Non tutti i derby vengono col buco. E quello di ieri per la Pro Patria non rientra certamente nelle ciambelle a prova di disciplinare. Perché sarà anche vero che l’1-3 fatturato dal Novara è stato indirizzato dagli episodi (ma quando non è così?). Ma è altrettanto innegabile che gli errori biancoblu sono stati in dimensione e quantità superiori alle abitudini della casa. E (soprattutto) in misura non compatibile con un risultato positivo.
I 3 punti piemontesi sono legittimi. Tutto qui. Ma mandar giù l’amaro calice potrebbe paradossalmente essere più istruttivo che far saltare la boccia dopo certi successi. “A volte la vittoria è deformante. Ti rende troppo sicuro” (estratto di un ragionamento di Javorcic nel post Pontedera). Chissà che l’autostima alimentata dal sacco di Lecco non abbia solleticato qualche ego. Dubbio magari infondato. Ma impossibile non avanzarlo. Va da sé, nessun dramma.

La stagione resta comunque ampiamente fuori scala. A compendio 10 cose a caso imparate dalla 35^:              
1) finisse oggi la regular season (ma il Lecco ha una partita in meno), Pro Patria – Novara allo “Speroni” sarebbe il primo turno playoff. Sempre in tema di valore didattico delle sconfitte;

2)Non è stato un piano gara rispettato come facciamo di solito”. Nella filigrana dell’ammissione postuma di Ivan Drago la motivazione intrinseca della battuta di arresto. A riprova di quanto l’agonismo abbia prevalso sulla lucidità dell’interpretazione. In chiave spareggi (nel gergo dello spalatino), un altro pezzo di vissuto da mettersi in tasca;        

3) un gol si recupera, due no (nella gestione Javorcic il doppio svantaggio è stato rimediato solo la stagione passata a Gozzano). Un buon motivo per non farsi venire la fregola dopo essere andati sotto 0-1. Reazione di nervi generosa ma controproducente che spiega la non irreprensibile giornata tigrotta;  

4) il Novara occupa un decimo posto bugiardo. Nel senso che il valore dell’organico sarebbe superiore all’ultima posizione utile per la post season. A naso, il fuori campo ha fatto spesso aggio su quanto occorso nel perimetro del terreno di gioco. E l’esultanza (parecchio smodata) di Banchieri ha reso evidente il disagio di un gruppo messo alla frusta da un’annata emotivamente durissima;    

5) la Pro Patria aveva un indisponibile (Ghioldi), il Novara 6. A volte l’emergenza compatta. E i biancoblu ne hanno dato prove a nastro nell’arco di questo campionato;        

6) di fenomeni da tribuna da “lei non sa chi sono io” ne abbiamo le tasche piene. Si prega di sfogare altrove i propri frustrati eccessi di testosterone;

7) in compenso, il fenomeno degli ultras non vedenti ma tifanti fuori dallo “Speroni” meriterebbe la statura del caso sociologico. Alla riapertura degli stadi bisognerà ripartire necessariamente da lì. Perché se occhio non vede, cuore può comunque dolere;                                                                    

8) nelle ultime 9 giornate l’Alessandria (8 vittorie e una sconfitta) ha divorato 13 punti al Como (3 vittorie, 3 sconfitte, 2 pareggi e il match con l’Olbia da recuperare mercoledì). Con Longo in panca 34 punti in 16 gare. A disposizione ancora il blockbuster della penultima al “Sinigaglia”. Ma il sospetto è che i Grigi abbiano sollevato Gregucci con una settimana di ritardo. E cioè solo dopo lo 0-2 al “Moccagatta” proprio contro i laghée

9) a proposito di esoneri fuori tempo, lo strano caso del Dr. Baldini e di Mister Di Natale rischia di inguaiare la Carrarese. Con le dimissioni del primo accettate al secondo invio (e alla quinta sconfitta in striscia), e l’approdo in panchina del secondo avvenuto al primo tentativo alla guida tecnica. Il +1 apuano sui playout concede però pochissimo spazio all’apprendistato del Totò che visse due volte;

10) il temuto focolaio alla Pro Vercelli ha costretto l’ATS locale allo stop dell’attività sportiva (agonistica e di allenamento) delle Bianche Casacche. Ferale incrocio con il Lecco rinviato quindi a mercoledì 21. Ultima data utile per evitare un ulteriore slittamento della stagione.                

Giovanni Castiglioni

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