Per tutti era semplicemente Maciste. Grazie ad uno dei tanti (fulminanti) appellativi partoriti dalla penna di Gianni Brera. All’anagrafe era invece Bruno Bolchi, nato a Milano il 21 febbraio del ’40 e scomparso oggi a Firenze alla clinica Villa Donatello.

Il nickname mutuato dal personaggio mitologico farina del sacco di D’Annunzio se l’era guadagnato in virtù degli 83 chili per 183 cm davvero insoliti nell’Italia del boom economico. Capitano dell’Inter a soli 21 anni (con la beneamata vinse uno Scudetto), fu il primo giocatore effigiato su una Figurina Panini.

Dopo Verona, Atalanta e Torino chiuse la carriera sul campo alla Pro Patria con 19 presenze nel biennio 70/72. Quando avviò la sua parabola di allenatore che lo portò a sedersi su 20 diverse panchine. Una specie di record circolettato da 2 campionati di C vinti con Pistoiese e Bari. A Busto la fortuna non fu dalla sua in una stagione zavorrata dalla prima retrocessione in D della storia tigrotta al termine di un’annata in cui altri 5 tecnici (Pellegatta, Calloni, Burini, Pedroni e Turconi), provarono ad invertire la tendenza tra le turbolenze di Peppino Mancini che lasciò momentaneamente il timone ad Ernani Ferrario. Per una salvezza che fu impresa fuori portata anche per uno come Maciste. Riposa in pace Bruno!                     

Giovanni Castiglioni 

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