Vent’anni dopo, riprendendo quel filo che lo scorso anno solo il covid-19 sul più bello aveva interrotto, senza subire neanche una sconfitta in tutti i playoff proprio come nel 2001, così la Virtus Segafredo Bologna riporta il tricolore in Emilia.
E’ stata una grandissima impresa quella compiuta dai ragazzi di Sasha Djordjevic non solo in questa serie con Milano, dominata dal punto di vista fisico e mentale dal primo minuto di gara 1 all’ultimo secondo di gara 4 di ieri sera dove le V nere sono state guidate da una fame nettamente superiore rispetto alle batterie scarichissime di una Milano che ha visto, in poche settimane, trasformarsi una stagione potenzialmente fantastica in una grande delusione tra le Fina Four di Eurolega e la sconfitta in finale scudetto.

Bologna ha reso realtà quello che l’anno scorso aveva già fatto vedere, conducendo il campionato in maniera autoritaria e vedendosi interrompere sul più bello. Quest’anno non è stato così in regular season: tanti problemi, poca continuità, vicende interne particolari, come l’esonero non esonero di Djordjevic a novembre, il difficile approccio di Belinelli, una squadra che sembrava non riuscire a tirare fuori quel potenziale tecnico elevatissimo e soprattutto quello strapotere fisico impressionante.
La Virtus ha avuto il merito e la fortuna poi, di saper attingere a tutte le risorse della squadra e di scoprire di avere in casa un ragazzo classe 1999, ovvero Alessandro Pajola, che probabilmente non è MVP di queste Finals solo perchè davanti a lui c’è Milos Teodosic.

Un trionfo in tutto e per tutto quello dei bianconeri, sublimato nella serata di ieri, dove, in una gara punto a punto per tutta la partita, Milano prova a riportare la serie al Forum di Assago ma invana, perché Bologna l’ha voluta chiudere nel modo più bello, davanti al suo pubblico, con un perentorio 4-0 che non lascia spazio ad interpretazioni.
E’ stata ancora una volta, dopo gara 3, la serata del duo Belinelli – Weems che sugli esterni è riuscito ad azzerare il potenziale meneghino, retto solo da Datome ed Hines, con sprazzi di Shields, ma che soffre terribilmente il debito d’ossigeno del Chacho Rodriguez, abulico ed impacciato per gran parte della gara.

Nei primi due quarti Milano regge bene l’urto e nonostante le difficoltà a livello di mira, soprattutto dalla lunga distanza, marchio di fabbrica di questa serie per Milano, sta attaccata alla partita e, anzi, rimane anche in vantaggio sulla sirena dei primi 20’, mostrando una faccia diversa, più voglia di correre in contropiede e velocizzare il gioco, qualità inespresse finora nella serie.
Il dato poi dei liberi a favore che ad un certo punto arriva a toccare il 15-0, con percentuale altissima messa a referto dagli uomini di Messina risulta un dato importante.
Nel terzo quarto Bologna ritrova la verve di quello che sarà l’MVP delle Finals, Teodosic, che si sveglia dal torpore dei primi due quarti e, nonostante i tre falli personali, si carica il gruppo sulle spalle e guida i momenti chiave del periodo a livello di punti e di assist.
Nell’ultimo periodo l’ultimo sussulto meneghino arriva con il -2 del 58-56 dopo una tripla di Rodriguez, ma da lì in poi Bologna mette a segno un parziale di 8-0 che, sul 66-56 taglia le gambe a Milano e da il via alla festa bolognese, fino al 73-62 finale, nel tripudio della Segafredo Arena che significa scudetto.

Virtus Segafredo BolognaAX Armani Milano 73-62
Virtus Segafredo Bologna: Belinelli 15, Pajola 8, Alibegovic 6, Markovic 7, Ricci 5, Adams ne, Hunter 6, Weems 14, Nikolic ne, Teodosic 10, Gamble 0, Abass 2. Allenatore: A. Djordjevic
AX Armani Exchange Milano: Punter 11, LeDay 2,  Micov 0, Moraschini 0, Rodriguez 8, Biligha 0, Cinciarini 5, Shields 16, Brooks 0, Hines 10, Datome 10, Wojciechowski 0. Allenatore: E.Messina

Alessandro Burin
(foto FB Virtus Segafredo Bologna)

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