Nicolò Pozzi ha 21 anni, la maglia della Valceresio addosso da un paio di stagioni ed il sogno di “toccare più palloni possibili” per aiutare la squadra a vincere. Testa sulle spalle ed idee chiare fanno il resto e non è certo poco.
Ventuno anni compiuti da qualche mese ed un curriculum che fa del giovane centrocampista anche un giocatore esperto. La sua avventura calcistica inizia alla Jeraghese, da piccolino, la sua carriera sboccia al Torino Club per otto anni consecutivi, poi il passaggio alla Varesina ed il successivo approdo alla Sestese. Qui arriva anche l’esordio in eccellenza quando la carta d’identità dice, pressappoco, maggiorenne, not bad. Ma qualcosa alla Sestese cambia e c’è la chiamata del Morazzone con tanto di posto fisso in promozione. L’anno dopo il ds Roberto Marchesi decide che è giunto il momento di rinforzare il centrocampo arcisatese e sceglie proprio Nicolò. 
“Lo sai che stravede per te?” “Diciamo che me ne sono accorto (ride ndr), la sua fiducia e quella del mister sono uno stimolo in più per fare bene, cerco di ricambiarla in campo”. 

Sei arrivato nel mercato invernale di due anni fa, poi il covid ha fatto il resto, questa potrebbe essere definita la tua prima stagione biancoverde. Come ti trovi?
“Devo dire che mi sono trovato bene fin da subito, qui c’è un grande, grandissimo gruppo, ed un ambiente eccezionale, me ne sono accorto appena ci ho messo piede e spero davvero che questa stagione arrivi fino in fondo”. 

Un ottimo mister, buonissimi giovani, qualche senatore con grande carisma, un bel mix…
“Sì, il mister è molto preparato e sa sempre cosa dire e cosa farci fare, trova una soluzione per ogni circostanza, i ragazzi s’impegnano tutti al massimo, dal più giovane al più grande, si lavora sodo e non siamo in testa per caso ma solo perché stiamo collezionando grandi prestazioni e proprio come dice D’Onofrio se fai grandi prestazione il risultato è solo una conseguenza; poi ci sono i senatori, come Ippolito, che prima di essere un grande atleta è una grande persona, ti tiene sul pezzo, fa gruppo, è un punto di riferimento imprescindibile”.

Siete tornati in campo dopo due anni di stop, che campionato hai ritrovato? Te lo aspettavi così?
“Questo campionato secondo me si sta sviluppando sulla stessa falsariga di quello passato, è durato solo un mese è vero ma sembrava lanciato nella stessa direzione, quindi posso dire che me lo aspettavo così, molto combattuto, livellato verso l’alto”.

C’è qualche squadra che ti ha stupito particolarmente?
“Quella che mi ha impressionato di più è l’Azzurra Mozzate, non la conoscevo e secondo me è la squadra che ci ha messo un po’ più in difficoltà, è pur vero che era la prima giornata e che magari anche il carico diverso delle preparazioni ha potuto pesare, però di sicuro sono la formazione che mi ha stupito maggiormente”.

Venendo a te: che tipo di giocatore sei? E come giudichi il tuo campionato fino ad oggi?
“Io sono un centrocampista nato come mezz’ala, ero abituato al centrocampo a tre e sicuramente lì avevo qualche possibilità in più d’inserirmi, adesso con il centrocampo a due è diverso, gioco qualche metro più indietro ma quello che più amo è toccare tanti palloni, mi piace giocare a palla bassa e mi piace che tante azioni passino dai miei piedi”. “In generale sono abbastanza soddisfatto, ho fatto un po’ di fatica all’inizio e sono anche partito dalla panchina, credevo di riuscire a rendere di più soprattutto in allenamento, poi però sono entrato in condizione ed ora ho certamente più gamba”. 

Tornando al campionato: vi siete messi alle spalle una partita tosta come quella con l’Ispra e ora arriva la Jeraghese. Che gara è stata e cosa ti aspetti dalla prossima?
“Ispra altra ottima squadra, credo che il doppio infortunio patito nel giro di pochi minuti ci abbia un po’ scombussolato e loro giustamente hanno spinto di più, però siamo stati bravi a rimanere in partita e alla fine abbiamo strappato un punto importante. Jerago è il mio paese ma conosco poco la squadra, hanno sicuramente altre ambizioni rispetto alle nostre ma dobbiamo necessariamente presentarci con la testa giusta, senza quella non andiamo da nessuna parte a prescindere dall’avversario”.

Il girone di andata sta per finire e a prescindere da come si chiuderà in un fazzoletto di punti ci saranno diverse squadre, per il girone di ritorno ti aspetti un arrivo al fotofinish o qualche squadra che possa prendere il largo?
“Il mercato invernale può spostare qualche equilibrio ma i valori ora li conosciamo, scorciatoie non ne esistono, bisogna dare il massimo sempre, io però dico che se saremo bravi il largo lo prenderemo noi, ma dobbiamo essere bravi, molto bravi, è un destino nelle nostre mani”.

Mariella Lamonica

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