Conclusa la Supercoppa Discovery+, per la Openjobmetis Varese è tempo di riflessioni ma soprattutto di tanto lavoro in palestra per trovare quella condizione fisica e quell’amalgama in campo, in particolare a livello di applicazione dei giochi di coach Vertemati, che sono mancate ancora in maniera evidente durante la prima competizione ufficiale della stagione, terminata anzi tempo.

Ad una settimana dall’inizio del campionato, previsto per i biancorossi domenica 26 settembre alle 17:15 sul parquet casalingo dell’Enerxenia Arena contro la Germani Brescia, il primo obiettivo per i biancorossi è quello di recuperare quel Trey Kell, mancato come il pane in campo in queste partite di coppa. Varese ha sofferto tantissimo la regia prima di Poeta e poi della coppia Logan e Clemmons che hanno messo letteralmente a ferro e fuoco la difesa varesina, prima causa delle sconfitte biancorosse in questa Supercoppa.
Il rientro del playmaker USA permetterà soprattutto a Gentile di tornare nel suo ruolo naturale di punta principale dell’attacco varesino, occupandosi decisamente meno di dover mettere in ritmo i propri compagni ma potendosi concentrare più su se stesso, tornando ad incidere come fatto nelle prime due gare dove è risultato il vero e faro dell’attacco varesino.

La manovra offensiva continua a mostrare segnali rassicuranti, tolto il terzo quarto horribilis di Sassari, con una circolazione di palla sempre più fluida ed un coinvolgimento di tutti i componenti del roster in campo che deve diventare elemento principale dell’attacco biancorosso, decisivo ad esempio nella gara con Cremona dove ha portato in doppia cifra ben 5 elementi biancorossi, partita guarda caso che è coincisa con la prima ed unica vittoria di coppa della squadra.
Analisi che si infiammano sempre più tra i tifosi ma anche all’interno della squadra, dove abbiamo fatto il punto della situazione con il Team Manager biancorosso Massimo Max Ferraiuolo, che descrive così il momento della squadra ed il lungo lavoro ancora da fare in vista del campionato.

Che bilancio trae da questa Supercoppa?
“Dico la verità, secondo me è ancora troppo presto per trarre un bilancio su quella che può essere la situazione e le aspettative sulla squadra e su come potranno andare poi le cose. Abbiamo fatto fatica a metterci in moto ma più che altro perché chi c’era ha sempre lavorato bene con grandi impegno, con attenzione ma chiaramente ci sono mancati dei pezzi importanti fin dall’inizio della preparazione, con gli arrivi in ritardo di Egbunu e Beane, a cui si è aggiunto l’infortunio adesso di Kell. Si sa quanto nell’ottica di oliare i meccanismi di una squadra e farla partire nel modo giusto la presenza di un playmaker sia importante, al netto del fatto che comunque Giovanni De Nicolao sta facendo più del suo. Il quintetto è stato costruito con determinate caratteristiche e per quelle che sono state le scelte di costruzione della squadra quest’anno. In tutto questo posso dire che il modo di lavorare del gruppo e dello staff tecnico è fatto di tanto impegno e attenzione. Speriamo che questo periodo nel quale ci chiuderemo in palestra e penseremo solo a lavorare ci permetta di metterci a posto per l’inizio del campionato”.

La fase offensiva di Varese ha dato buoni segnali, mentre la squadra è indietro in quella difensiva. Pensa sia solo un problema di condizione fisica vista la ricerca continua dell’1vs1 o manca qualcosa anche a livello di organizzazione tattica?
“Sicuramente da un punto di vista fisico i giocatori più pesanti hanno bisogno di più tempo per mettersi a posto. E’ chiaro che una squadra così struttura fisicamente abbia bisogno di lavorare per mettere a posto al meglio i meccanismi difensivi. Mi sembra già abbastanza chiaro ed evidente che alcune squadre contro di noi preferiscano tirare da tre punti perché diventa difficile entrare nella nostra area vista la copertura e l’occupazione dello spazio che riusciamo a mettere sul parquet. Questo non permette magari allo stesso Egbunu di dare quella presenza che garantiva l’anno scorso. Comunque dal punto di vista tattico sulle scelte da fare in difesa c’è da lavorare, penso ad esempio alle situazioni di pick’n’roll. Torno a ripetere però che purtroppo il fatto di non aver potuto lavorare insieme e sviluppare i concetti del coach in una fase in cui hai tantissimi giocatori nuovi e devi preparare tante partite in tempi così stretti rende tutto così complicato”.

Andando sui singoli le faccio due nomi, Wilson e Jones. Il primo è il giocatore più atteso e quello che può davvero fare la differenza con le sue qualità balistiche da lontano, il secondo invece ha sorpreso per i tempi ristretti con cui è già entrato in una buona forma campionato?
“Wilson ha determinate caratteristiche ed una di queste non è sicuramente quella di essere un mangia palloni. Si adegua molto a quello che la squadra gli chiede in un momento particolare della partita. Lavorando molto sugli scarichi e sulle uscite dai blocchi è chiaro che dipende un po’ da questi meccanismi che vanno messi a punto ed oliati. Mi sembra che quando è stato chiamato in causa, non in ultimo a Sassari, nelle condizioni giuste in cui può esaltare le sue qualità, abbia messo in mostra tutto il suo potenziale e dimostrato di saper fare bene canestro. E’ altrettanto vero che questo per lui è un livello di basket completamente nuovo e quindi sta anche a lui capire come mettersi nella miglior condizione per performare al top e questo sarà importante anche a livello di step di crescita della nostra squadra. Per quanto riguarda Jones invece è un giocatore che fa dell’energia e della potenza fisica e atletica i suoi punti di forza. Si sta mettendo a posto da questo punto di vista ed i tempi rispetto a quelli preventivati per il recupero si stanno accorciando. Anche lui deve capire cosa fare maggiormente per rendersi utile alla causa comune. Nell’ottica di recuperare la presenza di Kell e di mettere tutto a posto, anche lui non potrà che andare a crescere e migliorare”.

Quali sono le squadre che più l’anno impressionata in questi giorni di Supercoppa?
“Sicuramente la corona di squadra rivelazione va a Tortona. Già nell’amichevole contro di noi senza tre americani aveva dato l’impressione di essere un gruppo pieno di talento che ben avrebbe potuto figurare nel nostro campionato e mi sembra che i fatti stiano dimostrando questo e gli va fatto un grosso applauso. Un’altra squadra che mi sta piacendo è Treviso, che pensavo facesse più fatica rispetto allo scorso anno avendo perso giocatori importanti, invece sta facendo molto bene anche in Champions League dove è impegnata nelle qualificazioni. Giocano bene, hanno idee chiare su cosa fare e portano a casa i risultati, che poi sono la cosa più importante”.

Alessandro Burin

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