Boras (Swezia) 18- 21/07/2019 Campionati Europei under 20 , European athletics U20 - foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Il traguardo dei 60 metri del palazzetto di Ancona, o la linea di partenza della pista degli europei di Torun? In fondo è sempre questione di punti di vista, soprattutto nell’atletica leggera. Per info chiedere a Vittoria Fontana, neo campionessa italiana assoluta indoor di velocità.
La ventenne gallaratese, arruolata nell’arma dei Carabinieri, lo scorso weekend si è dimostrata grande tra le big, e per la prima volta ha vinto un titolo assoluto, dando seguito ai successi ottenuti tra le giovanili, uno fra tutti il titolo europeo nei 100 metri conquistato a Boras nel 2019.
Le sensazioni erano buone, il titolo ad Ancona un po’ me lo aspettavo, anche se non è mai facile anche e soprattutto perché si trattava del mio primo titolo assoluto, e perché i 60 metri per me sono una gara più complicata rispetto ai 100, sono contenta di esserci riuscita e di averlo fatto con il mio personal best di 7.35”.

Proprio il tuo personal best 7.35 ti ha garantito l’accesso ad una manifestazione internazionale di prim’ordine qual è l’Europeo indoor di Torun in programma dal 5 al 7 marzo.
Sì, esatto, nonostante il tempo minimo di qualificazione fosse 7.28, ho comunque ricevuto una convocazione per questo appuntamento e ne sono particolarmente orgogliosa, sarà un’esperienza incredibile e voglio prenderla proprio come tale, perché se mi dicessero “Vai ma esci al primo turno” non esiterei, è un appuntamento davvero di grandissimo livello”.

Con l’Europeo i sogni di Vittoria Fontana continuano, ma da dove sono partiti?
Come tanti ho iniziato a provare questo sport nelle gare scolastiche, e spinta anche dall’esempio di mio fratello Riccardo, tre anni più grande di me e già inserito in questo mondo, mi sono appassionata. Ho conosciuto il mio attuale allenatore, Beppe Cappelletti a cui sono molto legata, ed ho provato come prima disciplina gli ostacoli, ci siamo resi conto subito che non fosse la mia specialità, ma nel frattempo mi piaceva e mi piaceva tenermi in forma con questo sport, a 15 anni è un po’ tardi, forse, per iniziare a fare sul serio, quindi mi divertivo fin quando il passaggio dalla categoria allievi alla juniores e soprattutto la vittoria agli Europei, mi ha fatto capire che tutto ciò era più di un gioco”. 

Sei partita dagli ostacoli per arrivare alla velocità, hai provato anche altre specialità?
A fine allenamento per puro divertimento magari ci cimentiamo in altro, ma provato ufficialmente no, ormai so di aver trovato la mia strada”.

C’è una bella differenza però tra i 60 metri ed i 100 metri nonostante siano due gare di velocità, ce la spieghi?
I 60 metri sono una gara più esplosiva e sono solitamente più adatti a strutture minute, io invece sono più alta e nei 100 metri riesco a sfruttare di più soprattutto il lanciato e a rendere meglio, diciamo che i 100 sono a tutti gli effetti la mia gara perfetta”.

A livello sportivo come è organizzata una tua settimana tipo?
Ho un programma settimanale da rispettare, molto dipende anche dal periodo e quindi se sono in zona gare o no, di solito mi alleno 6 giorni su 7 lasciando libero il sabato, certo è che se non finiamo il programma prestabilito si lavora anche il sabato”.

Per la tua fisicità ti paragonano spesso a Manuela Levorato, una delle più grandi velociste italiane capace di andare a medaglia anche agli Europei sia nei 100 che nei 200, ti riconosci in questo paragone?
Effettivamente la mia struttura e la sua sono piuttosto simili, il paragone ci sta, in realtà si parla spesso del fatto che queste gare siano più adatte per fisici meno imponenti, poi però cerchi i record italiani ed appartengono tutti a lei, vorrà pur dire qualcosa…perciò il confronto mi lusinga”.

È uno dei tuoi idoli?
A dire il vero non ho un idolo specifico nel senso che mi piace guardare le grandi e trarre aspetti positivi da ognuno, certo anche la Skipper è un’atleta che stimo molto”.

Capitolo staffetta: sono iniziati i primi raduni, come ti stai trovando?
Devo dire che mi sto trovando molto bene, c’è un bel rapporto sia con i tecnici che con le altre ragazze le quali mi aiutano, mi consigliano, non c’è tutta questa competizione tra di noi, c’è più voglia di far bene, di essere squadra, io sono più indietro sul lato cambi perché ho iniziato a provare da poco, visto che lo scorso anno ho riportato un infortunio al piede e quindi sono rimasta ferma per un po’, devo migliorare tanto in questa componente perché per la staffetta è fondamentale”.

Anche perché migliorare su cambi potrebbe anche voler dire salire sull’aereo per Tokyo la prossima estate…
Eh sì, c’è questa possibilità. Se ci penso mi tremano le gambe…

L’altra porta per arrivare a Tokyo è invece la gara individuale, anche se il minimo di 11.15 non è così facilmente raggiungibile in breve tempo.
Le Olimpiadi sono le Olimpiadi è giusto che ci siano questi standard, certo io devo essere anche realistica e rendermi conto, appunto, che 11.15 ad oggi per me è un tempone, vorrebbe dire fare il record italiano assoluto (11.14 Manuela Levorato ndr) ed è uno dei miei obiettivi, ma bisogna andare step by step, dall’altro lato, però, c’è la possibilità di rientrare grazie al ranking, dovrò essere brava ad accumulare punti preziosi nel corso delle gare, ecco perché dopo gli europei mi concentrerò solo sugli allenamenti in vista della stagione indoor”.

Si parla tanto di Larissa Iapichino, di Tamberi che sembra tornato ai suoi livelli, di Filippo Tortu e di una serie di giovani, ma in che momento è l’atletica italiana?
Diciamo che dipende sempre dalla specialità, ci sono specialità in cui viaggiamo sugli standard europei e/o mondiali, e specialità, come lo sprint, in cui siamo più arretrati, c’è da dire però che siamo anche in una fase di ricambio generazionale ed in questo momento questo ricambio sembra buono”.

Cosa ti auguri per 2021 sia sportivamente parlando che non?
Mi auguro innanzitutto che si possa tornare presto ad una vita “normale” che tanto ci manca, mi auguro che i palazzetti possano tornare a riempirsi, il pubblico mette un po’ di pressione, è vero, però vuoi mettere il boato che ti spinge ad andare forte, sempre più forte? E poi mi auguro che il mio duro lavoro venga ripagato, lo scorso anno ho avuto un periodo difficile, l’infortunio al piede mi aveva buttata giù, mi sono affidata ad un mental coach e devo dire che è stata una scelta molto azzeccata, ecco perché anche alla luce di tutto questo, mi auguro anche le Olimpiadi…

A proposito di sogni…
Eh sì…a proposito di grandi sogni”.

Forse per il boato ci vorrà ancora un po’, ma i record da battere hanno i giorni contati: nel dubbio, Vittoria, tu corri, continua a correre forte e a sognare in grande, che con questa determinazione, con questa leggerezza e con un nome da predestinata, niente è impossibile.

Mariella Lamonica
Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL

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