Che fosse il suo obiettivo lo sapevano tutti ed era dichiarato, che la stagione con Varese vissuta da protagonista a 40 anni potesse fungere da trampolino di lancio per la sua quinta olimpiade pure, ma poi per trasformare parole ed intenzioni in fatti ci vuole classe, ci vuole capacità, ci vuole il tasso tecnico del campione come quello di Luis Scola.
El General, dopo aver trascinato Varese alla salvezza in una annata complicatissima dove ha dovuto fare ben più di quanto prospettato al momento dell’ingaggio, soprattutto a livello di minuti giocati, ha conquistato il suo obiettivo: un traguardo storico e difficilmente ripetibile, ovvero la convocazione con la Seleccion Argentina in vista della preparazione per i Giochi Olimpici di Tokyo.

Un traguardo eccezionale per un giocatore senza tempo che al 99.9%, che non è 100 solo perché lo stesso Scola dice di tenere una piccola finestra aperta, al termine delle Olimpiadi appenderà le scarpette al chiodo per dedicarsi ad altro al di fuori del campo da basket.
I tifosi biancorossi, ovviamente, lo sognano come una colonna portante del nuovo corso triennale varesino a livello societario. Luis si è preso tempo fino a fine settembre per decidere, quel che è certo è che il campionissimo di Buenos Aires ha scritto un altro capitolo unico della sua carriera.

Con Scola e Ruzzier sono due i giocatori biancorossi convocati dalle rispettive Nazionali in preparazione dei Giochi e, per un’annata vissuta sull’orlo del baratro fino a poche giornate dal termine del campionato, è sicuramente un riscontro positivo del lavoro biancorosso. Quest’estate, dai barrio di Buenos Aires fino alla piana del Borgo di Mustonate, ci sarà un coro unico per uno dei giocatori più forti di sempre, per l’ultimo tango di El General.

Alessandro Burin

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