Domenica 23 gennaio, la frase del giorno
Non mi sono mai concentrato sui limiti della mia condizione ma ho sempre cercato di intuirne le possibilità, le sfide che poteva lanciarmi. In generale è una responsabilità, non solo per il significato sportivo del gareggiare a livello internazionale ma la responsabilità è legata al mio percorso, al fatto di trasmettere un messaggio alle persone, ai bambini, che è quello di non arrendersi alle difficoltà.
Oscar Pistorius

Oscar Leonard Carl Pistorius è nato a Johannesburg (Sudafrica) il 22 novembre 1986. E’ un ex velocista sudafricano, campione paralimpico nel 2004 sui 200 metri piani e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani.

Soprannominato “the fastest man on no legs” (il più veloce uomo senza gambe) e “BladeRunner” (un gioco di parole sulle sue protesi agli arti inferiori, la sua specialità atletica e il celebre film diretto da Ridley Scott),[1] Pistorius è un amputato bilaterale, già detentore dei record mondiali sui 100, 200 e 400 metri piani nella categoria T44 – amputazione di un arto al di sotto del ginocchio (sebbene tecnicamente fosse classificato nella categoria T43 – amputazione di entrambi gli arti al di sotto del ginocchio).[2] Correva grazie a particolari protesi in fibra di carbonio, denominate cheetah (ghepardo).

È stato il decimo atleta a competere sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi, ma il primo capace di vincere una medaglia in una competizione iridata per normodotati, ottenendo l’argento con la staffetta 4×400 metri sudafricana ai Mondiali di Taegu 2011, correndo solo in batteria. Questo record rimane, al 2021, suo appannaggio esclusivo.

Nel 2017 è stato condannato dalla Suprema Corte d’Appello di Johannesburg a tredici anni e sei mesi di prigione per l’omicidio della fidanzata ReevaSteenkamp, avvenuto nel 2013.

Mattia Marocco

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