Ci sono partite che possono segnare la svolta di una stagione e di un calciatore. Non possiamo sapere ora con certezza (ce lo diranno le prossime partite) se la vittoria della Varesina sulla Base96 abbia rappresentato uno snodo cruciale per la stagione delle fenici, ma sicuramente è stata una giornata da incorniciare per Alberto Broggi, che ha ritrovato il gol dopo un lungo digiuno.

L’attaccante classe ’98 si era inizialmente accomodato in panchina, ma il suo ingresso in campo ha letteralmente spaccato la partita: un assist, un gol e tre punti in cascina. Se la Varesina è lassù (in attesa che la Brianza Olginatese recuperi il suo match contro la Sestese) gran parte del merito è suo, perché ha saputo stravolgere gli equilibri di una sfida fino a quel momento bloccata sullo 0-0. “Non posso che essere felice – comincia Broggi – perché tornare a segnare dopo tanto tempo è stata un’emozione unica. Lo ammetto: spedire il pallone in rete mi mancava, e ovviamente sono al settimo cielo per il gol, ma soprattutto per essere riuscito in quello che mi aveva chiesto il mister, ovvero aiutare la squadra a vincere”.

La Base96 in due partite giocate non aveva mai perso e neppure subìto un gol; quanto è stato importante vincere una partita così delicata?
“È stato fondamentale perché loro avevano già usufruito del turno di riposo e quindi erano a punteggio pieno. È vero che con i rinvii che ci sono stati la classifica è un po’ indefinita al momento, ma il nostro unico obiettivo era quello di vincere, lo abbiamo fatto e pensiamo già alla prossima sfida. Sicuramente battere la Base è stata anche una bella risposta dopo la sconfitta contro la Brianza Olginatese”.

Facendo un passo indietro, cosa non aveva funzionato contro l’Olginatese?
“Abbiamo perso per una serie di dettagli che nel calcio fanno la differenza. Parliamo comunque di una squadra molto forte che è stata abile e cinica nello sfruttare le palle inattive riuscendo a portarsi la vittoria a casa. Noi, tutto sommato, eravamo soddisfatti per la prestazione offerta a livello sia tecnico sia tattico, ma come ho detto i dettagli fanno la differenza e festeggiare sono stati gli avversari. In ogni caso abbiamo fatto tesoro dei nostri sbagli e ci siamo rifatti subito”.

A proposito della Brianza, tutti davano loro come favoriti insieme alla Varesina. La classifica (seppure incompleta) dopo queste prime giornate di campionato rispecchia le tue aspettative?
“È difficile rispondere a questa domanda perché essendo un campionato anomalo, un torneo di fatto, non era scontato fare previsioni e non è nemmeno facile dare valutazioni corrette. Forse noi e la Brianza abbiamo qualcosina in più, e infatti siamo lì, ma credo che tutte le squadre possano avere l’occasione e la possibilità di mettersi in gioco; poi è ovvio che se si inizia bene e ci si trova in alto dopo poche partite, un pensierino alla vittoria finale lo si fa anche se l’obiettivo iniziale era un altro”.

Alla vigilia della prima giornata si diceva che avrebbe vinto l’Eccellenza la squadra capace di sbagliare meno. Tutte, voi compresi, hanno già fatto un passo falso: come si approcciano le partite rimaste sapendo che un errore potrebbe risultare fatale?
“Concordo nel dire che vincerà chi sbaglierà meno ed è sotto gli occhi di tutti il fatto che ogni squadra sia già inciampata almeno una volta. Ognuno di noi sa che più si sbaglia più diventa difficile; eppure, ad esempio, il Milano City è comunque lì in alto pur avendone persa una e pareggiata un’altra. È un campionato davvero strano e per questo non dobbiamo guardare alla classifica ma pensare solo a noi stessi: bisogna entrare in campo con la voglia di vincere e non sbagliare l’approccio perché l’atteggiamento giusto ripaga sempre”.

Di certo tu sei entrato con il giusto atteggiamento. Ora che la prima rete stagionale è archiviata, quanti altri gol ci dobbiamo aspettare da te?
“Mi piacerebbe darti una cifra esatta (ride, ndr), ma non posso saperlo. Sicuramente da qui alla fine, quando sarò chiamato in causa, darò sempre il massimo per aiutare i miei compagni a vincere. Poi è ovvio che, essendo attaccante, se segno sono contento, ma prima di tutto viene la squadra e l’importante è vincere anche senza i miei gol”.

Quanto ti stimola la concorrenza? Il reparto offensivo è bello pieno…
“La concorrenza in un gruppo ti aiuta a stare sempre sul pezzo, ti porta ad allenarti ogni girono al massimo e a spingerti oltre. In attacco ho tanti compagni di reparto e sono tutti molto forti: il mio stimolo è prendere spunto da loro perché “tra i vecchi” io sono il più giovane e posso solo imparare. La concorrenza fa bene se la prendi nel modo giusto perché chiunque vorrebbe sempre giocare, ma le decisioni spettano al mister ed è nostro dovere rispettarle e farci sempre trovare pronti”.

Qual è il tuo rapporto con mister Spilli?
“Con il mister ho un buonissimo rapporto anche perché ci conosciamo da tanto. Questo è il mio quinto anno alla Varesina e posso dire che mi trovo molto bene sia con lui sia con la società. Con i compagni? Beh, è superfluo dire che anche con loro ho un gran rapporto: mi trovo bene a giocare con tutti e avere Anzano in squadra rappresenta una risorsa sotto tutti i punti di vista. Con lui avevo giocato al mio primo anno qui in Serie D e quando ho saputo che sarebbe tornato sono stato davvero felice”.

Domenica prossima ci sarà una delle partite, in genere, più temute: cosa ti aspetti dal testacoda contro la Castanese ultima in classifica?
“Sarà una partita come le altre, da affrontare con la stessa mentalità con cui abbiamo approcciato le sfide a Gavirate, Ardor, Brianza e Base; sicuramente non bisognerà sottovalutare l’avversario perché queste partite, se prese sottogamba, possono finire davvero male. Detto questo, comunque, sono tranquillo perché so bene qual è la nostra forza: arriveremo al match di domenica con la giusta convinzione e desiderosi di migliorare tutte quelle situazioni su cui non siamo stati perfetti nelle partite precedenti”.

Da qui alla fine c’è una partita che temi di più?
“Onestamente no, ma non lo dico per essere presuntuoso: ogni partita ha il suo valore e va affrontata con il solito giusto atteggiamento. Ovviamente ci sono anche altri fattori, da quando si va a giocare contro una determinata squadra al come si arriva a quella sfida, ma l’approccio deve sempre essere quello: ci aspettano sei finali da giocare e al termine vedremo dove saremo arrivati”.

Malgrado la tua giovane età sei già un veterano di questa squadra: cosa vuol dire per te giocare alla Varesina?
“Per me significa soprattutto attaccamento alla maglia: mi trovo in un ottimo ambiente, un gruppo serio composto da giocatori, staff e dirigenti molto bravi e la società non ci fa mancare mai nulla. Fin dall’inizio mi sono trovato a mio agio, e si vede, perché io voglio restare e la società mi ha sempre dato fiducia.

Per concludere, un commento sui tifosi?
“La loro mancanza si sente e non vedo l’ora che finisca questo periodo. Ho sentito che forse da giugno gli stadi potranno parzialmente riaprire: mi auguro che ciò accada e che venga data loro, insieme ai nostri parenti, la possibilità di tornare a vederci dal vivo”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui