La prossima stagione sarà quella della rinascita dopo le difficoltà che il covid-19 ha messo nel cammino del mondo dello sport e non solo. Un’annata complicatissima dove nonostante tutto tante società, professionistiche e dei campionati minori, si sono rimboccate le maniche ed hanno messo in campo energie, soldi, cura e passione per permettere, nel rispetto delle regole e dei protocolli, di provare a vivere una simile normalità, scendendo in campo da gennaio in poi.

E’ stato così nel mondo della pallacanestro con i campionati minori come quello di C Gold, che hanno vissuto una metà di stagione molto compressa e densa di impegni, arrivando però a conclusione senza troppi intoppi grazie alla serietà delle società che si sono messe in gioco.
Uno sforzo che ha richiesto un grosso impiego di risorse che però ad oggi non sembra salvaguardato dalla Federazione, con la riammissione come se nulla fosse stato di tante squadre ai campionati di categoria, per i quali avevano deciso di non scendere in campo lo scorso anno per paura dei contagi da coronavirus.
Una tematica che il presidente del Basketball Gallarate Thomas Valentino ha voluto sottolineare a gran voce, mettendo un punto importante sulla vita di un movimento, come quello del basket minors, che spesso non tutela giocatori e società, permettendo comportamenti non certo troppo corretti.

Presidente, a cosa è dovuto questo suo sfogo?
“Lo sfogo è dettato dalla scelta della Federazione di lasciare iscrivere al campionato di categoria, come se nulla fosse, tutte quelle società che lo scorso anno si sono tirate indietro e non hanno partecipato alla competizione. Io non capisco come questo sia possibile dopo che società come Gallarate abbiano speso risorse e impegno per portare avanti una stagione durissima. Oggi vedo moltissimi proclami di tante società di Serie B, C Gold, Silver adesso ad inizio mercato, che si fanno belle di fronte magari a situazioni nascoste di giocatori a cui non sono stati saldati gli stipendi passati e che ora, con i soldi messi da parte e risparmiati nello scorso anno, permettono investimenti di un certo calibro. C’è chi non si è iscritto per problemi interni societari, con divergenze di vedute interne tra chi prende le decisioni che non hanno portato all’iscrizione al campionato, come può essere stato il caso di Busto Arsizio lo scorso anno, ma questo è diverso da chi invece ha creato panico morale sul covid-19 per ritirarsi dal campionato, non pagare nessuno e presentarsi con l’abito della comunione nuovo facendo proclami a destra e a manca sul mercato”.

Una situazione sulla quale lei crede dovrebbe intervenire la Federazione?
“Io mi chiedo perché la Federazione faccia fare lo show time a queste persone e società senza fare nulla e tutelare chi invece, nel rispetto delle regole, lo scorso anno si è presentato al campionato ed ha giocato?”.

Prima ha parlato di mancati pagamenti, cosa vuole intendere con questo?
“Voglio sottolineare di come io e tutto il mio staff composto da Francesco Fogato, Massimo Tonani, Matteo Cucco e Marcello Quaglia, andiamo fieri di aver pagato tutti i giocatori, dal primo all’ultimo, senza aver mai fatto saltare un salario anche quando non si giocava. Noi abbiamo dato il 50% di un rimborso spesa ai giocatori anche se non sarebbe stato dovuto non avendo sostenuto costi per venire in palestra con gli allenamenti fermi. Abbiamo diviso in parte uguali i ristori lasciandoli tutti in mano ad essi. Invece adesso grazie al mercato ed alle voci che girano, esce che molte società non hanno pagato le mensilità di giugno ed hanno tirato via quelle di ottobre quando il campionato è stato fermato. E’ inutile che in giro ci sia gente che fa i fenomeni, quando poi se si va ad aprire lo scrigno si scopre tutto lo sporco che c’è dietro. Io voglio che il mio sia un monito ai giocatori che subiscono questo per dirgli di svegliarsi e farsi sentire, perché se no qua passa tutto sotto coperta e le cose poi vengono nascoste e rimangono tali”.

Questa è una situazione che ovviamente immagino si possa poi riversare sul mercato..
“Chiaramente, questa è una delle cose che più mi da fastidio, vedere situazioni di società dell’ Alto Milanese che l’anno scorso si sono riparate dietro al problema covid-19 senza partecipare al campionato, svoltosi regolarmente e senza alcun intoppo, solo per risparmiare soldi per poi farsi grandi adesso sul mercato, contattando giocatori di A2 o venendo a chiamare i miei, mi da davvero sui nervi. Vorrei far capire alla gente che i veri fenomeni sono quelli che lavorano seriamente ed anche davanti alle difficoltà si rimboccano le maniche per superare gli ostacoli, non chi si riempie la bocca di belle parole”.

Come ha pensato di muoversi per mettere ancora più in risalto la situazione?
“Io ho contattato le autorità e ho chiesto spiegazioni ma non ho ricevuto alcuna risposta. Visto che ho avuto degli addetti ai lavori che a fine anno mi hanno preso letteralmente in giro per l’intervista rilasciata ad un suo collega, in cui dicevo che l’anno prossimo non ce ne sarebbe stato per nessuno, oggi dico con ancora più forza che noi come BBG ci saremo, con una squadra che se la giocherà fino alla fine, dimostrando che quello che dico, faccio e facendo tutto dopo gli enormi sforzi compiuti lo scorso anno. Inoltre io tutto questo lo metto in campo per Gallarate, per la squadra, i tifosi e gli sponsor, per inseguire un obiettivo, non solo per poi vendere il titolo alla fine dell’anno”.

Questo è un riferimento al caso di Saronno ad esempio che ha venduto il titolo a Legnano?
“No, io rispetto Vaghi, Tajana e tutti gli altri e ritengo che ogni presidente sia libero di fare come meglio crede, ma quando lo fa deve tenere a bada il proprio staff ed allenatori, perché se poi viene qualcuno a sputare contro Gallarate non va bene. Ci vuole rispetto per gente che suda, lavora e fa le cose come vanno fatte, mettendo al primo posto i giocatori e cercando di tutelarli invece di fare proclami, perché se io non pago una mensilità ad un mio giocatore sono una persona indegna. Pare invece che ci siano colleghi che su questo sorvolano bellamente e non ci danno peso. Parlando con tanti giocatori durante il mercato che stiamo vivendo che sono venuti a Gallarate a chiedermi di giocare con noi e mi hanno raccontato di tutte queste storie, mi hanno fatto capire quanto in BBG dobbiamo essere fieri ed orgogliosi di ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo, con un ambiente sano e pulito tanto che si potrebbe mangiare nella doccia”.

Alessandro Burin

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