39 anni di cui 31 in bicicletta. L’amore di Daniele Riccardo per le due ruote non si può descrivere a parole, ma lo si respira attraverso l’entusiasmo e la passione che trasudano dalla sua voce: per il classe ’82 di Locate Varesino il ciclismo è una ragione di vita e la sua carriera nel paraciclismo lo dimostra.  

Dopo la trafila giovanile, Daniele ha iniziato la sua avventura a livello amatoriale (che prosegue tutt’ora nel Team SystemCars di Meda), ma nel 2007 si è avvicinato al mondo del paraciclismo in qualità di guida del tandem. Esordio col botto: vittoria nel Campionato Italiano su pista per atleti disabili e non vedenti, tenutosi proprio a Varese (all’ormai inutilizzato Velodromo Ganna), e da quel momento Daniele non è più sceso dal tandem. Pedalata dopo pedalata ha guidato atleti non vedenti verso altissimi traguardi giungendo, ovviamente, anche in Nazionale. Solo per citare alcuni dati, nel suo palmares figurano 15 Campionati Italiani vinti, due presenze ai Campionati del Mondo, la partecipazione al primo Giro d’Italia di paraciclismo con tanto di Maglia Rosa indossata (nella foto a destra di www.erbanotizie.com con Stefano Meroni), numerose vittorie di prova in Coppa Europa e tanto altro.

Poi la scelta, un paio d’anni fa, di lasciare il giro Nazionale. Non il tandem. “Quello che dovevo dimostrare l’ho dimostrato – racconta l’atleta varesino – e ho deciso di dedicarmi alla mia famiglia, al lavoro, e agli amici, anche perché nel giro paraolimpico le pressioni sono davvero tante”. Tra gli amici più cari c’è sicuramente Graziano Gallusi, quarantanovenne non vedente di Luzzara, con cui Daniele ha iniziato a pedalare qualche anno fa. Niente più pressioni, ma solo tanta spensieratezza e quel pizzico di lucida follia per continuare a fare liberamente ciò che ama: sono questi gli ingredienti che venerdì 25 giugno alle ore 20.00 porteranno Daniele e Graziano a tentare l’impresa titanica chiamata Everesting.

Daniele, prima di parlare di venerdì prossimo, raccontaci come hai conosciuto Graziano (nella foto a sinistra).
“Il nostro primo incontro è stato addirittura nel 2003 in occasione di una corsa a Vicenza: da allora siamo rimasti sempre in contatto, ma solo da qualche anno abbiamo iniziato a correre insieme. Lui si allena a casa sua con i suoi amici, io qui a Varese e quando riusciamo ci incontriamo a Desenzano sul Garda per fare qualche chilometro intorno al lago”.

Qual è stata la vostra prima corsa insieme?
“Un giorno sul lago di Garda sono riuscito a convincerlo a venire a Varese per correre la Van Vlaanderen del 2019: si tratta del Giro delle Fiandre varesino, con tutti i muri più difficili della provincia. Quel giorno, sotto la pioggia, ci siamo divertiti come due pazzi e da lì è nata l’idea, folle per certi versi, di correre il vero Giro delle Fiandre con il nostro tandem. Ci siamo messi in moto per organizzare il tutto, ma il Covid ha complicato i piani e a ottobre anche io ho preso il virus; siamo quindi stati costretti a posticipare il Fiandre all’anno prossimo. La pandemia non ci ha però scoraggiato e gli ho proposto la follia dell’Everesting: lui ha accettato subito e da novembre ci stiamo preparando. Saremo il primo tandem a livello mondiale a farlo”.

Per chi non sapesse di cosa si tratta, puoi spiegarci come funziona?
“Si tratta di una sfida: bisogna pedalare avanti e indietro su una stessa salita per un dislivello di 8848metri, ovvero l’altezza dell’Everest. Non c’è un limite di tempo, ma non bisogna mai dormire. Per omologare la prova? Avremo due GPS Garmin e quando avremo finito manderò il file all’associazione Everesting Italy di Roma che darà un primo avallo sulla riuscita dell’evento; dopodiché il file sarà inviato all’australiana Hells 500 (il gruppo che ha inventato la sfida Everesting, ndr) che lo certificherà definitivamente”.

La salita prescelta sarà quella del Campo dei Fiori; come mai proprio questa?
All’inizio pensavo di farlo sullo Stelvio, salendo per sei volte, ma il 25 giugno è logisticamente improponibile vista l’affluenza turistica in quelle zone. Essendo di Varese ho quindi fortemente voluto puntare sulla salita del Campo dei Fiori: un’ascesa più corta ma non meno impegnativa. Da venerdì sera alle 20.00 cominceremo la prima delle 14 scalate, per un totale di oltre 260 chilometri, che finiremo sabato pomeriggio verso le 18.30. Non stiamo più nella pelle e vorremmo partire subito”.

Se i tuoi calcoli sono esatti dovreste stare in sella quasi 24 ore?
“Ovviamente lo scopriremo tra il 25 e il 26 giugno. Io ho calcolato di impiegare circa un’ora e mezza a giro, anche se è logico che non si tratta di una previsione precisa al millesimo di secondo: ad ogni giro mangeremo qualcosa, eventualmente ci cambieremo, e in cima ci sarà un gazebo con una persona pronta a darci qualcosa di caldo per poter scendere. Ad ogni modo dovremmo rientrare più o meno nelle tempistiche dette in precedenza”.

L’Everesting è già una sfida complicata in sé; in tandem lo è ancor di più. Come vi state preparando?
“Purtroppo, abitando lontani, le occasioni per allenarsi insieme non sono molte. Io sono praticamente sempre in sella, mentre lui a Parma si fa anche sei ore al giorno di rulli, roba da professionisti. A metà maggio sono riuscito a farlo venire qui e sabato 15 abbiamo provato a fare la scalata al Campo dei Fiori per otto volte; ci siamo dovuti fermare alla quinta discesa perché le pastiglie dei freni ci hanno lasciato a piedi, altrimenti gli otto giri li avremmo fatti senza problemi. L’inconveniente ci ha fatto capire come arrivare preparati il prossimo 25 giugno e così faremo”.

A tal proposito come sarà strutturata la “macchina organizzativa”?
“Il nostro è un tandem particolare, con freni a disco e cambio elettronico, su cui AriBike di Albizzate ha montato il gruppo pedivelle con corone speciali per il tandem dato che saliremo con un 34-32. Durante tutto l’evento, inoltre, saremo seguiti da un meccanico a bordo del monovolume di Mirko Pinton del Team Newsciclismo che ci assisterà qualora ci dovessero essere dei guai meccanici. Per prevenire e alleviare i dolori alle gambe ci sarà anche un massaggiatore e useremo delle creme fornite da CBD Cream, mentre per quanto riguarda l’alimentazione ci affideremo ai prodotti di Vince Team. Ultimo, ma non meno importante, cito anche il mio amico Luca Bertoni, di Bertoni iWear a Varese, dato che ci ha fornito gli occhiali”.

Da dove nasce la volontà di fare quello che fai?
“Per me interagire con i non vedenti è un’emozione unica. C’è chi vede qualche ombra e chi, come Graziano, vive nel buio assoluto. Quasi tutti sono abbastanza introversi e tendono a praticare più che altro sport al chiuso; Graziano, attraverso il tandem, è riuscito ad uscire dal suo guscio e già questo rappresenta per me il più grande successo. La cosa più bella, oltre al pedalare insieme, sta nel raccontargli ciò che non può vedere: il paesaggio, quando arriva l’ombra, quando c’è il pezzo più duro della salita, quanto manca al traguardo, quante persone ci sono… tutte quelle piccole emozioni che può vivere solo attraverso gli occhi di altri. Fare quello che faccio mi fa sentire incredibilmente vivo e so di farlo per una giusta causa”.

Per voi la fiducia è fondamentale, dico bene?
“Assolutamente sì, anche perché uso il tandem come una bicicletta normale: io e Graziano abbiamo i manubri della stessa larghezza, per cui so che dove passo io passa anche lui. Graziano si è affidato a me e so di avere una responsabilità importante che prendo molto volentieri: lo guiderò in ogni momento, prestando particolare attenzione in discesa, e gli darò man forte per tutto il tempo. So che prima o poi il momento di crisi arriverà: dovremo essere bravi a farci forza l’un l’altro e speriamo che tanti cicloamatori vengano a darci il loro supporto. Dall’altra parte so anche di che pasta è fatto Graziano: se la crisi arriverà per me, sarà lui a spronarmi perché mi ha detto che pur di arrivare in cima la quattordicesima volta si taglierebbe anche una gamba. Graziano è una persona speciale, sa che può fare qualsiasi cosa e vuole arrivare fino in fondo; io ho fiducia in lui”.

Cosa significa per te e per Graziano questa sfida?
“Rappresenta una grande motivazione perché in caso di successo saremo il primo tandem al mondo ad aver finito un Everesting. Vogliamo portare i nostri c*** per quattordici volte sulle panchine del Campo dei Fiori per dimostrare che un tandem e un ragazzo non vedente possono pedalare il dislivello dell’Everest senza problemi. Ma soprattutto vogliamo che sia una festa per Varese: io e Graziano ci supporteremo a vicenda e speriamo che ci sia anche tanta altra gente ad accompagnarci nella nostra impresa”.

Vuoi quindi chiudere con un invito?
“Certamente: invito chiunque abbia voglia di pedalare con noi, o anche solo di darci supporto, a venire lungo la salita del Campo dei Fiori. Noi ci saremo, speriamo che ci siano anche tante altre persone; vi aspettiamo a partire da venerdì 25 giugno alle ore 20.00!”.

Matteo Carraro
(Foto IG danimen82)

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