La difficile situazione sanitaria in casa Openjobmetis, legata al focolaio di covid-19 che ha colpito ben 16 componenti del Team Squadra biancorosso, ha bloccato tutte le attività dei ragazzi di coach Bulleri. Una problematica che si aggiunge alle tante altre che la sorte sta ponendo di fronte alla Pallacanestro Varese in questa annata difficile ma ancora molto lunga e che può ancora dare soddisfazioni.
Un momento, questo, che può servire per fare delle riflessioni su ciò che sta funzionando e cosa meno, in questi primi mesi del nuovo corso targato Massimo Bulleri, per cercare di migliorare quelle che sono le lacune fin ora evidenziate. E allora chi meglio di un grandissimo ex biancorosso come Sandro De Pol può analizzare in maniera lucida tutta la situazione, cercando di trovare un possibile bandolo della matassa a tutta questa difficile situazione, tecnica e psicologica, che Varese sta attraversando?

Come valuta la stagione della Openjobemtis finora? Secondo lei le difficoltà evidenti sono causa di un problema strutturale o psicologico?
“Ad oggi è stata una stagione sicuramente travagliata. Non sono dentro la società e la squadra e quindi non è facile per me dare un giudizio sulle cause di questo momento. Posso solo guardare i risultati e quello che succede di conseguenza. Ciò che posso dire con certezza è che Varese ha una grandissima risorsa, un fenomeno come Scola, al quale aggrapparsi sempre e comunque in tutte le situazioni, sia di gioia che di difficoltà seguendo la rotta che lui traccerà. Sarà la mano che potrà aiutare tutto il gruppo a superare questo momento complicato”.

Secondo lei è solo una mera frase di circostanza dire che a Varese giocare senza pubblico incide parecchio sulle prestazioni della squadra e quando si entra in campo bisogna sempre dare il meglio, oppure questo fattore influenza le prestazioni?
“Bisogna sempre cercare di tirare fuori il meglio quando si è in campo, indipendentemente da tutte le situazioni esterne. Però è chiaro ed innegabile che ci sono dei posti in cui la presenza del pubblico condiziona le prestazioni, come a Varese oppure a Bologna in casa Fortitudo, che sono palazzetti nei quali il calore dei tifosi, il così detto sesto uomo in campo, influisce su quelle che sono poi le prestazioni della squadra. Quest’anno, in un’epoca e in un contesto particolare, mi ricordo che avevo fatto i conti qualche giornata fa ed il numero delle vittorie delle squadre in trasferta supera del 50% il computo di quelle in casa. Questo è sicuramente un dato importante e rilevante, soprattutto a fronte dello stesso dato nelle annate passate che faceva registrare un 40%. Questa è una statistica che a Varese, come in altri campi importanti, conta e anche molto”.

A lei convince questo nuovo progetto societario, basato sulla scelta di costruire una squadra su uno zoccolo duro di italiani che duri nel tempo, in controtendenza con le scelte del basket odierno, dove ogni anno si cambia molto, puntando sugli stranieri? Le è piaciuta la scelta di Massimo Bulleri come allenatore?
“Mi piace molto l’idea di aver confermato un gruppo, nonostante il cambio di allenatore e la scelta di costruire un progetto che miri proprio a questo. La possibilità di avere ogni anno un gruppo con già un vissuto importante insieme ti permette di partire ad inizio stagione con già un’amalgama di squadra forte e facilita l’inserimento dei nuovi arrivi nel gruppo. Una volta era così, ci si conosceva con i compagni sempre meglio dopo aver passato dei campionati insieme e quindi ci si giovava del fatto di aver vissuto un passato comune e questo accellerava il periodo di inserimento dei nuovi, con la possibilità dell’allenatore di inserire sempre cose più evolute a livello di idee di gioco. Bulleri è un ragazzo che ha giocato molto, che conosce benissimo la pallacanestro. L’ho vissuto sulla mia pelle, giocare ed allenare sono due cose completamente diverse e soprattutto subentrare in corsa ad un allenatore come Caja non è facile a maggior ragione perché non hai creato e costruito tu la squadra come volevi ma hai trovato una situazione pronta. Ha fatto benissimo secondo me ha salire su questo treno che passava, trovandosi alle spalle una società molto solida con una persona come Bulgheroni che, oltre che essere un uomo estremamente appassionato, è una persona corretta e che lo tutelerà sempre. Questa è una delle armi segrete di Varese: avere Bulgheroni che sappia garantire un certo tipo di tranquillità e struttura a tutto l’ambiente. Poi, è chiaro, servono tante situazioni, in particolari di gioco, da poter oliare al meglio, ma il fatto di avere un campionissimo come Scola agevola questo tipo di inserimento in questo nuovo ruolo per Bulleri”.

Quanto peserà secondo lei su molte realtà del nostro basket questa situazione economica gravissima dovuta al covid-19 che ha azzerato qualsiasi tipo di introito legato agli incassi del botteghino?
“Tanto, secondo veramente tanto e non sappiamo bene ancora nemmeno quanto. Ho visto che c’è stata una parte di aiuti dal Governo ma ho paura che il peggio debba ancora venire. Ci sono società che han fatto bene i conti e quindi la parte dei biglietti pesa un 10-15 % all’interno del budget societario. Altre hanno fatto conti diversi ma temo che questa sia una situazione che causerà molte difficoltà per tante società alla fine di quest’anno. E speriamo che sia finita qui e che questa situazione non si protragga ancora nel tempo. Ho paura che per molte realtà questa sia stata una botta veramente forte e abbiamo visto solo la punta dell’iceberg di tutte queste difficoltà finora. Io avevo auspicato ad inizio del campionato che questo potesse dare la possibilità di cambiare qualcosa, di inserire giocatori giovani che costassero poco e potessero giocare e fare esperienza, come ha fatto Varese. Invece tante società sono andate avanti per la loro strada come se nulla fosse accaduto, come se fosse un anno normale, ma questo non è un anno normale e purtroppo in questa situazione pagheranno veramente caro il fatto di non aver cercato di modificare un po’ la loro linea di condotta rispetto agli anni precedenti”.

Lei che è stato un grande ex di questa società, si sente di lanciare un messaggio positivo a tutto l’ambiente biancorosso per uscire da questo momento difficile?
“Sono conscio delle difficoltà che i ragazzi di Varese stanno incontrando, dal giocare senza pubblico all’essere un po’ demoralizzati per i risultati raccolti finora. Ma sono certo che se sapranno inanellare una serie di risultati utili consecutivi, questo porterà a innalzare il morale, la consapevolezza e l’autostima di tutto il gruppo: qualità indispensabili per poter riuscire a fare bene durante la stagione”.

Alessandro Burin

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