Da qualche settimana molte società del girone A di Eccellenza hanno ripreso l’attività di allenamento per le squadre del settore giovanile. Quest’oggi ci spostiamo in provincia di Pavia per fare il punto della situazione in casa Vogherese. Il club rossonero, infatti, ha riaperto le porte dei propri impianti a inizio febbraio, ricominciando martedì 2 con l’Attività di base e sabato 6 con l’Agonistica. Bambini e ragazzi sono quindi tornati a calcare il rettangolo verde dopo oltre tre mesi di stop. A descrivere come sta andando la ripartenza e a parlarci delle speranze per l’immediato e più lontano futuro è Riccardo Chiodi, Segretario Generale della Prima squadra e dell’Agonistica.

Com’è stata la risposta dei tesserati?
“La partecipazione è massima in tutte le squadre. Quando abbiamo dato la notizia che saremmo ripartiti, i genitori erano molto contenti perché i ragazzi, anche per via del periodo di didattica a distanza, avevano passato tanti mesi chiusi in casa, senza fare attività fisica o vedere gli amici. Ora che abbiamo ripreso gli allenamenti, ciò che più conta, prima ancora dell’aspetto sportivo, è l’integrazione, la possibilità di trovarsi con i compagni e cominciare a fare un po’ di sport, che era quello che mancava”. 

Come vi siete organizzati per gli allenamenti?
“Abbiamo iniziato con due allenamenti a settimana per ogni squadra. Sfruttiamo le ore più calde della giornata, quindi ci alleniamo anche prima del solito, verso le 16:00, al posto delle 18:00 come facevamo durante l’anno, e anche al sabato mattina. Dal lunedì al sabato c’è sempre qualche squadra sui campi e cerchiamo di assegnare ai vari gruppi orari diversi per non affollare la struttura, che è stata sanificata prima di ripartire. Lasciamo aperto solo uno spogliatoio se qualcuno vuole appoggiare lo zaino o il giubbotto e in quel caso entrano in uno, massimo due, alla volta, indossando la mascherina. Visto che non si può fare la doccia, stiamo usando un campo in sintetico che ci permette di non far sporcare i ragazzi. Su un campo normale in questo periodo ci sarebbe il problema del fango in caso di pioggia, invece in questo modo tornano a casa sudati ma non sporchi. L’allenamento inizia con esercizi di riscaldamento con la palla, poi facciamo un po’ di tecnica individuale e finiamo con dei tiri in porta, tutte attività che ci permettono di mantenere il distanziamento sociale. Anche se non si può fare la partitella, per i ragazzi venire al campo è già qualcosa e sono contenti così. Stiamo anche sfruttando il nostro stadio, che di solito usiamo solo per le partite della Prima squadra, per fare qualche allenamento con l’Agonistica, così riusciamo a distribuire ancora meglio i vari gruppi e i ragazzi respirano l’aria di uno stadio da 3000 posti”.

Situazione sanitaria permettendo, come intendete programmare i prossimi mesi?
“I ragazzi ci chiedono sempre quando si potrà iniziare a fare le amichevoli, ma per il momento sappiamo che almeno fino al 5 marzo ci sarà questo DPCM. Poi vedremo cosa succederà, ma secondo me è probabile che proroghino ancora un po’ le misure di adesso. Appena si potrà, organizzeremo qualche amichevole, prima di tutto interna tra le varie annate, poi esterna con qualche altra società, e se riusciamo a maggio/giugno vorremmo organizzare un torneo al nostro stadio. Sarebbe bello avere questa possibilità, ma parlarne adesso è ancora presto”.

In questi mesi senza campionati, si è sentito parlare di abolizione del vincolo sportivo e di un eventuale blocco delle annate per la prossima stagione. Cosa pensa di queste due proposte?
“Per quanto riguarda il blocco delle annate, sono favorevole perché quest’anno è come se la stagione non fosse iniziata. Adesso sembra che i campionati nazionali giovanili potranno proseguire, ma se poi fossero costretti a fermarsi di nuovo per quei ragazzi vorrebbe dire fare un’altra annata uguale alla precedente. Quanto a noi, ormai è da un anno e mezzo che non si gioca e secondo me sarebbe doveroso farci ripartire da dove ci siamo fermati a settembre, ma poi comunque ci adegueremo a quello che decideranno. Contestualmente bloccherei anche le annate degli Under, altrimenti un 2002 risulterebbe già ‘vecchio’ senza aver avuto la possibilità di giocare in questi mesi. Per quanto riguarda il vincolo sportivo, nelle ultime settimane la questione della riforma è un po’ evaporata. Secondo me essere vincolati fino a 25 anni forse è troppo, però ci sarebbe anche da dare un riconoscimento alla società che negli anni ha fatto crescere il ragazzo. Come in tutte le cose si potrebbe trovare una via di mezzo, ad esempio far firmare un contratto triennale. Avere una prospettiva di tre anni, invece che di sei, è già diverso e potrebbe essere un’idea. Io penso che i ragazzi fino a quando sono Under sono molto importanti per le società e anche per loro può essere una buona cosa aggregarsi a una squadra che è proprietaria del cartellino, perché in questo modo sono anche più sicuri di giocare. Invece quando si diventa Over in queste categorie penso che sia giusto che ognuno scelga dove andare senza aspettare i 25 anni, che in effetti sembrano lontanissimi quando i ragazzi sono ancora minorenni e vengono a firmare insieme ai genitori”.

Juniores e Prima squadra sono ancora ferme? In caso di ripresa dell’Eccellenza, quale sarebbe la posizione della società?
“Sì, sono ancora ferme. Per noi la Juniores è una categoria strettamente collegata alla Prima squadra e stiamo aspettando che ci dicano qualcosa per il campionato di Eccellenza. Sono passati 20 giorni da quando sembrava che dovessimo ripartire e invece non si sa ancora nulla. Se così fosse, una buona parte di quei ragazzi salirebbe in Prima squadra per dare una mano, considerato che se un giocatore risulta positivo deve stare fermo un certo numero di giorni, dopodiché deve rifare la visita medica specialistica e quindi restare fermo ancora per altri giorni, oltre al fatto che si giocherebbe qualche infrasettimanale. È vero che un campionato come questo potrebbe sembrare un po’ falsato, con il solo girone di andata da finire in due mesi, senza retrocessioni, ma noi rappresentiamo la nostra città, Voghera, con i suoi tifosi, la sua storia, quindi se c’è da ripartire ripartiamo, anche se qualche società potrebbe decidere di non partecipare. In questo momento, però, oltre all’Eccellenza è giusto pensare in particolar modo ai giovani. Il nostro presidente Oreste Cavaliere è molto favorevole a far riprendere il settore giovanile. Prima dello stop era spesso agli allenamenti e alle partite delle varie annate, che seguiva anche fuori provincia visto che nei nostri gironi siamo insieme a molte squadre milanesi. I ragazzi stanno perdendo due anni e si spera che non debbano aspettare ancora a lungo”.

Silvia Alabardi

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