Siamo arrivati alla fine del nostro giro per vedere come i finalisti dell’ultimo Pallone d’Oro hanno trascorso quest’anno singolare. Sentiti i giocatori di Seconda, Prima e Promozione, ora tocca a quelli di Eccellenza.

Partiamo con Giuseppe Torraca che di cambiamenti ne ha vissuti in quest’annata: “È stato un anno molto particolare, strano ed è anche difficile da commentare. Dopo il Busto 81 sono ripartito da Mapello con un progetto, poi siamo stati stoppati, sono stato fermo 5 mesi e successivamente sono andato al Tritium. In due partite ho fatto goal, poi per motivi personali e lavorativi legati al Covid ho rescisso il contratto. Certo, il periodo influisce su tutto, sulla prestazione della persona, sugli obiettivi di squadra. Adesso sono a casa sperando che si possa ripartire con una tranquillità diversa”.

Giuseppe si sofferma sulla ripresa dell’Eccellenza con un suo pensiero a riguardo: “I campionati sono molto randomici, mi aspettavo anche qualche tutela in più sui giocatori, io ho un lavoro ma c’è gente che vive solo con il calcio. Oltre qualche indennizzo sporadico non sono stati tutelati abbastanza in Eccellenza e stare fermi sei mesi quando la Serie D con lo stesso protocollo è andata avanti non ha molto senso. Non è che ci sia una differenza abissale tra le due categorie, però purtroppo pensano sia un campionato minore ma l’80% dei giocatori di Eccellenza lo prendono come un lavoro vero e proprio.
Credo che quest’anno sia stato di lezione a tutti: non ha senso fermare alcuni campionati mentre altri giocano. Non ci devono essere differenze perché nelle altre categorie c’è una passione enorme e se alcune società non si possono permettere dei tamponi almeno bisognava darne uno obbligatorio a settimana”.

Conclude con un augurio per la prossima stagione: “Spero che da settembre il protocollo sia uguale, lo spero per i giocatori, per le società, per i presidenti che ogni anno investono in progetti. Anche il paesino che punta a salire ha dietro passione e sacrifici che non sono stati presi in considerazione.
Mi auguro in una ripartenza costante e non casuale, non solo per il gusto di farti ripartire. Non vedo come il calcio, in queste categorie, debba essere ancora trattato come semplice gioco. Personalmente mi auguro di ricominciare con un progetto ambizioso, come lo era a Busto, ho avuto dei contatti ma per il momento è presto, ne riparliamo a fine luglio”.

Proseguiamo con il giovane Alessandro Doria che dopo l’ottima stagione col Verbano ha cambiato rotta: “Dopo il Verbano in estate mi aspettavo di tornare in D, sono andato in zona Cremona all’Offanenghese che ambiva a vincere il campionato. Lì ho fatto 5 goal in 6 partite poi c’è stata la mega pausa a causa del Covid e l’Offanenghese non si è riscritta al campionato perché il presidente temeva per il Covid e quindi ho avuto diverse richieste e il Club Milano era la soluzione migliore per me. Sono soddisfattissimo della mia scelta, ho fatto le prime due partite in panchina e il mister mi aveva detto che se volevo giocare dovevo dimostrare qualcosa e quindi mi sono messo sotto. Ho giocato e segnato tre goal, mi aspettavo di farne di più ma l’importante è vincere. Ora mancano due gare per poter vincere il campionato e sono super soddisfatto. Vincerlo sarebbe bellissimo e se così fosse sarebbe anche importante ritrovare la Serie D. In ogni caso – riferendosi al suo futuro – farò le mie valutazioni e si vedrà”.

Anche per un ragazzo di 24 anni la sosta è stata dura da affrontare: “I primi mesi sono stati sofferti, ho cercato di prepararmi a casa da solo ma non era facile e speravo appunto di riprendere presto e così è stato. Sarebbe stato bello far ripartire tutti quanti, il calcio è di tutti, è uno sport magnetico, poi per noi che giochiamo in Eccellenza può essere considerato un lavoro. È stata una decisione sofferta, ho amici in categorie inferiori e per loro è un disagio. Mi auguro che si possa cominciare per tutti e con la campagna vaccinale le cose sembrano andare meglio”.

Il terzo candidato era il portiere Vito Spadavecchia che durante questa settimana ha già parlato di questa stagione e dei prossimi impegni decisivi per la sua Varesina, ma facendo un quadro generale è soddisfatto di questo campionato. “Tra una/due settimane te lo saprò dire (scherzando, ndr). Sì, siamo soddisfatti, dobbiamo completare l’opera vincendo domenica per far sì che possiamo andare a giocarci lo spareggio. Il mio futuro è rivolto alla partita di domenica e il mio, il nostro obiettivo è la Serie D. La Varesina è formata da gente competente e seria che merita palcoscenici importanti, ha strutture che non hanno neanche in D e spero che possano raggiungerla”.

Vito prosegue apprezzando l’impegno e gli sforzi che la società di Venegono sta facendo per permettere lo svolgimento delle attività: “Devo ringraziare in primis la società che ci ha permesso di cominciare seguendo alla lettera il protocollo e devo dire che lo stiamo adottando in maniera rigorosa. Il merito va a loro che ci hanno messo a disposizione tutto quello che serve per rispettare le normative, come gli spogliatoi differenti dove potersi cambiare. Nell’ultimo anno e mezzo c’è stata una situazione paradossale, non è stato facile, bisognava tenersi in forma e ci voleva tanta forza mentale ma rispetto a quello che è successo nel mondo è poco. La società ci ha dato dei programmi da svolgere e li abbiamo seguiti alla lettera. Ora sembra che si veda la luce, ascoltavo l’altro giorno il tg e per settembre dovremmo essere vicini a raggiungere l’immunità di gregge, speriamo davvero che accada”.

foto di vogheraseitu.it

Infine, il vincitore Alex Romano che pure lui ha cambiato società dopo lo scorso campionato: “Diciamo che è stato un anno particolare da com’era finito l’anno scorso, per me concluso bene ma finito in maniera rocambolesca perchè ci si era fermati a febbraio col campionato nel vivo. Poi si è iniziato a settembre e sono andato al Varzi in Eccellenza, squadra che era partita con ambizione ma non pensavo di potermi giocare il titolo. Purtroppo ci siamo bloccati quasi subito e diciamo che siamo tornati al punto di partenza, in più a dicembre ho contratto il Covid, fortunatamente in maniera non grave. Abbiamo ripreso con un format particolare che a me non piace molto ma meglio così perché almeno si sta giocando”.

E su questa stagione aggiunge: “La squadra ha ripreso bene, ci stiamo giocando qualcosa di importante e sono soddisfatto di questo, ho trovato un gruppo di ragazzi fantastici, stiamo vivendo un sogno. Personalmente poteva andare meglio, arrivavo come capocannoniere e le aspettative erano tante e un po’ per sfortuna e un po’ per il fatto di riprendere, smettere e cominciare è stato un campionato particolare, le partite sono diverse e sono quasi come delle finali. Il fatto di stare fermi 6 mesi ha influito, quel che è stato è stato, speriamo di partire definitivamente.
Adesso – prosegue con una sua idea per poter iniziare in modo continuativo – con le vaccinazioni si potrà fare un passo avanti e secondo me il discorso dei tamponi fatto per noi è una cosa che inizialmente potrebbe essere applicata a tutte le categorie. Certo, va bene per i primi mesi perché magari potrebbe essere dispendioso per alcuni ma per iniziare potrebbe essere fatto, poi speriamo che a settembre la maggior parte sia vaccinata. Abbinando le due cose si potrebbe ripartire in sicurezza. È vero che stiamo giocando ma è tutto surreale, gli allenamenti li facciamo ma siamo separati negli spogliatoi, usiamo le mascherine, le partite sono particolari e il pubblico è rientrato solo ora”.

Bomber Romano continuerà con il Varzi? “Non ho fatto la stagione della vita ma ad oggi è un po’ prematuro pensare a dove sarò, bisogna vedere pure come finirà il campionato e in base a quello farò le mie valutazioni durante l’estate”.

Roberta Sgarriglia

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