Questa volta, dopo la sconfitta, il fragore della caduta è forte. I tifosi speravano e si aspettavano una squadra diversa in campo, soprattutto a livello di energie e voglia che probabilmente sono mancate a causa delle tante sfide ravvicinate in pochi giorni.Ma queste sono questioni che contano relativamente quando a fine stagione si traccia la linea e si tirano i risultati. 
Così la paura sale sempre più in casa Openjobmetis che continua a navigare all’ultimo posto in classifica e non vede cambiamenti con il passare delle settimane. La squadra vive di troppi alti e bassi, capace di vincere due gare di fila e poi perderne altrettante, difettando soprattutto nell’espressione di un’identità precisa. 

Questa volta dopo la sconfitta con la Fortitudo Bologna per 67-79, la rabbia dei tifosi si scatena contro Bulleri e la società, rei di essere i responsabili sul campo e fuori di questa situazione e arrivano a chiedere la testa di allenatore e dirigenti. 
Decide allora di intervenire una delle figure del nuovo corso Pallacanestro Varese inaugurato lo scorso maggio in piena pandemia e che rischia di naufragare dopo soli pochi mesi, Thomas Valentino, che richiama all’unità di tutto il popolo biancorosso, perché nulla è ancora scritto e, fino a prova contraria, Varese può ancora salvarsi in questa stagione travagliata. 

Il suo messaggio su Facebook è diretto al cuore e alla testa dei tifosi e di tutta la famiglia biancorossa:

“Fa male lo so…penso che faccia anche più male da fuori… sia per chi sta a bordo campo, che migliaia di tifosi dietro un schermo TV. Non c’è nulla di normale in questo anno.. l’umore sembra una montagna russa.. si va alle stelle e si crolla nel baratro nel giro di settimane… ma non e’ puntare il dito contro qualcuno o qualcosa che aiuta ad uscirne, nemmeno chiedendo la testa di qualcuno o di molti… nonostante tutte le ragioni possano giustificare queste richieste.. bisogna invece continuare a lottare finché c’è ne  sarà l’opportunità.. tutti insieme… e fino alla fine. Stiamo uniti… e forza Varese sempre”. 

Alessandro Burin

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