Si conclude con una sconfitta indolore la stagione casalinga della Openjobmetis Varese. Il 73-79 finale nella partita di ieri sera dell’Enerxenia Arena contro l’Allianz Pallacanestro Trieste porta in dote la salvezza, nonostante i due punti lasciati sul campo, conquistata con un turno di anticipo grazie alla sconfitta di Cantù all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno contro la Fortitudo del cuore biancorosso Adrian Banks che condanna i cugini brianzoli all’A2.

Una partita, quella tra Varese e Trieste, che vive di grande equilibrio per tutto il match e che viene decisa, come spesso accade in questi casi, dalla capacità di una squadra di fare meno errori dell’altra. Ne fuori esce così un risultato finale a favore dei giuliani che è frutto della maggiore intensità mostrata in campo dai ragazzi di Dalmasson nei minuti finali della gara, determinati a tutti i costi a conquistare un accesso storico ai playoff. Sono risultati più reattivi sulle palle vaganti ma soprattutto capaci di alzare nettamente il livello difensivo e hanno costretto Varese a possessi spesso confusionari o tiri poco puliti.

A questo si aggiunge la fisicità di una Trieste che, nonostante sia arrivata a Masnago con solo 10 effettivi, riesce d imporre e fare pesare la propria superiorità in termini di centimetri, in particolare con Milton Doyle ed Henry che costringono Ruzzier e De Nicolao ad una partita di grandissimo sacrificio su entrambi i lati del campo trovandosi spesso accoppiati in un uno contro uno nel quale dover concedere un bel po’ di centimetri. Nonostante questo, i due varesini riescono lo stesso a condurre la solita ottima prova, come ormai spesso avviene per la cabina di regia biancorossa.

Chi prova a sparigliare davvero le carte in casa Openjobmetis è un Anthony Beane scatenato che per i primi due quarti trascina quasi da solo i ragazzi di Bulleri con giocate di estro, atletismo ma soprattutto tanto talento in fase offensiva, applicati ad un’intensità nella propria metà campo encomiabile. Da lui arrivano diverse palle recuperate e transizioni vitali per i biancorossi, in una sfida con Alviti letteralmente all’ultimo sangue, visto che Beane è stato costretto anche ad uscire momentaneamente dal campo per una ferita al labbro occorsa in uno scontro di gioco.

Con lui il solito Toney Douglas cerca di fornire l’apporto vitale per la Openjobmetis dall’arco, anche se il 3-11 finale in questa statistica denota la serata non certo brillante della guardia ex New York Nicks. Ma la vera sfida che Varese perde contro Trieste è nel pitturato dove il solo Egbunu (14 punti e 13 rimbalzi) fa prevalere la propria forza sull’avversario, mentre Scola e Morse vivono non certo una delle migliori serate in biancorosso.
El General fa molta fatica a sostenere la marcatura asfissiante e continua di un Da Ros che interpreta alla perfezione il piano tattico costruitogli sopra da Dalmasson per arginare il campione di Buenos Aires, mentre il neo papà Morse perde completamente la sfida diretta con Delia ed incappa nell’ennesima serata anonima della sua stagione.

Tutte variabili che non possono che decretare il verdetto che poi si sviluppa sul campo, con una Openjobmetis comunque encomiabile nell’aver raggiunto una salvezza che a gennaio post covid sembrava davvero insperata e che tiene ancora vive al lumicino le speranze playoff, in una combinazione multipla di risultati e incastri di classifica avulsa all’ultima giornata quasi impensabile.
A sottolinearlo è il capitano Giancarlo Ferrero al termine del match, fuori dal palazzetto, cercando di fare una prima valutazione a caldo sulla stagione e sulla salvezza ottenuta: “Difficile fare adesso un bilancio complessivo. Sapevamo che la nostra annata sarebbe dovuta passare per la salvezza ma avrebbe potuto ambire a qualcosa di più e, da come mi pare di aver capito, abbiamo ancora una piccola speranza per poter inseguire e agguantare il sogno playoff all’ultima giornata. Chiaramente così a caldo dopo la partita c’è un misto di emozioni, perché perdere una partita così combattuta in casa non fa piacere e volevamo vincere. Loro sono stati bravi a batterci in una gara ruvida, tosta, fatta di tanti break alternati. Noi non siamo riusciti a essere solidi per tutti i 40 minuti come lo siamo stati nelle ultime 10-15 partite. Adesso dobbiamo guardare all’ultima gara con Brindisi e poi valutare tutta la stagione con maggior distacco e capire bene quale giudizio darle. Un’annata travagliata nella quale siamo stati bravi a raggiungere una salvezza importante e questa è una cosa da sottolineare, frutto del lavoro di squadra, società, Consorzio, tutti coloro che investono in Pallacanestro Varese, perché non era scontato riuscire a riprendersi e non sfaldarsi nei momenti difficili che abbiamo affrontato a dicembre e gennaio, quando ci trovavamo a 6 punti e con il covid. Sono veramente fiero di essere il capitano di questa squadra perché quest’anno più che mai ho visto il vero spirito dell’essere Varese”.

Alessandro Burin

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