Dopo la decisione presa dalla Federazione Italiana Rugby di proporre l’attività facoltativa, i vari club del Paese sono chiamati a prendere una scelta, se partecipare o meno. L’attività facoltativa comprende incontri amichevoli, organizzati dai comitati regionali, che si terranno nei mesi di maggio e giugno. Niente classifiche e calcoli da fare, solo partite a sé stanti che hanno lo scopo di far giocare le squadre dopo mesi senza un match.

Il consiglio del Rugby Varese si è riunito pochi giorni fa per decidere se giocare o meno. A fare il punto della situazione in casa biancorossa è Peppo Pellegrini, coach dei Seniores. “La società ha deciso di dare il via alla procedura per seguire il protocollo. Per iscriversi all’attività facoltativa abbiamo fino a fine aprile ma credo che ci iscriveremo. L’obiettivo è quello di testare questo protocollo, capire come organizzarci, anche in vista di settembre. Sono stati prenotati circa 200 tamponi per questa settimana e saranno fatti sui Seniores, Under 18 e successivamente l’Under 16. Abbiamo tre settimane in cui potremo provare a fare tutto, bisogna provare. Speriamo che i tamponi arrivino tutti e in tempo”.
Cosa funzionerà? “Ogni settimana dovranno esserci due medici presenti al campo, due volte a settimana. Spero vada tutto per il verso giusto, i miei interrogativi sono semplicemente tre: se un giocatore salta il tampone perché non si allena quel giorno, come ci comportiamo? Quando ci iscriviamo, il comitato ha bisogno di una lista giocatori? Se si trova un positivo, si ferma solo lui o tutti? Queste domande hanno bisogno di chiarimenti“.

Dopo i quesiti posti dal tecnico, Pellegrini procede spiegando anche il suo parere riguardo alla ripresa e alle decisioni della FIR, giudicate negativamente: “Penso che la Federazione abbia sbagliato. Onestamente dover fare tutta questa procedura per poi poter giocare solo tre o quattro partite credo sia assurdo. Questo esperimento lo avrei fatto prima, ottobre o novembre 2020. Invece hanno continuato a rimandare l’inizio di qualunque attività, o un campionato che non si poteva organizzare. Inoltre al momento si sa poco o nulla dei rimborsi che la FIR dovrebbe fornire alle società iscritte alla lista dell’attività facoltativa. Non si sa se arriverà o comunque quanto sarà il rimborso”. 

Stefano Sessarego

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