Entusiasmo, competenza, determinazione: la prima categoria e la NFO Ferno spalancano le braccia a mister Ivan Stincone che torna in panchina e lo fa, come sempre, con le idee chiare e gli obiettivi  messi bene a fuoco.
Dopo l’esonero di mister Minniti e dopo “la pausa di riflessione” che ha visto Eugenio Turri, tecnico in seconda, condurre con diligenza la squadra per un paio di settimane, la scelta è ricaduta su un allenatore altrettanto giovane ma con alle spalle già esperienze importanti in eccellenza ed in promozione. 
“La voglia di rimettermi in gioco era tanta, ma è vero anche che la vita mi ha portato a rallentare i ritmi, quest’anno sono diventato padre e non volevo prendere un impegno così a partire da inizio anno, conscio anche delle occasioni che sarebbero potute capitare nel corso della stagione”.

E l’occasione è arrivata, puntuale. Cosa ti ha convinto a dire sì al Ferno? È stata una scelta difficile?
“Nella settimana precedente erano venute fuori anche altre due proposte di categorie differenti, ci ho pensato ma poi quando ho parlato con il presidente e il direttore non ho avuto dubbi, mi ha raccontato da dove sono partiti e quali sono le loro ambizioni e ho capito di essere nel posto giusto per poter lavorare bene”.

Dodici punti in classifica, meno cinque dalla capolista, che squadra hai trovato? 
“Oltre ad aver parlato con la società ho parlato con i ragazzi prima di confermare o meno il mio incarico, e la prima cosa che ho constatato è che non avessero la pancia piena, qui c’è appetito, c’è fame, sicuro abbiamo un handicap, un gap con le prime delle classe, sta a noi, il gruppo sulla carta è valido e di qualità, su questo non ci sono dubbi, ma essere validi sulla carta non basta, bisogna essere capaci, dobbiamo metterci qualcosa in più altrimenti lo strappo non puoi ricucirlo, ho anche detto ai ragazzi che oggi il bene più prezioso che abbiamo è il tempo e che tutti noi lo sottraiamo alle nostre famiglie per essere qui, deve per forza essere tempo ben speso”.

Ferno è una piazza calda e allo stesso tempo ambiziosa, ci si aspettava molto all’inizio dell’anno, i piani non sono cambiati ma si sono complicati, tu senti questo peso?
“Io sono il primo che si impone delle aspettative, altrimenti non avrebbe senso, quelle intorno, invece, mi interessano il giusto, le aspettative così come le ambizioni, tra l’altro, devono andare pari passo con i valori che ha una squadra, altrimenti qualcosa non torna”.

E allora quali sono le tue aspettative? 
“Sono qui per aiutare il gruppo tramite la mia etica del lavoro, se riesco a fare questo posso dire di aver già compiuto un passo importante, poi tutto quello che potrebbe venire dopo lo vedremo, il campionato di prima quest’anno è anche più corto ma c’è il tempo per crescere e toglierci delle soddisfazioni”.

Hai in mano la squadra da pochissimi giorni, ti sei già fatto un’idea su come vorrai giocare?
“Un’idea ce l’ho anche perché nonostante siano ragazzi che non ho mai allenato, li conosco quasi tutti da avversario o da appassionato di calcio, ma al di là di questo oggi gli allenamenti valgono doppio perché mi permettono di avere determinate risposte e di cogliere tutte le sfumature che non posso cogliere diversamente, perciò se da un lato ho un’idea dall’altro sono anche pronto a modificarla”.

La prima categoria è un campionato che non hai vissuto in maniera diretta, quanto lo conosci? Dall’esterno che tipo di campionato ti sembra?
“È vero che questo campionato lo conosco meno di altri ma sono una persona che si documenta, chiede, guarda tante partite, perciò non nego di aver visto più di una squadra, penso ci sia qualità e formazioni attrezzate che talvolta proprio a Ferno arrivano con il coltello fra i denti, ma non ho energie da spendere per focalizzarmi sugli altri, c’è un lavoro enorme da fare sull’identità di questa squadra, sono concentrato a pieno su questo”.

Non solo Ivan Stincone, da chi è composto il tuo staff?
“Da Eugenio Turri, mister in seconda e preparatore atletico, l’ho conosciuto da poco ma siamo molto in sintonia, credo che ci completiamo un po’ a vicenda, lui è molto competente nel suo e mi permetto di dire che se può insegnarmi tanto su determinate cose, anche io posso aiutarlo a crescere e poi è un tassello fondamentale che conosce bene questa realtà e che mi sta aiutando a capirne il senso di appartenenza; poi ci sono Franco Alpini e Andrea Uboldi altri due collaboratori tecnici e non solo che per me sono imprescindibili”.

Domenica arriva la San Marco e a dispetto di quello che dice la classifica è un avversario tutt’altro che semplice.
“Sono tutte partite difficili, soprattutto quando il campo è in salita, per noi sarà in salita finchè non saremo bravi a metterlo in discesa, trovando la nostra identità, approcciando con l’atteggiamento giusto, perciò ad oggi un avversario vale l’altro se prima non saremo in grado di sfidare e battere noi stessi, io ribadisco che ci credo molto”.

In cosa credi esattamente?
“Di poter vincere questa sfida che per me è la sfida più grande, quando inizio una nuova avventura mi premuro sempre di arrivare alla fine ed essere un mister ed un uomo migliore, in questo caso, però mi sono posto anche un altro obiettivo ma lo dirò quando sarà il momento giusto”.

Mariella Lamonica

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