Nell’attesa di capire se il calcio dilettanti tornerà o meno protagonista nel varesotto, ma non solo, c’è anche chi guarda al futuro e prova a programmare “quello che sarà”.
È il caso dell’Accademia Bmv che sceglie una nuova figura in qualità di direttore sportivo: sarà Stefano De Giovanni a seguire tutta l’attività agonistica, dai giovanissimi alla prima squadra. 
Il 10 ottobre ho rassegnato le mie dimissioni dalla società Nuova Fiamme Oro Ferno poiché non condividevo più determinate scelte e se in un primo momento ho pensato solo di seguire mio figlio, poi, vista la situazione, ho approfittato dello stop forzato per prendermi una pausa”.

Come è nato il contatto con l’Accademia Bmv?
A dire il vero sono tre anni che il presidente Nicodemo Filippelli mi punzecchia offrendomi l’opportunità di collaborare con questa società, ero però impegnato con il Ferno e non avevo mai preso in considerazione l’ipotesi, poi a menti fredde e lucide abbiamo fatto una chiacchierata ed alla fine ho detto di sì, andando a ricoprire il ruolo impegnativo di direttore sportivo di tutta l’attività agonistica”.

Da giovanissimi alla prima squadra, molto più che impegnativo…
Eh sì, alla fine ho accettato tutto il pacchetto, è una sfida, una bella sfida, ma bisogna anche dire che parliamo di una società seria e solida, che parte da un’ottima base e con ottime strutture, sono contento di rimettermi in gioco qui, ora bisognerà capire “solo” quando si potrà ricominciare…

A proposito di questo, qual è la tua idea sulla situazione attuale?
Purtroppo siamo alle prese con qualcosa più grande di noi, e non sappiamo quando ci sarà la sicurezza per poter tornare a giocare…un anno fa, interpellato sulla questione covid appena iniziata, dissi che a mio avviso bisognava stoppare tutto e riprendere da dove eravamo rimasti lasciando passare dodici mesi, forse non ci sono andato troppo lontano anche perché a settembre era palese che la situazione fosse molto precaria”.

Quando si potrà intravedere un po’ di luce in fondo al tunnel secondo te?
Io credo che questa stagione sia già in archivio, e quello che mi auguro è che si provino a tutelare i tornei estivi dei più giovani sia per il benessere dei ragazzini sia per la casse delle società, è ovvio però che con il protocollo attuale non è praticabile, la ripresa deve essere certa e al massimo delle possibilità, non possiamo pretendere che i genitori si facciano magari mezz’ora di auto per accompagnare i figli a giocare, restare fuori dai cancelli ad aspettare e poi dover correre a casa per la doccia poiché gli spogliatoi non sono utilizzabili, questa è un’assurdità che non deve più essere nemmeno presa in considerazione”. 

Quali saranno le difficoltà alla ripresa per te o per chi occupa il tuo ruolo?
Per me nello specifico arrivare in un nuovo club senza mai averlo visto giocare da vicino non sarà facile, un conto è lavorare su del materiale che già conosci, un conto invece è approcciarti ad una squadra che non scende in campo da mesi e con mille punti di domanda; ad essere sinceri la prima squadra dell’Accademia Bmv è stata costruita bene già la scorsa estate, migliorarla potrebbe essere questione di dettagli ma chi lo sa se i ragazzi decideranno tutti di proseguire questa avventura o più in generale di continuare a giocare…in tanti sottovalutano gli effetti psicologici che potrebbe avere questo lungo stop, io purtroppo sono titubante da questo punto di vista”.

Effetti che fortunatamente non ti hanno minimamente sfiorato: quanto ti manca il calcio?
Io sono uno che finiva di lavorare, doccia al volo e via al campo, tutte le sere, sette giorni su sette, dire che mi manca è riduttivo, vivo di calcio, ormai nemmeno il divano mi sopporta più”.

Mariella Lamonica

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