Davide Kolec, allenatore della pallamano Cassano Magnago in tre diverse categorie, rispettivamente A1, A2 e U19M ha parlato della stagione deludente con la Serie A e dell’ottimo lavoro fatto con i ragazzi in A2. Un lavoro che ha portato a buoni risultati tra cui la vittoria del campionato U19M. Il coach non nasconde una grande felicità per quest’obiettivo raggiunto e ringrazia i ragazzi che, come lui, hanno messo impegno e voglia di vincere durante tutto la stagione.

Quest’anno possiamo dire che la serie A1 e la serie A2 maschile non hanno brillato. Qual è il bilancio della stagione?
“Con la A1 le aspettative erano quelle di arrivare in cima alla classifica, purtroppo però non siamo andati bene e non abbiamo concluso l’anno come avremmo voluto. Diciamo che, in mezzo a tutta questa stagione un po’ così, c’è stato un momento in cui abbiamo fatto molto bene, ovvero il periodo in cui abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia che è un risultato storico per questa società. Alla fine, quindi, possiamo dire che quel risultato ha quasi bilanciato un’annata in cui, se avessimo tenuto conto solo del campionato sarebbe stata abbastanza deludente. Per quanto riguarda la A2, invece, non mi sento di dire che sia stata una stagione fallimentare, anzi, perché ci ha permesso di far crescere i nostri giovani. Era l’unico obiettivo che ci eravamo prefissati e siamo riusciti a concretizzarlo molto bene. Siamo arrivati a metà classifica ma con giocatori molto giovani”.

Con l’U19M avete fatto una stagione strepitosa che vi ha permesso di presentarvi alle finals come teste di serie, questo aggiungeva un po’ di pressione?
“No, per niente, è tutto collegato a quello che abbiamo fatto fare ai ragazzi con la A2, loro erano abituati a giocare delle partite con un ottimo livello e con un po’ di pressione addosso. Sono cresciuti tanto grazie al campionato in A2. Queste finals a noi non creavano pressione perché eravamo già abituati a palcoscenici più pesanti da gestire. Ciò non toglie che siamo comunque molto felici per la vittoria, in più ciò mi rende orgoglioso perché sono quattro anni, considerando anche il covid e lo stop dovuto a questo, che nessuno ci toglie il titolo di campioni U19. L’altra cosa che mi ha fatto piacere è stata la genuinità della vittoria, tutti volevano giocare solo per giocare, divertirsi e vincere; non c’erano secondi fini come invece può succedere in categorie più alte dove subentrano fattori esterni”.

Possiamo dire che, dopo ciò che ha detto, la vittoria delle finals fosse un obiettivo concreto e non una semplice speranza?
“Sì, sicuramente, sapevamo che c’erano due o tre squadre con giocatori forti che giocano già in A2 o A1 come i nostri, e una di queste era Merano. Vincere proprio contro di loro è stata una soddisfazione e un’iniezione di fiducia non indifferente per i ragazzi”.

Come avete preparato le partite delle finals?
“Abbiamo avuto poco tempo per prepararle, praticamente solo una settimana tutti insieme; abbiamo avuto l’idea anche di far giocare questi giovani nell’ultima partita di A1 contro Fasano dove abbiamo perso di tanto, però era un rischio calcolato. Volevamo trovare una gara competitiva in cui far crescere i ragazzi e l’ultima di campionato era perfetta per questo scopo. Questa scelta è stata fatta proprio in funzione della preparazione alle finali. Diciamo che nel complesso abbiamo iniziato a pensare a queste finali nell’ultimo mese, perché giocando in A2 o in A1 i ragazzi crescono molto bene. Posso dire che, comunque, non è mai stata una sola preparazione delle finals ma un lavoro di crescita costante sui ragazzi,che gli permetta di arrivare al loro massimo livello”.

Come ha detto lei, la partita contro Merano era forse la più difficile. È stata una gara al cardiopalma, come l’ha vissuta dalla panchina?
“Alla fine è andata bene, io in generale sono uno che crede tanto nella mia squadra. Non ti dico che fossi convinto di un pareggio alla fine dei sessanta minuti, però ci credevo ed infatti è arrivato. I ragazzi sono stati bravissimi perché, come me, non hanno mai smesso di crederci e si sono battuti come dei leoni e hanno fatto vedere che volevano la vittoria a tutti i costi. Anche semplicemente vedere come gioivano, esultavano e si arrabbiavano faceva trasparire quanta voglia ci fosse, ed è stato splendido vederli dalla panchina”.

Ha appena fatto i complimenti ai suoi ragazzi, cosa ha detto loro dopo il successo?
“Onestamente non ho avuto modo di parlare perché ci sono situazioni in cui si parla e in cui non si deve farlo; lì non si doveva, bisognava solo festeggiare. Sicuramente quando ne avrò modo li ringrazierò tutti perché mi hanno regalato delle emozioni che non provavo da un po’ e sono stati davvero bravi; senza considerare quello che ho detto prima sul fatto che sia stata una vittoria genuina, che volevano con il cuore, che non è mai una cosa scontata quando poi si avanza di categoria”.

Come avete festeggiato dopo la finale?
“Siamo stati molto tranquilli in realtà perché eravamo veramente stremati, sembrava che dovessimo fare chissà cosa, poi alla fine abbiamo fatto una cena tutti insieme, siamo andati al mare e poi abbiamo mangiato un gelato. C’erano diversi fattori che non ci hanno fatto festeggiare come uno si immagina, tra cui il viaggio e di conseguenza dover guidare e la stanchezza, perché comunque dopo cinque giorni, con quella pressione, quando scende la tensione ed è tutto finito sale tutta la stanchezza”.

                                                                                                                                                                Andrea Vincenzi

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