È una sosta invernale anomala per la Serie D perché, causa Covid-19, mancano ancora otto giornate alla fine del girone d’andata, dieci per il Città di Varese. Anche per questo motivo non è sicuramente facile giudicare le prestazioni dei biancorossi in questa prima metà di stagione (in realtà la metà della metà) che definire sfortunata è un eufemismo. In ogni caso, dopo quasi sei mesi di lavoro è giusto provare a tirare le somme. Cominciamo dal reparto difensivo che, stando ai numeri complessivi del girone (Bra a parte) si è dimostrato essere assolutamente nella media della categoria. Ecco i voti e i giudizi di portieri e difensori:

PORTIERI

Ovidijus Siaulys 7 – Dalla Lituania con furore: il portierone classe ’99 ha subito impressionato per la sua esplosività e reattività, risultando l’autentica rivelazione del Città di Varese. La sfortuna ha però colpito ben presto e l’infortunio alla mano si è rivelato più grave del previsto costringendolo ad un lungo stop. Nelle due occasioni in cui si è sceso in campo, pur subendo due gol, è stato determinante nel contenere il passivo e a questo aggiungiamo che ha giocato tutta la ripresa del match contro il Pont Donnaz con la mano già infortunata. Non possiamo averne la controprova, ma con lui il Città di Varese avrebbe potuto avere qualche punto in più. Saracinesca.

Marco Lassi 5.5 – È giovane, un 2002, è ha tutte la attenuanti del mondo perché dall’essere chiamato per fare la riserva si è trovato dall’oggi al domani titolare in una squadra che già di suo aveva qualche problemino. L’esordio sul campo dell’Imperia è stato un vero incubo e in molte circostanze non ha dimostrato la sicurezza che un portiere dovrebbe avere. Al tempo stesso, però, ha fatto capire di avere qualità importanti: se con Siaulys il Varese avrebbe magari qualche punto in più, bisogna riconoscere che Lassi ha permesso ai biancorossi di difendere i pareggi contro Casale e Lavagnese compiendo autentici miracoli. Altalenante.

Simone Cotardo ng – Tessarato nel momento in cui si è capito che Siaulys sarebbe stato fuori a lungo; non ha mai avuto occasione di mettersi in mostra.

DIFENSORI

Francesco Mapelli 6 – Avvio di stagione da incubo: all’esordio, schierato fuori ruolo, regala con una pessima rimessa laterale la vittoria al Sestri Levante e con il Pont Donnaz si accomoda in panchina. Poi torna titolare con l’Imperia e da lì diventa irrinunciabile: pian piano acquista sicurezza e, salvo qualche svista, fa quel che può per tenere in piedi la squadra fornendo prestazioni quasi sempre più che sufficienti. Costante.

Francesco Nicastri 6 – Si è visto solo una volta, contro la Lavagnese, ma è bastato per far capire che il ragazzo promette bene. Il difficile arriva ora perché non deve montarsi la testa e deve continuare a lavorare con serenità e determinazione per ritagliarsi un posto da titolare in squadra. Il tempo è dalla sua (è un 2002) e se si mantiene su questo livello il Varese potrebbe aver parzialmente risolto i problemi sulle fasce. Promessa.

Matteo Simonetto 6 – Cosa gli si può dire? Nelle due partite che ha giocato ha sempre raggiunto la sufficienza e le sue qualità non le scopriamo certo oggi. È stato sfortunato in questi mesi ed è davvero un peccato che la sua strada si separi da quella del Città di Varese così presto, soprattutto considerando quando è affezionato a questa maglia; mancherà. Rimpianto.

Francesco Viscomi 6 – Con l’assenza di Disabato, il capitano è l’unico a incarnare lo spirito biancorosso del Varese e in campo si dimostra un autentico leader carismatico. Nelle prime uscite è l’uomo in più di Sassarini, prezioso in difesa e, paradossalmente, tra i più pericolosi davanti con le sue punizioni. C’è però da dire che ad un certo punto anche lui va in difficoltà e comincia a commettere qualche errore di troppo, vedi Vado e Sanremese; ciò non toglie che Viscomi è l’anima di questa squadra e dà sempre tutto sé stesso per il Città di Varese. Certezza.

Gianluca Parpinel 5.5 – Spizzichi e bocconi di partita per il difensore classe ’01 proveniente dal vivaio dell’Udinese, che non è riuscito a brillare come potrebbe. Nell’unica uscita da titolare, contro il Pont Donnaz, non ha avuto sufficiente fiducia in sé preferendo appoggiarsi quasi sempre a capitan Viscomi. Contro Caronnese sono arrivati 45’ discreti, ma il ragazzo può dare senz’altro di più; peccato che con Rossi in panchina non si sia mai visto in campo. Timido.

Alessandro Negri 5 – Oggetto del mistero, complice il Covid, nelle prime cinque giornate, poi arrivano 45’ così così nella ripresa contro la Caronnese. Con Rossi sempre titolare, ma la sensazione è che il potenziale del ragazzo sia totalmente inespresso: ha dimostrato di avere buona gamba sulla corsia di destra e una discreta capacità di saltare l’uomo, anche se in fase di copertura ha qualche lacuna di troppo. Può e deve crescere. Incognita.

Davide Petito 5 – Insieme a Minaj è l’unico giocatore sempre presente ad ogni sfida e detiene il record di minuti in campo (727), ma finora è stato tutto fumo e niente arrosto. Estremamente timido in fase propositiva e inguardabile in alcune chiusure che sono costate care;  eppure tanti osservatori ne riconoscono il potenziale. Anche lui ha tante attenuanti: è un 02’, cui logicamente non si può chiedere l’esperienza di un veterano, e si è ritrovato a dover reggere da solo il peso della fascia, giocando un filotto di partite pochi giorni dopo la guarigione dal Covid. A questo punto, però, sarebbe utile una reazione perché per mantenere il posto serve ben altro: speriamo che i segnali visti nella manciata di minuti giocati a Lavagna siano d’incoraggiamento. Impalpabile.

Tommaso Polo 5 – Buon esordio contro l’Imperia, poi si perde. Così come per quanto riguarda tutti gli altri terzini le qualità ci sono, ma non vengono espresse: se il Varese ha dimostrato fragilità sulle corsie difensive un motivo c’è e tutti devono dare una decisa svolta alla stagione, sia sul piano mentale sia sul piano delle prestazioni. Inconsistente.

Davide Malvestiti ng – Saremmo curiosi di vederlo anche in Prima Squadra: il ragazzo classe ’01 proveniente dal vivaio del Lecco non ha mai tastato il terreno di gioco, malgrado buone prestazioni con l’Under19 prima del blocco causa Covid.

Matteo Carraro

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