C’era una volta il Busto 81… Potrebbe essere l’inizio di una favola e, probabilmente, a riguardare agli anni passati quando i biancorossi dominavano classifiche e campionati, i presupposti perché questa favola possa racchiudere degli scenari epici ed avvincenti ci sono tutti. Tuttavia, si sa, anche le storie più belle ad un certo punto devono fare i conti con delle vicende negative, e per il Busto questo capita due anni fa: dal paradiso della promozione in Serie D ottenuta nel campionato di Eccellenza si passa all’inferno, con il fallimento e la cessione del titolo ottenuto al Città di Varese.

Quella che però poteva sembrare un finale drammatico, è in realtà solamente l’inizio di quella che ha tutti i presupposti di essere una nuova favola. Sì perché da quest’estate il Busto 81 ha ricominciato a vivere, ripartendo dalla Terza Categoria, facendolo con lo spirito di un profondo attaccamento a ciò che era stato, ma con la voglia di arrivare il prima possibile anche a ciò che sarà.

Uno dei ragazzi a cui la società si è affidata per incarnare tutto ciò è certamente il capitano di questa squadra, Giuseppe Bongiorno, classe 1997, che dopo essere cresciuto con la maglia del Busto 81 tatuata sulla pelle, facendo tutta la trafila delle giovanili per poi avere una piccola parentesi all’Antoniana in Prima Categoria, ha scelto di ritornare alla base per far parte nuovamente di questa nuova avventura.

Partiamo dall’estate scorsa, con la nuova rinascita del Busto 81. Com’è nata l’idea di rimettere in piedi una squadra che in passato era stata spesso protagonista di campionati importanti, e soprattutto quanto tempo ci hai messo per dire di si?
“L’idea è nata dal direttore Massimo Tosi, che si è incaricato, insieme al mister e ai dirigenti, di rimettere in piedi il Busto 81. L’obiettivo era appunto riportare la squadra dov’era sempre stata negli ultimi anni, quindi nell’élite della Promozione e dell’Eccellenza. Per quanto riguarda me, quando ho ricevuto la chiamata del presidente, la mia esitazione era derivante più dai miei impegni lavorativi, che insieme ad un paio di infortuni avevano contribuito a farmi smettere un paio di anni fa. Tuttavia, essendo nato e cresciuto con il calcio, non potevo negare che questo mondo mi mancasse, e quindi ho voluto accettare questa che per me è stata anche una sfida per rimettermi in gioco. Poi, detto tra di noi, il fatto che si trattasse del Busto 81 ha fatto sì che ci fosse lo stimolo giusto per farmi dire di si”.

L’andamento di questa prima parte di stagione tuttavia non è stato di certo semplice, con solo 8 punti conquistati. Quali difficoltà avete incontrato?
“Per quanto possa dirti, le difficoltà maggiori non sono tecniche della squadra secondo me, ma sono state varie cose che sono successe in questa prima annata, tra cui anche il cambiamento del mister a metà novembre. Questa ritengo sia stata una scelta dettata dalla poca alchimia che si era creata tra mister e giocatori, tuttavia non voglio fare colpe, penso che le responsabilità siano da dividere ad entrambi, anche se, si sa, quando non c’è feeling in questi rapporti, raramente si vedono i risultati. Ritengo comunque che questa sia una squadra molto valida, che ha bisogno solamente di trovare una quadra per essere più uniti, perché per come ho visto io l’andata, non mi sono sentito inferiore a nessuna formazione. Come si può vedere dalla classifica, per arrivare ai play-off non mancano tantissimi punti, secondo me siamo ancora in gara per arrivare agli obiettivi che ci siamo posti sia ad inizio campionato, che all’inizio di questa seconda parte di campionato. So che adesso come adesso siamo ancora più carichi per arrivare a dei risultati che ci soddisfino, perché siamo consapevoli di poterli raggiungere”.

Come hai anticipato, nel mese di novembre siete passati da mister Terreran a Roberto Visentin. Come vi state trovando con lui?
“Lui lo conoscevo già come mister, e per ora ci stiamo trovando bene. Abbiamo fatto soltanto due partite, e penso che ancora debba conoscerci fino in fondo, perché ci ha visto per poco, e magari di qualche giocatore non si è ancora fatto un’idea precisa. Ad ogni modo sono fiducioso, perché so che persona è che cosa è in grado di fare; conosce l’ambiente del Busto 81 perché ci ha fatto tanti anni qua, e per ora il rapporto è partito bene”.

Passando a te, fin da subito sei stato nominato capitano. Quali difficoltà hai avuto ad essere il leader di un gruppo che era a tutti gli effetti nuovo?
“Difficoltà poche in realtà, perché comunque sono quello che all’inizio all’interno della squadra conosceva più membri rispetto a tutti gli altri: ci sono ex giocatori del Busto 81, ragazzi della Juniores che quando io ero nelle giovanili, loro erano nella categoria sotto. Poi credo mi abbiano scelto anche perché ho una personalità abbastanza forte, sono molto deciso ed anche in campo mi faccio sentire. Personalmente a me è sempre piaciuto essere un leader, tirare avanti la squadra nei momenti di difficoltà, e nel caso dovessimo affondare sarò il primo che affonda: non lascerò mai la squadra solo perché non si vince”.

Sei un giocatore dalle caratteristiche offensive, speri di migliorare nel girone di ritorno il tuo bottino di gol che per ora è fermo solo a quota 1?
“Si, diciamo che da piccolo facevo la punta, poi per un fattore di altezza mi hanno spostato più indietro, ed ora è da un po’ di anni mi sono affermato come centrocampista offensivo. Per rispondere alla tua domanda comunque, spero vivamente di si, anche se i problemi in fase realizzativa sono un po’ un fattore comune per tutta la squadra: facciamo infatti tanta fatica a fare gol. Credo ci manchi un po’ di esperienza, siamo una squadra molto giovane e questo è un fattore che ci penalizza un po’: ci manca quella cattiveria, quella furbizia nel fare le cose tipica dei giocatori che hanno militato per un po’ in queste categorie”.

Un dato statistico che vi riguarda dice che ancora siete a secco di punti in casa. Può essere questo un primo passo per compiere un girone di ritorno più soddisfacente?
“Questa cosa è una cosa che a noi come squadra fa veramente arrabbiare. A me personalmente poi da un fastidio enorme, e non riusciamo a capacitarci il motivo. Non penso che sia come in Serie A che con la spinta del pubblico cambi qualcosa, però è comunque il nostro campo. Ci alleniamo, sappiamo quanto è grande, quanto è lungo, e dovrebbe darci una mano in più, eppure quest’anno abbiamo fatto fatica e questa è stata una cosa che ci ha scoraggiato quando andavamo in campo: zero punti con cinque partite in casa è il nulla, ed è una cosa che ci farà riflettere. Ad ogni modo, sono molto fiducioso nel girone di ritorno, spero e credo che riusciremo ad alzarci e a portare il Busto 81 dove merita, perché dove siamo ora non sta bene né alla società, né a noi, né al mister, né a nessun altro. Spero vada meglio quindi nel ritorno, ma vedo già i miei compagni con una determinazione diversa rispetto all’andata”.

Francesco Vasco

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui