La varesina Federica Cesarini e Valentina Rodini sono in finale nel doppio pesi leggeri femminile. Le campionesse d’Europa (hanno conquistato questo titolo ad inizio aprile alla Schiranna di Varese) hanno vinto la seconda delle due semifinali in programma nella notte italiana nel bacino di Tokyo2020 mettendosi dietro USA e Romania.
Nella notte tra oggi e domani alle ore 3.10 saranno in acqua per la finalissima e, con il primo tempo di ingresso ottenuto, sognare una medaglia non è un delitto.

Rodini e Cesarini sono quarte nei primi duecento metri e, quasi punta a punta, al passaggio dei primi 500 metri sono quarte a trentasei colpi dietro a USA, Romania e Russia che nell’ordine sono in zona passaggio. La barca azzurra non demorde e inizia ad attaccare le Romania e la Russia aumentando ancora i colpi. Al passaggio dei 1000 metri è quarta a 45 centesimi dalla Romania che è stata superata dalla Russia, seconda, mentre al comando ci sono sempre gli Stati Uniti. Ma Rodini chiama il rinforzo e la barca sale ancora e va all’attacco della Romania che non riesce a contenere il ritorno azzurro e ai 1500 metri sono seconde a 68 centesimi dagli USA.
Le azzurre sono perfette e, dopo aver superato la Romania sul finale, attaccano gli Stati Uniti che tentano di contenere il ritorno azzurro. Il finale vede il sorpasso italiano sulla barca statunitense e la barca nostrana vince la semifinale per 18 centesimi di vantaggio sugli USA e 72 centesimi sulla Romania.

RISULTATI PRIMA SEMIFINALE (primi 3 in finale A, gli altri in finale B)
1. Gran Bretagna (Emily Craig, Imogen Grant) 6.41.99, 2. Francia (Laura Tarantola, Claire Bove) 6.42.92, 3. Olanda (Marieke Keiiser, Ilse Paulis) 6.43.85, 4. Svizzera (Patricia Merz, Frederique Roll) 6.48.92, 5. Irlanda (Qloife Casey, Margaret Cremen) 6.49.24, 6. Bielorussia (Ina Nikulina, Alena Furman) 6.54.78.

RISULTATI SECONDA SEMIFINALE (primi 3 in finale A, gli altri in finale B)
1. Italia (Valentina Rodini, Federica Cesarini) 6.41.36, 2. Usa (Mary Reckford, Sechser) 6.41.54, 3. Romania (Ionela Cozmiuc, Gianina Beleaga) 6.42.08, 4. ROC (Anastasia Lebedeva, Maria Botalova) 6.45.23, 5. Giappone (Chiaki Tomita, Ayami Oishi) 6.56.52, 6. Canada (Jill Moffatt, Jennifer Casson) 7.00.82.

Nella finale B del doppio femminile, Alessandra Patelli e l’angerese Chiara Ondoli sono terze dietro ad Australia e Francia e, dunque, sono none assolute.
Le azzurre si lanciano subito in avanti iniziando la loro gara alle spalle di Repubblica Ceca e Francia. Al passaggio dei 500 sono quinte dietro a Repubblica Ceca, la Francia, la Germania l’Australia. Subito dopo si scatena l’Australia che va all’attacco della Francia che al passaggio dei 1000 metri viene superata anche dall’Italia a 2.61 dalla prima posizione.
Dopo metà gara si scatena la bagarre per le prime posizioni e, mentre l’Australia balza al comando, alle sue spalle bordeggiano in attacchi continui con la Francia e la Francia davanti all’Italia. Il finale è al cardiopalmo con l’Italia che tenta di risalire e a 1500 metri è quarta, ma è l’Australia al comando. Sul traguardo l’Australia vince, Francia seconda a 0.81 e Italia terza a 1.17.
Finita la gara, inizia una girandola di emozioni – spiega Ondoli -. È strano realizzare improvvisamente che sia tutto finito, quando i giorni precedenti sembravano eterni. Ci portiamo dietro tante cose da questo ultimo anno, siamo una squadra a tutti gli effetti e torniamo a casa con molti insegnamenti e nuovi spunti per crescere e migliorarci. C’è stata sempre positività in noi, e la voglia di fare parte di questo gruppo. Era una finale B, è vero, ma pur sempre in una Olimpiade, e sentivamo di avere con noi le ragazze che hanno iniziato con noi questo percorso e che poi non sono arrivate fino a qui, Clara che qui c’è, anche se solo come riserva dopo aver qualificato il quattro di coppia due anni fa proprio con me, Aisha e Kiri con le quali abbiamo condiviso l’esperienza in quattro senza e che abbiamo percepito in barca con noi, così come noi saremo sempre in barca con loro. Ho sentito anche la vicinanza della mia società, il CC Aniene, che mi ha aiutata ad arrivare fino a qui”.

Laura Paganini
(foto canottaggio.org)

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