E’ passato quasi un mese dall’ultima uscita ufficiale della Openjobmetis. Correva il 27 dicembre e Treviso aveva appena espugnato la Enerxenia Arena per 79-80 con annessa marea di polemiche per un finale di partita che definire rovente è poco. Poi, all’improvviso, il Covid che ha travolto tutto l’entourage biancorosso fermando completamente qualsiasi attività. Unici superstiti De Vico e Ruzzier per il semplice motivo che i due avevano già contratto il virus a Cremona durante la prima ondata. E ora si torna in campo contro la Fortitudo. 
Impossibile dire che quella di domenica, sempre che si giochi, alle ore 16.00 sarà una gara normale, ma, anzi, sarà tutto fuorché una gara. Senza allenarsi al completo per parecchio tempo e presentandosi con una formazione ampiamente rimaneggiata, la Pallacanestro Varese non dovrebbe avere molte chances se non quella di una onorevole sconfitta. Fu così per Reggio Emilia, travolta a Pesaro al rientro 84-63; fu così per Trieste, rullata dalla Virtus Bologna per 60-77 e fu così anche per Cantù, distrutta da Milano per 71-89. Non si può pretendere che vi possa equità competitiva tra una squadra rimaneggiata, non allenata e con probabili strascichi nei giocatori guariti ed una in piena salute. 

In questi giorni si sta iniziando ad accarezzare l’ipotesi di stilare una classifica per percentuale di vittorie dato che potrebbe non essere possibile portare al termine in maniera regolare questa stagione. Forse è un po’ tardi per accorgersene. D’altronde si sta disputando una stagione eccezionale affrontandola con mezzi assolutamente normali. Le conseguenze di questo 2020/21 le vedremo nel prossimo anno e forse anche in quello dopo: il vero punto di domanda riguarda quante squadre saranno finanziariamente in salute nella prossima stagione. 
Tornando all’ipotesi di una percentuale di vittorie in pieno stile Nba, l’idea è assolutamente corretta, ma un punto fondamentale riguarderà la retrocessione. Potrà essere accettata una retrocessione con un numero inferiore, magari anche nettamente inferiore di gare disputate rispetto alla penultima? Posto che due retrocessioni dalla A alla A2 sono insostenibili soprattutto per i costi che genera la spietata lotta per mantenersi al piano di sopra, come si posizionerà il movimento? Quali saranno le scelte che verranno attuate?

Se l’anno zero è andato sprecato, è il momento che durante lo svolgimento dell’anno 1 il movimento si guardi seriamente in faccia. È ora di una serie A chiusa dove si entra per meriti economico/finanziari, di una A che dia stabilità e permetta di programmare davvero, che magari possa comunque prevedere una retrocessione quando una squadra giunga ultima per due volte in tre campionati, che si istituisca una commissione, magari sul modello francese, che valuti effettivamente la bontà dei budget. È ora di muoversi prima che tutto vada perduto. 

Matteo Gallo

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