo contributo”.

Cosa ci dici di mister Caporali? Lo conoscevi? Cosa ti chiede?
“Se dico che mi chiede di far gol vale? A parte gli scherzi, non lo conoscevo e devo dire che mi sto trovando bene, lui vuole che io sia un riferimento e che possa dare una scossa anche ai più giovani, io cerco di farmi trovare pronto”.

Doppietta con l’Arsaghese e gol contro il Luino, pronto sembri pronto…
“Siamo ripartiti con il piede giusto, vincere con l’Arsaghese è stato fondamentale per la classifica ma anche per l’umore, quando vinci ti alleni in maniera diversa, anche con il Luino avremmo potuto fare qualcosa in più, ci sono state le occasioni per vincerla, è comunque un buon punto, ora dobbiamo continuare su questa strada”.

Ti sei posto qualche obiettivo personale o sei troppo scaramantico per sbilanciarti?
“Sono un po’ scaramantico ma mi sbilancio lo stesso: sono a quota 7 gol, facciamo altri 7 dai…”

Domenica si riparte da un avversario ostico, la capolista Ispra, che gara ti aspetti?
“Una corazzata con giocatori di categorie superiori, sappiamo sarà difficile ma noi vogliamo fermarli, io ho un motivo in più per farlo perché vorrei fare un favore ad un mio caro amico che gioca nel Ferno, Andrea Leontini, siamo davvero grandi amici e gli auguro di vincere il campionato, nulla contro l’Ispra sia chiaro”.

Cosa ti auguri per questo girone di ritorno?
“Di giocare, giocare e giocare, due anni senza calcio sono stati un prezzo troppo caro da pagare, mi auguro di raggiungere gli obiettivi personali che mi sono prefissato ma soprattutto di poter festeggiare quanto prima una salvezza con il Cantello Belfortese, d’altronde sono venuto qui per questo”.

Mariella Lamonica

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